Samira Saleh al-Naimi: differenze tra le versioni
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Samira Saleh al-Naimi è stata [[Pena di morte|condannata a morte]] da un [[tribunale]] religioso-militare affiliato all'ISIS per aver pubblicato sul social network Facebook messaggi che criticavano la distruzione di luoghi di preghiera a [[Mosul]] da parte dei terroristi [[jihād]]isti dell'autoproclamatosi [[Califfato]] di religione jihādista sunnita. Sul suo profilo al-Naimi aveva definito barbarica la distruzione delle moschee e dei santuari di preghiera di altre [[Confessione religiosa|confessioni religiose]].
Arrestata il 17 settembre 2014, dopo cinque giorni di [[Tortura|torture]] e un processo sommario attraverso il quale fu accusata di [[apostasia]],<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.gc4hr.org/news/view/758|titolo=Iraq: Lawyer and human rights defender Samira Saleh Al-Naimi executed by ISIS in Mosul|editore=Gulf Center for Human Rights|data=23 settembre 2014|accesso=26 dicembre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lapresse.it/mondo/asia/isil-attivista-irachena-torturata-5-giorni-prima-di-essere-uccisa-1.583849|titolo=Isil, attivista irachena torturata 5 giorni prima di essere uccisa|editore=lapresse|data=25 settembre 2014|accesso=26 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141017000220/http://www.lapresse.it/mondo/asia/isil-attivista-irachena-torturata-5-giorni-prima-di-essere-uccisa-1.583849|dataarchivio=17 ottobre 2014|urlmorto=sì}}</ref> è stata uccisa pubblicamente per fucilazione da un plotone di esecuzione incapucciato, in una piazza di Mosul e il suo corpo abbandonato sul ciglio della strada.
==Note==
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