Chiesa di San Venerio: differenze tra le versioni

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Dopo la conquista romana del territorio intorno al golfo della Spezia e con la successiva fondazione della colonia di [[Luni]] ([[177 a.C.]]), la valle venne annessa alle proprietà fondiarie romane, più precisamente alla famiglia degli “Antonii”, come indica il toponimo del luogo, detto ''Antoniano'', conservatosi fino all'[[XI secolo]]<ref>Maffei e Benelli, ''Pievi della lunigiana storica'', p. 77.</ref>.
 
L'esistenza di un primo edificio paleocristiano è testimoniato da una lapide antecedente il [[V secolo]]. L'edificio venne poi ricostruito per volere della famiglia dei [[Vezzano (famiglia)|famiglia dei Vezzano]], signori del [[Vezzano Ligure|luogo]], che nell'anno [[1084]] disposero, tramite una “charta donationis”, la riedificazione della chiesa sulle basi del precedente edificio risalente alla tarda età imperiale<ref>”SpeziaNET”, Le Pievi di Marinasco e San Venerio.</ref>.
<br>Dell'edificio romano rimangono testimonianze ancora visibili nella muratura della chiesa, in particolare nell'area delle [[absidi]].<sup>[3]</sup>
<br>Una lastra tombale romana di ''Calidio Euthycheto'', già usata nella pavimentazione dell'abside piccola, è oggi nel Museo della Spezia.
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Grazie alla posizione importante che la chiesa di San Venerio occupava nella valle che dal monte Beverone scende fino alla piana alluvionale, ancor oggi detta "della Pieve", i poteri collegati alla chiesa sono stati in grado di esercitare giurisdizione su un'ampia area circostante.
 
Dal XV secolo la Pieve custodiva un polittico dedicato alla Vergine, dipinto nel [[1476]] dallo spezzino [[Jacopo Spinolotto]], il cui comparto centrale è oggi conservato nel [[Museo Diocesano (La Spezia)|Museo Diocesano]] della Spezia.
 
== L'edificio ==
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Prevalentemente di impianto [[Architettura romanica|romanico]], la chiesa ha una [[facciata a capanna]] in semplice pietra, prevalentemente arenaria, con un unico portale ad arco lunato.
<br>Una bifora composta da archetti marmorei e da una colonnina con capitello a foglie, leggermente fuori asse rispetto alla porta, costituisce un successivo intervento in stile [[Architettura gotica|gotico]]. Al di sopra è aperta una ''croce in negativo'', fuori asse sia con la porta che con la bifora<ref>E. M. Vecchi, ''San Venerio a La Spezia'', in ''Le pievi della Lunigiana Storica'', a cura di G.L. Maffei, Cassa di Risparmio di Carrara, Massa 2006, pp. 72-83; ''"Turrem quam campanile dicimus...", Le torri ecclesiastiche fra simbologia e cultura materiale'', ''ibidem'', pp. 84-85.</ref>.
<br>La copertura dell'edificio è costituita da lastre di pietra.
La pianta della chiesa è leggermente trapezoidale, con la base maggiore in corrispondenza delle absidi.
 
[[File:Pieve san Venerio a La Spezia - Migliarina, esterno, zona absidale e campanile P1010714.jpg|alt=Pieve di San Venerio a La Spezia - Migliarina esterno, zona absidale e campanile.|miniatura|Pieve di San Venerio a La Spezia <br>esterno, zona absidale e campanile]]
L'interno è a navata unica, con due absidi in pietra di diversa dimensione: la maggiore riceve luce da tre monofore mentre la minore da una sola monofora; tutte le monofore sono a strombatura doppia. A questo proposito può essere utile ricordare che gli edifici alto medievali dotati di doppia abside erano spesso correlati al culto di reliquie.
<br>Ad eccezione della zona delle absidi e del presbiterio le pareti laterali sono rivestite da intonaco e presentano resti di antichi affreschi. Nelle parti superiori sono affreschi barocchi dedicati a San Venerio.
 
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* E. M. Vecchi, ''La chiesa di San Venerio in Antoniano'', in ''San Venerio del Tino: vita religiosa e civile tra isole e terraferma in età medioevale'', Atti del Convegno, Lerici-La Spezia-Portovenere 1984, Istituto Internazionale di Studi Liguri, La Spezia - Sarzana 1986, pp. 249-308.
* E. M. Vecchi, ''Fra architettura religiosa e difensiva : le torri campanarie isolate'', in ''Società civile e società religiosa in Lunigiana e nel vicino Appennino dal IX al XV secolo'', Atti del convegno, Aulla 1984, Amministrazione comunale di Aulla - Centro aullese di ricerche e studi lunigianesi - Cassa di risparmio della Spezia, Aulla 1986, pp. 191-244.
* E. M. Vecchi, ''Migliarina'', in ''Archeologia in Liguria, Scavi e scoperte 1982-86'', III, 2, Soprintendenza Archeologica della Liguria, Genova 1987 [ma 1990], pp. 245-250.