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Il processo si concluse con una condanna esemplare: a quattro imputati fu inflitta la pena di morte (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič) e furono fucilati a Basovizza il 6 settembre [[1930]], ad altri dodici vennero inflitte varie pene detentive variabili fra due anni e sei mesi e trent'anni. Due vennero assolti.
 
=== La seconda guerra mondiale ===
Nel dicembre [[1941]], a [[seconda guerra mondiale]] già iniziata, fu celebrato, sempre a Trieste, un secondo processo dal Tribunale speciale per la Difesa dello Stato contro nove membri del TIGR (sloveni e croati) che furono accusati di terrorismo e spionaggio. Cinque di loro (Pinko Tomažič, Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal) furono giustiziati a Opicina, gli altri imprigionati. Con questo secondo processo l'organizzazione terrorista (antifascista) venne per sempre annientata.
 
L'[[Entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale|entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista]], nel giugno 1940, comportò per Trieste, come per il resto d'Italia, lutti e disagi di ogni tipo, che si acuirono negli anni successivi, con il protrarsi del conflitto. L'aggressione italo-tedesca alla Jugoslavia, nella primavera del [[1941]], riaccese inoltre la resistenza slovena e croata in Venezia Giulia, soprattutto a partire dal [[1942]].
 
Gli eventi bellici, e, in taluni casi, una deliberata politica terroristica delle truppe di occupazione tedesche e italiane nei confronti delle popolazioni slovene e croate soggette al loro dominio (villaggi bruciati, decimazioni, uccisioni indiscriminate di civili), unitamente all'apertura di campi di concentramento per slavi nello stesso territorio italiano in cui persero la vita migliaia di innocenti, approfondirono ulteriormente il solco d'odio interetnico che il fascismo aveva contribuito ampiamente a creare. Tale odio non fu estraneo alla tragedia che sarebbe stata vissuta dalla città di Trieste e dall'intera Venezia Giulia durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]].