Trieste: differenze tra le versioni
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L'[[Entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale|entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista]], nel giugno 1940, comportò per Trieste, come per il resto d'Italia, lutti e disagi di ogni tipo, che si acuirono negli anni successivi, con il protrarsi del conflitto. L'aggressione italo-tedesca alla Jugoslavia, nella primavera del [[1941]], riaccese inoltre la resistenza slovena e croata in Venezia Giulia, soprattutto a partire dal [[1942]].
[[File:La Sinagoga - Trieste.jpg|thumb|left|upright=1.2|La sinagoga di Trieste, che fu assalita e danneggiata gravemente due volte durante la seconda guerra mondiale]]
Gli eventi bellici, e, in taluni casi, una deliberata politica terroristica delle truppe di occupazione tedesche e italiane nei confronti delle popolazioni slovene e croate soggette al loro dominio (villaggi bruciati, decimazioni, uccisioni indiscriminate di civili), unitamente all'apertura di campi di concentramento per slavi nello stesso territorio italiano in cui persero la vita migliaia di innocenti, approfondirono ulteriormente il solco d'odio interetnico che il fascismo aveva contribuito ampiamente a creare. Tale odio non fu estraneo alla tragedia che sarebbe stata vissuta dalla città di Trieste e dall'intera Venezia Giulia durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]].
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Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta fu invece un periodo di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel [[1936]] si contarono infatti quasi duemila abitanti in meno rispetto al [[1931]]). Nello stesso periodo, e successivamente, fino allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche; tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il palazzo dell'[[Università di Trieste|Università]] e il Faro della vittoria.
Fin dall'estate del 1942 si ebbe una recrudescenza della violenza squadrista nella città giuliana che si protrasse fino alla caduta del Regime ([[25 luglio 1943]]). Il 30 giugno [[1942]] si costituì a Trieste un ''Centro per lo studio del problema ebraico'', su imitazione di quello romano, e il 18 luglio successivo fu assalita e danneggiata gravemente la [[
=== L'occupazione tedesca ===
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