Karl Marx: differenze tra le versioni

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[[File:Trier BW 2014-06-21 11-11-49.jpg|thumb|left|La casa natale di Marx a [[Treviri]]]]
Con il padre, che esercitò una considerevole influenza sulla formazione intellettuale del giovane Marx, questi sarebbe sempre stato legato da un profondo vincolo di affetto e stima. Così non avvenne con la madre, Henriette (ritenuta da alcuni storici e biografi una donna intellettualmente arida, o forse soltanto una persona molto semplice, che gli avrebbe sempre rimproverato di non essersi fatto una posizione adeguata al suo rango sociale e alle sue capacità intellettuali), né con i suoi fratelli e sorelle Sophie ([[1817]]–[[1883]]), Hermann ([[1819]]–[[1842]]), Henriette ([[1820]]–[[1856]]), Louise ([[1821]]–[[1893]]), Caroline ([[1824]]–[[1847]]) e Eduard ([[1834]]–[[1837]]).<ref>Umberto Cerroni, ''Il pensiero di Marx'', cit., p. 18.</ref>
 
Nel [[1830]] si iscrive presso il liceo di Treviri, ottenendo la licenza il 17 agosto [[1835]]. Ci sono pervenuti i temi di [[Lingua greca|greco]], [[Lingua latina|latino]], [[matematica]], [[Lingua francese|francese]], [[religione]] e [[Lingua tedesca|tedesco]]. In latino scrive una dissertazione sul principato di [[Augusto]] intitolata ''An principatus Augusti merito inter feliciores reipublicae Romanae aetates numeretur?'' (''Il principato d'Augusto si può giustamente annoverare tra i più felici periodi della repubblica romana?'')<ref>[http://www.intratext.com/IXT/LAT0552/_P1.HTM ''An principatus Augusti merito inter feliciores reipublicae Romanae aetates numeretur''].</ref>; in tedesco, ''Considerazione di un giovane sulla scelta del proprio avvenire'', dove scrive tra l'altro che «la guida che ci deve soccorrere nella scelta d'una condizione è il bene dell'umanità, la nostra propria perfezione. Non si obietti che i due interessi potrebbero contrapporsi l'un l'altro [...]. [L]a natura dell'uomo è tale che egli può raggiungere la propria perfezione individuale solo agendo per il perfezionamento e il bene dell'umanità».<ref>Karl Marx, ''Scritti politici giovanili'', a cura di Luigi Firpo, Einaudi, Torino, 1975, p. 484.</ref>
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==== Giovane hegeliano ====
Alla fine di quell'anno Marx scrive e dedica tre quaderni di poesie alla fidanzata, il ''Buch der Lieder'' (''Libro dei canti'') e due ''Bücher der Liebe'' (''Libri dell'amore''), che tuttavia non ciè sono pervenutipervenuto. AbbiamoÈ stato invece, pervenuto un quaderno di poesie dedicato il 10 novembre [[1837]] al padre in occasione del suo cinquantacinquesimo compleanno, comprendenti anche quattro epigrammi su Hegel. In uno di essi è scritto:{{citazione|[[Immanuel Kant|Kant]] e [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]] vagavano fra nuvole<br>lassù cercando un paese lontano.<br>Io cerco d'afferrare con destrezza<br>solo quanto ho trovato sulla strada.<ref>Karl Marx, ''Scritti politici giovanili'', cit., p. 490.</ref> }}
 
In quell'occasione comunica al padre la decisione di abbandonare gli studi giuridici per dedicarsi a quelli filosofici. L'[[hegelismo]] era l'espressione culturale e filosofica allora dominante in [[Prussia]], con i sostenitori del potere assoluto che ne davano un'interpretazione conservatrice ed erano per questo motivo appartenenti alla cosiddetta [[destra hegeliana]] mentre i fautori di un rinnovamento politico e culturale in senso liberale e democratico erano definiti la [[sinistra hegeliana]], o anche giovani hegeliani per via della loro età media, esaltavano invece gli aspetti progressivi dell'hegelismo, in particolare della dialettica, per la quale tutta la realtà, anche sociale e politica, è un continuo divenire.
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==== Periodo parigino ====
{{Vedi anche|Helene Demuth}}
[[File:Karl Marx Frau.jpg|thumb|upright=0.7|[[Jenny von Westphalen]]]]
Sposa [[Jenny von Westphalen]] il 19 giugno [[1843]] nella chiesa di San Paolo a [[Bad Kreuznach]],. doveI vivevadue la giovane. Gli sposipoi partono insieme alla volta di [[Parigi]], dove Marx pubblicòpubblica con Ruge la nuova rivista ''Deutsch-französische Jahrbüche''" (''Annali franco-tedeschi''), scritta in collaborazione con [[Heinrich Heine]], [[Moses Hess]], [[Georg Herwegh]] e [[Friedrich Engels]], ricco imprenditore tedesco che diviene da questo momento l'amico di tutta una vita e il suo principale finanziatore,<ref>Tristram Hunt, ''La vita rivoluzionaria di Friedrich Engels'', Isbn Edizioni, Milano, 2010.</ref> nonché colui che più tardi avrebbe riconosciuto Frederick Demuth ([[1851]]–[[1929]]), il figlio naturale diavuto da Marx avuto con la sua governante [[Helene Demuth]].<ref>[https://marxmyths.org/terrell-carver/article.htm ''Marx's Illegitimate Son or Gresham's Law in the World of Scholarship''], di Terrell Carver dell'Università di Bristol.</ref><ref>Piero Melograni in ''Corriere della Sera'', 1º giugno 1992, p. 5.</ref> Tuttavia secondo Terrell Carver questo fatto, circolato sin dal 1962, «non è ben fondato sul materiale documentario disponibile», aggiungendo che tali voci non sono supportate da «prove dirette che portano in modo inequivocabile su questo argomento».<ref>{{cita libro|autore=Terrel Carver|titolo=The Cambridge Companion to Marx|anno=1991|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge, Regno Unito|isbn=9780521366946|pagina=11|url=https://www.google.com/books?id=6VrfmJOEzZsC&lpg=PA11&dq=The%20Cambridge%20Companion%20to%20Marx%20Demuth&pg=PA11#v=onepage&q&f=false|accesso=30 maggio 2014|capitolo=Reading Marx: Life and Works}}</ref>
 
Una lettera inviata a Ruge nel settembre del 1843 chiarisce il senso della sua parziale presa di distanza dagli intellettuali della sinistra hegeliana: {{citazione|Come la religione è l'indice delle battaglie teoretiche degli uomini, lo stato politico lo è delle loro battaglie pratiche [...]. [I]l critico non solo può, ma deve interessarsi dei problemi politici [e] il nostro motto sarà: riforma della coscienza, non mediante dogmi, bensì mediante l'analisi della coscienza mistica oscura a sé stessa, sia che si presenti in modo religioso, sia in modo politico. Si vedrà allora come da tempo il mondo possieda il sogno di una cosa, di cui non ha che da possedere la coscienza, per possederla realmente.<ref>''Correspondence Marx-Engels'', Editions Sociales, Paris, 1964, I, p. 298.</ref>}}
 
Degli ''Annali'' esce tuttavia solo un fascicolo doppio nel febbraio [[1844]]. Marx vi pubblica ''La questione ebraica'' e l'introduzione alla propria ''Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico'', che pubblicata solo nel [[1927]], in cui rileva come Hegel non subordini la realtà all'idea, ma al contrario conservi la presente realtà tedesca, fingendo di trascenderla e spacci lo Stato prussiano come idea di Stato. Secondo Marx una vera teoria della società è dunque possibile, solo mettendo da parte ogni idea di società in generale, analizzando invece la società materialmente determinata. L'opera rappresenta il suo distacco dal pensiero hegeliano, del quale non individua ancora il metodo di mistificazione della realtà.
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Il denaro soddisfa i desideri e li traduce in realtà, realizza ciò che è immaginato, ma al contrario trasforma anche la realtà in rappresentazione: «Se ho vocazione allo studio, ma non ho denaro per realizzarla [...] non ho nessuna vocazione efficace, nessuna vocazione vera. Al contrario, se non ho realmente nessuna vocazione, ma ho volontà e denaro, ho una vocazione efficace. [...] [I]l denaro è dunque l'universale rovesciamento delle individualità che capovolge nel loro contrario[,] muta la fedeltà in infedeltà, l'amore in odio, l'odio in amore, la virtù in vizio, il vizio in virtù [ed] è l'universale confusione e inversione di tutte le cose».<ref>Karl Marx, ''Manoscritti'', cit., p. 155.</ref>
 
Il denaro s'incarna nel suo possessore: «Quanto grande è il potere del denaro, tanto grande è il mio potere. [...] Ciò che io sono e posso, non è quindi affatto determinato dalla mia individualità. Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella tra le donne. E quindi io non sono brutto, perché l’effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva, è annullata dal denaro. Io, considerato come individuo, sono storpio, ma il denaro mi procura ventiquattro gambe; quindi non sono storpio. [...] Io sono un uomo malvagio, disonesto, stupido; ma il denaro è onorato, e quindi anche il suo possessore. Il denaro è il bene supremo, e quindi il suo possessore è buono; il denaro inoltre mi toglie la pena di essere disonesto; e quindi si presume che io sia onesto. Io sono uno stupido, ma il denaro è la vera intelligenza di tutte le cose; e allora come potrebbe essere stupido chi la possiede? [...] [CostuiC]ostui [lo stupido ricco] potrà sempre comprarsi le persone intelligenti, e chi ha potere sulle persone intelligenti non è più intelligente delle persone intelligenti?».
 
Il denaro trasforma ogni umana fallacia nel suo esatto contrario. Il denaro è dunque una «potenza sovvertitrice. [...] [ConfondeC]onfonde e inverte ogni cosa, è la universale confusione e inversione di tutte le cose, e quindi il mondo rovesciato, la confusione e l'inversione di tutte le qualità naturali ed umane. Il denaro muta la fedeltà in infedeltà, l'amore in odio, l'odio in amore, la virtù in vizio, il vizio in virtù, il servo in padrone, il padrone in servo, la stupidità in intelligenza, l'intelligenza in stupidità».
 
Senza la necessità sociale del denaro, cioè senza la proprietà privata, Marx scrive: {{citazione|Se presupponi l'uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, potrai scambiare amore solo con amore, fiducia solo con fiducia. Se vuoi godere dell'arte, devi essere un uomo artisticamente educato; se vuoi esercitare qualche influsso sugli altri uomini, devi essere un uomo che agisce sugli altri uomini stimolandoli e sollecitandoli realmente. Ognuno dei tuoi rapporti con l'uomo e la natura dev'essere una'manifestazione determinata e corrispondente all'oggetto della tua volontà, della tua vita individuale nella sua realtà. Se tu ami senza suscitare un'amorosa corrispondenza, se il tuo amore come amore non produce una corrispondenza d'amore, se nella tua ''manifestazione vitale'' di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è un'infelicità.<ref>Karl Marx, Manoscritti, cit., p. 156-157.</ref>}}