Julio Velasco: differenze tra le versioni

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===== Nazionale =====
Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana. Ottiene subito l'oro ai [[Campionato europeo di pallavolo maschile|Campionati europei]], disputati in [[Svezia]], il primo nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di successi. Fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l'Italia colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella [[World League di pallavolo|World League]], oltre ad altri trofei minori. Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri [[Andrea Zorzi]], [[Andrea Giani]], [[Paolo Tofoli]], [[Pasquale Gravina]], [[Marco Bracci]], [[Andrea Gardini]], oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli, Lucchetta e LucchettaVullo. Questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta ''[[generazione di fenomeni]]'', e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla [[FIVB]] come ''Squadra del secolo''. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo. Celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo [[Vista|sguardo]] grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico.
{{dx|[[File:Julio Velasco - Italia - 1990.jpg|thumb|Velasco, allenatore della nazionale italiana maschile, viene festeggiato dai tifosi nell'ottobre 1990 dopo la vittoria del primo titolo mondiale.]]}}