Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni
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Erano tuttavia passati i giorni in cui la Comune poteva dettar legge alla Convenzione. I sanculotti erano stanchi e avrebbero agito di malavoglia, pensando che la fine del governo giacobino avrebbe favorito lo sblocco dei salari. Alla notizia della liberazione di Robespierre, la Convenzione si riunì nuovamente e dichiarò fuori legge i membri della Comune e i deputati da questi liberati. La Guardia nazionale, sotto il comando di [[Paul Barras|Barras]], ebbe grandi difficoltà nel raggiungere l’Hôtel de Ville.<ref name="ReferenceF"/>
Nella mattinata del 28 luglio 1794, le Guardie Nazionali
[[File:Valery Jacobi Ninth Thermidor.jpg|thumb|upright=1.5|Robespierre ferito e gli altri arrestati, detenuti in attesa dell’esecuzione sulla ghigliottina.]]
C’è chi sostiene che egli cercò di opporre resistenza, ma un colpo di pistola, sparato dal gendarme [[Charles-André Merda]], gli fracassò la mascella. Altri storici, fra cui [[Thomas Carlyle]] e, soprattutto, [[Albert Mathiez]], accreditano la tesi del tentato suicidio.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 137-138|Mathiez2}}</ref> Altra ipotesi quella dello sparo accidentale dell’arma impugnata dallo stesso Robespierre per propria difesa, nel momento in cui lo stesso cadde in terra nei momenti concitati della tentata fuga per le scale del palazzo. A capo delle guardie vi era Léonard Bourdon, ex hebertista, che aveva avuto contrasti con Robespierre all’epoca della campagna per l’[[ateismo di Stato|ateismo di stato]], sostenuto da Bourdon contro Robespierre.
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