Trusted Computing Group: differenze tra le versioni

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Sin dalla sua nascita il Trusted Computing Group ha trovato da parte della comunità sostenitrice del [[software libero]] una forte opposizione. [[Richard Stallman]], fondatore del progetto [[GNU]] e della [[Free Software Foundation]], nel [[2002]] ha lanciato un pesante attacco al gruppo, in un articolo intitolato ''Puoi fidarti del tuo computer?''.<ref>[https://www.gnu.org/philosophy/can-you-trust.it.html Puoi fidarti del tuo computer?] di [[Richard Stallman]]</ref> In questo articolo Stallman definisce il Trusted Computing Group come portatore di un'''informatica infida'', in un gioco di parole inglese tra ''trusted'', fidato e ''trancherous'', infido. Stallman e la comunità open source mettono in dubbio l'effettiva utilità del [[Trusted Computing]], sostenendo che in realtà il gruppo sia nato per garantire una migliore [[Digital rights management|gestione dei diritti digitali]] da parte dei promotori. Le prime critiche, ispirate da Ross Anderson, un crittografo dell'[[Università di Cambridge]] che nel [[2002]] pubblicò una veemente critica di tale tecnologia,<ref>{{en}} [https://www.cl.cam.ac.uk/~rja14/tcpa-faq-1.0.html Trusted Computing Frequently Asked Questions], Versione 1, luglio 2002]</ref> sostenevano che il [[Trusted Platform Module]] potesse controllare quali programmi vengano eseguiti nei calcolatori ospitanti e che i produttori utilizzassero tale modulo per obbligare gli utenti a utilizzare i loro prodotti. Nonostante ufficialmente nessuna di queste funzioni sia implementabile da parte del Trusted Computing<ref>{{en}} [https://www.trustedcomputinggroup.org/faq/TPMFAQ/ FAQ ufficiali sul Trusted Platform Module] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061003155033/https://www.trustedcomputinggroup.org/faq/TPMFAQ/ |data=3 ottobre 2006 }}</ref>, nel grande pubblico una notevole diffidenza è rimasta verso questa tecnologia<ref>[http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2086865&p=1 Trusted Computing? Che fine ha fatto Fritz?] da [[Punto Informatico]]</ref> ed esistono diverse comunità di utenti a sfavore dell'adozione del Trusted Computing nei propri [[personal computer]]<ref>[http://www.no1984.org/Indice no1984 - un gruppo di volontari italiani contro il Trusted Computing] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080107012710/http://www.no1984.org/Indice |data=7 gennaio 2008 }}.</ref>
 
La comunità [[open source]] invece è generalmente meno diffidente verso il [[Trusted Computing]]. Il [[Linux (kernel)|kernel Linux]] supporta il [[Trusted Platform Module]] dalla sua versione 2.6.13, attraverso una serie di [[Patch (informatica)|patches]] approvate dallo stesso [[Linus Torvalds]]<ref>{{en}} [https://www.kernel.org/pub/linux/kernel/v2.6/ChangeLog-2.6.13 Registro dei cambiamenti ufficiale nel kernel 2.6.13 di Linux]</ref>. Esistono in genere diverse implementazioni open source del [[Trusted Computing]] tra cui una versione del popolare [[boot loader]] [[GRUB]], chiamata TrustedGRUB<ref>{{en}} [https://sourceforge.net/projects/trustedgrub Home Page di TrustedGRUB]</ref> e diversi [[Trusted Software Stack]]s<ref>{{en}} [http://trousers.sourceforge.net/ TrouSerS, un Trusted Software Stack open source]</ref><ref>{{en}} [http://trustedjava.sourceforge.net/index.php?item=jtss/about TrustedJava, Trusted Software Stack per la piattaforma Java]</ref>. La [[Commissione europea]] cofinanzia un progetto internazionale, chiamato OpenTC, per l'implementazione open source del Trusted Computing sia nei [[computer]] che nei dispositivi mobili<ref>{{en}} {{collegamento interrotto|1=[http://www.opentc.net/ Sito ufficiale di OpenTC] {{Webarchive|dateurl=aprile 2018https://web.archive.org/web/20111205220216/http://www.opentc.net/ |botdate=InternetArchiveBot5 dicembre 2011 }}</ref>.
 
== Note ==