Duomo di Como: differenze tra le versioni

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*Sulla parete della [[controfacciata]], vicino al portale di sinistra, è murata una '''custodia [[marmo]]rea degli [[oli santi]]''': si tratta di una raffinatissima [[scultura gotica|opera gotica]], proveniente forse dall'antica Santa Maria Maggiore. Il [[tabernacolo]] è ornato da una porticina di [[ferro battuto]], decorata con una singolare cancellata. La decorazione del marmo presenta un motivo di grande eleganza: una linea sinuosa da cui si dipartono foglie di [[vitis vinifera|vite]] e grappoli d'[[uva]]. Proprio questo motivo ornamentale è stato ripreso, alcuni secoli più tardi, dall'[[intaglio|intagliatore]] che ha realizzato la [[predella]] dell'[[pala d'altare|ancona]] lignea dell'altare laterale di Sant'Abbondio.
 
Nei pressi delle due porte sullelungo parelile pareti laterali si trovano due sepolcri marmorei di [[vescovo|vescovi]] di Como: fu preoccupazione dei Comaschi mantenere anche nella nuova cattedrale gotica due sepolture precedenti.
*Il '''[[sarcofago]] del vescovo [[Giovanni degli Avvocati|Giovanni Avogadri Lucini]]''' è poderoso e arcaico: il vescovo Giovanni, già [[canonico]] della cattedrale, era figlio di Conte degli Avogadri, di una famiglia originaria di [[Montano Lucino|Lucino]]. Nominato vescovo di Como direttamente da [[papa Gregorio X]] nel [[1274]], partecipò attivamente alle discordie che in quell'epoca dilaniavano la città di Como, favorendo prima i [[Vittani (famiglia)|Vittani]] nell'alleanza con [[Ottone Visconti]], poi unendosi ai [[Rusca (famiglia)|Rusca]] contro i Vittani: questo coinvolgimento attivo nelle lotte tra fazioni gli costò l'espulsione dalla città e l'incendio del palazzo vescovile. Al rientro, con l'appoggio di [[Matteo Visconti]], nuovamente alleato dei Vittani, cacciò i Rusca. Morì nel [[1293]] e fu sepolto nella cattedrale di Santa Maria Maggiore. L'epoca di guerre e disordini in cui visse è rievocata dall'urna essenziale e scarna, [[scultura romanica|romanica]] nei modi ma quasi [[arte barbarica|barbarica]] nelle forme sospese nel piano vuoto della fronte e modellate con precisione metallica: la [[mitra (copricapo)|mitra]] e il [[bastone pastorale|pastorale]], tre [[luccio|lucci]], l'[[Agnus Dei|agnello mistico]] simbolo di [[Gesù Cristo]]; è quasi un [[rebus]] che indica l'identità del sepolto: «Il vescovo / Lucini (i "lucci"), / [[pastore (religione)|pastore]]». Gli angoli anteriore del coperchio sisviluppano in due teste di leone.
*Il '''sepolcro del vescovo [[Bonifacio Quadri|Bonifacio da Modena]]''' nell'antica cattedrale occupava una [[cappella]] laterale, fatta erigere dallo stesso vescovo nel [[1347]] per custodire la sua sepoltura. Sull'orlo del coperchio, sul quale è distesa la figura del vescovo addormentato nella morte, è presente una iscrizione in [[maiuscolo|capitali]] [[scrittura gotica|gotiche]]; la sua traduzione dal [[lingua latina|latino]] recita: «Giace in questo tumulo colui che si chiamava Bonifacio, nato a [[Modena]], professore di [[diritto canonico]] e [[diritto civile|civile]]. L'estremo giorno offre a lui in questo luogo una somma quiete». Bonifacio Quadri, già [[diocesi di Modena|vescovo di Modena]], fu trasferito alla [[diocesi di Como|sede di Como]] nel [[1340]]. Negli anni del suo ministero ridiede vitalità e ordine alla [[chiesa locale]]: difese i diritti dei cittadini anche se [[esilio|esiliati]], fondò l'Ospedale di San Girolamo per i poveri e i pellegrini, fece restaurare o costruire ''ex novo'' molte [[chiesa (architettura)|chiese]] in tutta la diocesi, abbellì il [[palazzo vescovile (Como)|palazzo vescovile]] ornandone la sala principale con i ritratti dei suoi predecessori. Morì nel [[1352]] e fu deposto nel sarcofago che, da cultore dell'arte, egli stesso si era già predisposto in vita, come riporta la data incisa: [[1347]]. L'urna è in [[Marmo di Candoglia|marmo rosa di Candoglia]] (lo stesso con cui è costruito il [[duomo di Milano]]); sulla fronte vi sono tre [[formella|formelle]] in [[altorilievo]]: una [[Madonna col Bambino]] e due [[angelo|angioletti]] che reggono un drappo sullo sfondo, nel mezzo il vescovo san [[Geminiano di Modena]], che [[esorcismo|esorcizza]] un indemoniato dalla cui bocca esce un [[demonio]], e il vescovo Bonifacio, in abito [[monachesimo|monastico]], che insegna in università. Questo manufatto è opera di uno [[Maestri campionesi|scultore campionese]] che seppe unire la tradizione romanica e le forme più mosse della sensibilità gotica, ormai pienamente presente nell'ambito comasco.
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Nella navata laterale destra (meridionale), dall'ingresso verso il transetto:
*l''''altare di [[Sant'Ambrogio]]''', con pala del [[1482]]: al centro, dall'alto in basso, ''Cristo'', la ''Vergine con il Bambino'' e ''Sant'Ambrogio''. Tutto intorno, altri dieci tra sante e santi.
*l''''altare di [[Santa Lucia]]''', con ''Scene della Passione'' di Tommaso Rodari ([[1492]]). Il [[paliotto]], di autore ignoto, risale al [[XV secolo]].
*l''''altare di [[Abbondio di Como|Sant'Abbondio]]''', capolavoro della scultura lignea in area comasca, realizzato tra il [[1509]] e il [[1514]]. Alla sinistra della pala, ''Adorazione dei magi'' di [[Bernardino Luini]], e nella cuspide un ''Profeta'' di scuola luinesca. Alla destra della pala, ''Fuga in Egitto'' e, nella cuspide, un ''Profeta'', entrambi di [[Gaudenzio Ferrari]].
*l''''altare di [[San Girolamo]]''', con la celebre "Pala Raimondi" di Bernardino Luini, dipinta su tavola intorno all'anno [[1521]] e trasferita su tela nel [[1877]].
 
=== Vetrate ===