Attilio Susi: differenze tra le versioni

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Attivo organizzatore del sindacalismo nazionale, disertò le elezioni del 1921, per ripresentarsi nel listone fascista in quelle del 1924. La rielezione al parlamento non significò però adesione al fascismo, tanto che [[Cesare Rossi]] si rivolse a lui durante la latitanza: [[Domizio Torrigiani]] dissuase però Susi dal proposito di leggere a Montecitorio il memoriale che Rossi gli aveva consegnato, in ordine alle responsabilità di Mussolini nel [[delitto Matteotti]], e ne propiziò invece la pubblicazione sul ''Mondo'' di [[Giovanni Amendola]]<ref>G. Rossini, ''Il delitto Matteotti tra l'Aventino e il Viminale'', Bologna, 1966.</ref>.
 
Dopo essere stato aggredito nel 1926 daglia Santa Marinella dagli squadristi, Susi, ferito gravemente alla testa, espatriò clandestinamente in Francia: inseguito subito dopo da un mandato di cattura, collaborò ad alcuni fogli antifascisti fino alla decisione di abbandonare ogni attività politica. Ottenuta l'autorizzazione a rientrare in Italia, nel 1929, si stabilì nuovamente in Italia e rimase a Santa Marinella fino al 1933, quando ottenne il passaporto per raggiungere la figlia in Francia, dove morì nel natale del 1935<ref>Archivio Biografico Italiano.</ref>.
 
==Note==