Repubblica di Venezia: differenze tra le versioni

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Il commercio è sempre stato alla base del successo e dell'ascesa politica della Repubblica di Venezia, già nell'829 il doge [[Giustiniano Partecipazio]] oltre alla gestione dei suoi beni feudali si occupava anche di affari commerciali via mare<ref name=":02">{{Cita|Zorzi, 1992}}, pp. 35-36</ref>. Le imprese commerciali dei cittadini veneziani aumentarono nel [[XII secolo]] periodo in cui nacquero le [[Muda|mude]], carovane di navi mercantili dette [[Galea|galee]] che scortate da navi armate si rivolgevano verso i mercati orientali, primo tra tutti quello di [[Costantinopoli]], l'odierna [[Istanbul]]. Con l'[[Impero bizantino]] Venezia ebbe un rapporto privilegiato a partire dal 1082 quando con la firma della [[Crisobolla (1082)|crisobolla]] fu concesso ai mercanti veneziani di scambiare merci con i bizantini senza alcuna tassa e di stabilire un nucleo abitato direttamente nella capitale<ref>{{Cita|Zorzi, 1992}}, p. 66</ref>, privilegio che però termino nel sangue nel 1171 a causa di [[Manuele I Comneno]]. I traffici commerciali raggiunsero il loro apice nel [[XIII secolo]], ma continuarono ad essere fondamentali nella vita politica e sociale di Venezia fino alla fine del [[XVI secolo]] e in questo periodo nascono anche le [[Muda|mude]] statali, convogli di navi appaltati ai marcanti che venivano utilizzate per raggiungere le terre più lontane dall'India, alla Cina, all'Inghilterra e le Fiandre. I traffici della Repubblica erano così estesi che nel 1325 si constatava l'esistenza di insediamenti veneziani nel nord Europa a [[Southampton]] e [[Bruges|Burges]] e in Asia: in Cina a Zaytun, l'attuale [[Quanzhou]], in Russia a [[Sudak]] e [[Azov]], in Turchia a [[Trebisonda]], in Giordania ad [[Amman]] e infine anche erano presenti altri insediamenti sulle rive del [[lago d'Aral]]<ref name=":2">{{Cita|Zorzi, 1992}}, pp. 158-163</ref>. Il commercio veneziano subì un forte declino alla fine del XVI secolo quando la concorrenza di portoghesi, spagnoli, inglesi e olandesi divenne asfissiante per i mercanti veneziani<ref>{{Cita|Zorzi, 1992}}, p. 366-367</ref>.
 
Le merci che i veneziani scambiavano maggiormente via mare e che affollavano il centrale mercato di [[Rialto (Venezia)|Rialto]] erano: cotone, tessuti, ferro, legname, [[allume]], sale e spezie<ref name=":1">{{Cita|Zorzi, 1992}}, p. 91-93</ref> scambiate già nel [[IX secolo]], risale infatti all'853 il testamento del vescovo [[Orso Partecipazio (vescovo)|Orso Partecipazio]] nel quale apparse per la prima volta il pepe<ref name=":02" />. Oltre al pepe Venezia scambiava grandi quantità di cannella, cumino, coriandolo, erba, garofano e molte altre spezie che rivestivano un ruolo fondamentale per la conservazione delle carni, per l'aromatizzazione di vini e per le cure mediche di cui la medicina veneziana ne faceva un largo uso. Tra le spezie figurano anche lo zucchero, prodotto a Cipro e raffinato a Venezia e tutti i profumi e gli incensi ampiamente utilizzati dai patrizi veneziani e durante le funzioni religiose. Oltre alle spezie l'oriente forniva anche pietre preziose e seta, viceversa Venezia portava in oriente metalli, legno, pellami e tessuti europei. Altro bene di cui Venezia deteneva il monopolio era il sale che veniva comparto ovunque ce ne fosse e data la sua utilità la Repubblica obbligava ogni mercante a trasportarne una certa quantità, il monopolio del sale oltre ad essere un privilegio commerciale era anche un deterrente politico contro le nazioni estere.
 
Altro bene di fondamentale importanza erano i cereali che erano gestiti dalla Camera del frumento in modo da osteggiare eventuali carestie, vi era poi una grande importazione di olio usato oltre che nel condimento anche per l'illuminazione<ref name=":2" />. Nel [[XV secolo]] subito dopo l'invenzione della stampa a Venezia nacque l'industria tipografica che nel secolo successivo con le sue cinquanta tipografie arrivò a produrre un quantità di libri superiore a quella delle maggiori città italiane. Altro prodotto di spicco dell'industria veneziana era il [[vetro di Murano]] che grazie alla sua qualità veniva utilizzato per la fabbricazione di vere opere d'arte oltre che per la creazione di lastre di vetro, già commerciate nel IX secolo<ref name=":02" /><ref>{{Cita|Zorzi, 1992}}, p. 282</ref>.