Confino: differenze tra le versioni

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Nel periodo fascista il confino politico fu applicato anche, dopo l'approvazione delle [[leggi razziali]] del [[1938]], agli [[omosessualità|omosessuali]], accusati di "attentato alla dignità della razza".
 
L'ideologia fascista propugnata da Bocchini voleva far credere che [[Benito Mussolini|Mussolini]] mandava i suoi avversari politici in vacanza. Questo fatto non è vero, come testimoniano le lettere dal confino di Gramsci. I confinati venivano tradotti nelle isole in catene e venivano assimilati ai delinquenti comuni, facendo passare l'idea che un oppositore politico fosse naturalmente un delinquente.
 
Vi è un fatto curioso raccontato in una intervista inedita a [[Indro Montanelli]] raccolta nel [[1999]] e pubblicata su [[Libero (quotidiano)|Libero]] il [[6 agosto]] [[2006]]: un noto giornalista, al proprio fidanzamento, si era fatto scappare all'ambasciatore inglese che i servizi italiani sapevano decifrare i loro codici nei messaggi radio. Per scoprire se fosse effettivamente vero l'ambasciatore fece mandare un messaggio con scritto ciò che il giornalista gli aveva rivelato. I servizi lo scoprirono e dapprima lo vollero condannare alla fucilazione, poi a 30 anni di carcere, infine al confino in un paesino della Calabria; poi, dato che soffriva di problemi respiratori, fu mandato ad [[Amalfi]] dove, dato che era sposato con una donna ricca, affittò un intero piano di un albergo. Dopo 7 mesi il confino fu revocato.