Anglicismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 94.38.234.48 (discussione), riportata alla versione precedente di Erardo Galbi
Etichetta: Rollback
Riga 20:
Nell'[[Italia]] degli [[anni 1930|anni trenta]], il regime fascista avviò contro l'anglismo e ed altri prestiti una campagna di [[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]], coordinata da [[Achille Starace]], volta ad assicurare l'eliminazione di parole straniere dalla lingua della quotidianità onde affievolire le potenziali influenze di culture allogene, interessando anche nomi di persona e la toponomastica, per esempio la nota attrice [[Wanda Osiris]] ribattezzata "Vanda Osiri" e la cittadina piemontese di [[Salbertrand]] rinominata ex novo "Salbertrano".
 
Se l'iniziativa metteva in risalto la ricchezza e l'efficacia del lessico italico, "caffè" in luogo di ''bar'', "giaccacircolo" per ''paletotclub'', "palla ovale" per ''[[rugby]]'', altrove sviliva il significato e l'estetica dell'oggetto in questione, come ''[[cachet]]'' (medicinale) sostituito con "cialdino" e ''[[sport]]'' con "diporto", quest'ultimo puntualmente evitato.
 
Va detto che gli interventi contro i forestierismi della [[Accademia d'Italia|Reale Accademia d'Italia]] e anche quelli di autori come [[Paolo Monelli]] con il suo ''[[Barbaro dominio]]'', erano rivolti soprattutto contro il francese che all’epoca rappresentava la lingua dalla maggiore interferenza. Caduto il regime, l’entrata degli anglicismi è però aumentata consistentemente “per poi prendere il sopravvento su ogni altra [lingua] dopo la Seconda guerra mondiale” (Migliorini-Baldelli, ''Breve storia della lingua italiana'', Sansoni, Firenze 1984, p. 342).
 
Nel 1987, l’invadenza dell’inglese nell’italiano è stata posta come un problema da [[Arrigo Castellani]], attraverso un articolo, il “Morbus Anglicus” (“Morbus Anglicus”, in Studi linguistici italiani, n. 13, 1987, Salerno Editrice, Roma, pp. 137-153), che lanciava un allarme di denuncia dell’anglicizzazione della nostra lingua. Di parere contrario erano invece [[Luca Serianni]] e [[Tullio De Mauro]], che contrastarono le sue tesi sostenendo che l’interferenza dell’inglese era un fenomeno normale, tesi che si è affermata in seguito nel pensiero dominante tra i linguisti. De Mauro, in particolare, mostrò con le statistiche la scarsa incidenza dell’inglese nelle voci dei dizionari (a quei tempi intorno all’1% dei lemmi) e soprattutto la loro diffusione nei linguaggi di settore, e non nella lingua comune o di base.
 
Negli ultimi anni, al contrario, sia [https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html Serianni] sia De Mauro, hanno riveduto le loro posizioni. Quest’ultimo, in particolare, dopo aver dichiarato che ne nuovo Millennio “gli anglismi hanno scalzato il tradizionale primato dei francesismi e continuano a crescere con intensità, insediandosi (...) anche nel vocabolario fondamentale” (''Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni'', Laterza, Bari 2014, p. 136) ha addirittura ammesso che ai giorni nostri siamo di fronte a uno “[https://www.internazionale.it/opinione/tullio-de-mauro/2016/07/14/irresistibile-l-ascesa-degli-anglismi tsunami anglicus]” (È irresistibile l’ascesa degli anglismi?”, 2016).
 
Nel 2015, in seguito alla petizione di [[Annamaria Testa]], “Dillo in italiano” che ha raccolto 70.000 firme contro l’abuso dell’inglese, l’[[Accademia della Crusca]] ha costituito il Gruppo Incipt, proprio per monitorare il fenomeno e arginare gli anglicismi incipienti con sostituitivi italiani. In questo contesto, il tema del ruolo e dell’impatto degli inglesismi sulla nostra lingua è tutt’ora aperto e al centro di dibattiti. Tra i “negazionisti” che si dichiarano non preoccupati per il fenomeno ci sono linguisti come [http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/antonelli.html Giuseppe Antonelli] o [http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/ok/Sgroi.html Salvatore Sgroi]. Tra gli studiosi che si sono invece dichiarati allarmati ci sono autori come [http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/anglicismi/Valle.html Gabriele Valle] o [[Antonio Zoppetti]] che hanno pubblicato libri e siti con le alternative italiane agli anglicismi proprio per arginare il fenomeno attraverso la circolazione dei traducenti italiani.
 
<br />
 
===Paesi di lingua francese===