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Dino Uberti, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la sua vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano, Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 66|mag}}</ref>
Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di donare al Comune di Livorno, attraverso testamento, la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e un lascito economico affinché il Comune istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 65, 68|mag}}</ref>
Il Comune di Livorno nel 1959 ricevette il lascito e istituì la ''Fondazione culturale d'arte Trossi-Uberti''.<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 68|mag}}</ref>
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