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I Trossi erano una nobile famiglia di origini [[Piemonte|piemontesi]]. Carlo, nato a [[Torino]] e residente a [[Biella]], era un imprenditore del settore della pettinatura della lana. Gestiva la "Pettinatura Italiana Ltd", società di famiglia con stabilimento a [[Vigliano Biellese]].<ref>{{Cita|Magonzi|p. 66|mag}}</ref>
 
La storia della famiglia Trossi si distingue per il frequente intervento in favore dei territori a loro più vicini. Carlo Trossi contribuì alla construzionecostruzione della scuola e dell'asilo di [[Gaglianico]], mentre a Biella realizzò il padiglione ospedaliero "Felice Trossi", intitolato al figlio scomparso a causa di un incidente stradale.
 
IlAnche il figlio Felice seguìfu laresponsabile sciadi delalcune padreopere di beneficenza: oltre a bonificare alcune aree dell'[[Agro romano|Agro Romano]] e del biellese, fece edificare un gruppo residenziale, denominato villaggio "Trossi", destinato ai lavoratori della fabbrica di famiglia.
 
'''Il testamento di Corinna Trossi e il lascito al Comune di Livorno'''
a Biella Carlo Trossi donò i territori sui quali costruire le residenze dei lavoratori della sua fabbrica e fece costruire un reparto dell'ospedale; a [[Gaglianico]] restaurò il castello dopo averlo acquistato.<ref>{{Cita|Magonzi|p. 66|mag}}</ref>
 
'''Il testamento di Corinna Trossi e il lascito al Comune di Livorno'''
 
Nel 1927 la proprietà della villa passò a Corinna Trossi<ref>{{Cita|Giuliano|p. 13|giu}}</ref>, sposata con l'imprenditore di origini biellesi Dino Uberti. Sia Corinna che il marito coltivavano un grande interesse per l'arte<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 66|mag}}</ref><ref>{{Cita|Sito della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|3=cor}}</ref>, che li portò a conservare nella villa opere di artisti di rilievo, alcune su loro commissione.
 
Dino Uberti, nato a Biella nel 1885, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la sua vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano (presso la galleria Scopinich), Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 66|mag}}</ref>
 
Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di donare al Comune di Livorno, attraverso testamento, la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e un lascito economico affinché il Comune istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.<ref>{{Cita|Magonzi|pp. 65, 68|mag}}</ref>