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=== '''La famiglia Trossi''' ===
{{citazione|D’azzurro, alla fascia d’argento, caricata da una stella del campo, posta tra un volo di nero, accompagnata in punta da due tralci di vite, fogliati e fruttati d’oro, decussati e ridecussati, posti in palo. <br />
Motto: Audendo proficit|[[Vittorio Spreti]], ''Enclopedia storico-nobiliare italiana''<ref name="spre">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 196, cfr. p. 55 sul Giuliano e Vianelli|giu}}.</ref>, ([[1932]]), descrizione dell'arma Trossi e del motto familiare}}
I Trossi erano una nobile famiglia di origini [[Piemonte|piemontesi]]. Carlo, nato a [[Torino]] e residente a [[Biella]], era un imprenditore del settore della pettinatura della lana. Gestiva la "Pettinatura Italiana Ltd", società di famiglia con stabilimento a [[Vigliano Biellese]].<ref name=":0">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 63|giu|cid=}}</ref>
Non vi sono elementi certi per determinare i motivi che spinsero i Trossi a spostarsi a Livorno. Tuttavia, è ragionevole correlare il loro trasferimento al già menzionato fascino turistico della città labronica, nota per il suo clima mite e per la sua ricchezza di attrattive mondane.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 55|giu}}</ref><ref name="Magonzi" />
La storia della famiglia Trossi si distingue per il frequente intervento in favore dei territori a loro più vicini. Carlo Trossi contribuì alla costruzione della scuola e dell'asilo di [[Gaglianico]], mentre a Biella realizzò il padiglione ospedaliero "Felice Trossi", intitolato al figlio scomparso a causa di un incidente stradale.
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'''Il testamento di Corinna Trossi e il lascito al Comune di Livorno'''
Nel 1927 la proprietà della villa passò a Corinna Trossi<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 13|giu}}</ref>, sposata con l'imprenditore di origini biellesi Dino Uberti. Sia Corinna che il marito coltivavano un grande interesse per l'arte<ref name=":0" /><ref>{{Cita|Sito della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|3=cor}}</ref>, che li portò a conservare nella villa opere di artisti di rilievo, alcune su loro commissione.
Dino Uberti, nato a Biella nel 1885, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano (presso la galleria Scopinich), Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel Dicembre del 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.<ref name=":0" /> I quotidiani locali espresso giudizi molto positive sulle opere di Uberti.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 63|giu}}</ref>
Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di donare al Comune di Livorno, attraverso testamento, la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e un lascito economico affinché il Comune istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.<ref name="Magonzi" /><ref name=":1" />
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== Descrizione ==
Villa Trossi Uberti è circondata da un parco a perimetro rettangolare, delimitato da un alto muro di recinzione.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 11|giu}}</ref>
L'accesso alla villa è garantito da due ingressi distinti: quello principale a ovest su via Ravizza (già via della Palazzetta Comunale) e quello secondario a est su via Pastrengo. L'ingresso principale dell'edificio presenta una particolarità architettonica: il progettista, attraverso l’utilizzo di un numero dispari di [[Colonna|colonne]] di [[ordine dorico]], ha suddiviso il [[portico]] in due [[Campata|campate]] di egual dimensione, realizzando quindi due ingressi di pari rilievo.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 14|giu}}</ref>
Entrando nella villa, al piano terra si nota un [[portale]] di importanti dimensioni che mette in comunicazione il salone principale e lo spazio contiguo a destra, evidenziando la concezione del progettista di considerare i due ambienti come un unico spazio.<ref name=":2">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 15|giu}}</ref> Sul lato sinistro si può osservare invece l’ultima stanza della villa in cui sono state mantenute le decorazioni della [[Volta (architettura)|volta]] a carrozza, ornata da motivi allegorici e grotteschi: tutte le altre stanze hanno perso le decorazioni in seguito agli interventi di restauro messi in atto dopo la Seconda Guerra Mondiale.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 16|giu}}</ref> L'ambiente centrale del piano terra è occupato dallo [[scalone]] in marmo, che collega il piano terra a quello superiore ("piano nobile").
Di particolare rilievo è la disposizione che il progettista ha scelto per porte e finestre. Osservando la facciata posteriore (a est), si notano al piano terra due piccoli portoni di servizio che affiancano il portone di accesso secondario della villa: uno porta alla cucina, mentre l'altro funge da collegamento diretto verso il vano scala che conduce al secondo piano. Al primo piano, due finestre sormontate da [[Timpano (architettura)|timpani]] curvilinei sono collocate lateralmente rispetto a un infisso ad [[arco a tutto sesto]], realizzato in vetro piombato. Parte della vetrata dell'infisso è costituita da due [[Medaglione (architettura)|medaglioni]] raffiguranti due [[Veliero|velieri]]. Sempre in riferimento al primo piano, osservando le facciate laterali si notano tre finestre collocate sulla [[fascia marcapiano]], distinte da timpani di tipologia differente: curvilinei ai lati, triangolare al centro. Il secondo piano si caratterizza per una successione di piccole finestre quadrate sulle facciate, interrotta solamente da un'ampia portafinestra ad [[arco ribassato]].<ref name=":2" />
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La modularità è un elemento ricorrente nella struttura della villa Trossi Uberti.
Anzitutto, il modulo quadrato è l'elemento chiave che costituisce la planimetria: riproposto continuamente dal progettista, suddivide in modo analogo gli spazi di piano terra e primo piano, oltre a caratterizzare le due campate del portico.<ref name=":2" /> Da notare inoltre la modularità di pianta e prospetto: così come il portico emerge dalla pianta dell'edificio, la torretta a pianta quadrata si erge dal prospetto.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|pp. 18-19|giu}}</ref>
'''Materiali e decorazioni'''<br />Il materiale principale con cui è stata costruita la villa è la [[pietra panchina]] (diffusa nella zona livornese) mista a un tritume di gusci di conchiglie, trattata con intonaco.<ref name=":3">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 19|giu}}</ref>
Il [[marmo]], invece, è utilizzato nei ricorrenti caminetti (al piano terra ne sono collocati due: uno realizzato in marmo rosa e uno in marmo nero<ref name=":2" />) e per il pavimento in [[Palladianesimo|palladiana]], costituito da un [[mosaico]] in graniglia di marmo.
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore1=Laura Giuliano e Vianelli|autore2=Daniela Vianelli|titolo=Villa Trossi Uberti tra arte, cultura e storia|anno=1998|editore=Itinera scrl progetti e richerche|città=Livorno|cid=giu}}
* {{cita pubblicazione |autore=|nome=Gianfranco |cognome=Magonzi |titolo=Villa Trossi e la Fondazione Trossi-Uberti |rivista=CN – Comune Notizie. Rivista del Comune di Livorno |editore=Comune di Livorno |città=Livorno |volume=|numero=88 n.s. |anno=2014 |mese=ottobre-dicembre |pp=65-72 |url=http://www.comune.livorno.it/_livo/uploads/2015_01_21_10_55_46.pdf |cid=mag|accesso=13 maggio 2019}}
*{{Cita web|url=http://www.fondazionetrossiuberti.org/corinna-trossi/|titolo=Corinna Trossi - Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|cid=cor}}
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