Terremoto di Messina del 1908: differenze tra le versioni

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A [[Palmi]] la scossa fu altrettanto rovinosa, causando circa 700 morti e un migliaio di feriti. Il centro abitato era composto da 2221 case (molte delle quali con pessimi sistemi di costruzione) delle quali 445 crollarono, 1189 restarono gravemente danneggiate e in 387 si ebbero danni lievi.<ref>{{cita web |url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html |titolo=Copia archiviata |accesso=8 marzo 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326005845/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html |dataarchivio=26 marzo 2015 }}</ref> Andarono distrutte inoltre la [[Chiesa di Maria Santissima Immacolata e San Rocco|chiesa di San Rocco]], il [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|Duomo]] e diversi [[Palmi#Ville e palazzi|edifici pubblici]]<ref>Isabella Loschiavo Prete, "Il terremoto del 1908 nel circondario di Palmi", Anno 2008, ISBN 978-88-7351-213-4</ref>
 
A [[Polistena]] il tragico evento fece registrare 6 morti, 30 feriti, e moltissimi edifici danneggiati e anche completamente distrutti; su 2.257 case che componevano la località 52 crollarono, 53 risultarono gravemente lesionate tra queste la casa chedi abitavaFrancesco FortunatoMorani Moranon. -1804 ( Artista e " Scopettiere") e in 204 si registrarono lievi danni.<ref>The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading {{cita web |url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html |titolo=Copia archiviata |accesso=8 marzo 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326005845/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html |dataarchivio=26 marzo 2015 }}</ref> Tra le chiese, i danni maggiori si ebbero alla Chiesa della Trinità con il crollo del tetto, alla Chiesa dell'Immacolata con il crollo parziale della facciata, e al Duomo di Santa Marina Vergine che, a causa degli ingenti danni subiti nell'intero edificio, fu sul punto di venire abbattuto per poi invece essere sottoposto a un radicale restauro molti anni dopo.<ref>Giovanni Russo, "Polistena nelle immagini di ieri", 1985, Edizioni Priulla, Palerno</ref> Anche nei pressi di [[Catanzaro]], in particolare a [[Tiriolo]], si ebbero molti danni ma pochi decessi, data la modesta dimensione delle abitazioni.<ref>storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html</ref>
 
In [[Sicilia]] si ebbero crolli anche a [[Maletto]], [[Belpasso]], [[Mineo]], San Giovanni di [[Giarre]], [[Riposto]] e [[Noto (Italia)|Noto]]. A [[Casalvecchio Siculo]] cadde parte della seicentesca Chiesa Matrice; a [[Savoca]] crollò la sede municipale, un palazzo [[secolo XIV|trecentesco]] chiamato altresì ''Curia''. A [[Santa Teresa di Riva]] crollò il campanile della [[Santuario di Santa Maria del Carmelo (Santa Teresa di Riva)|chiesa del Carmine]]. A [[Caltagirone]] crollò per metà il quartiere militare.