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Nel 1927 la proprietà della villa passò a Corinna Trossi<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 13|giu}}</ref>, sposata con l'imprenditore di origini biellesi Dino Uberti. Sia Corinna che il marito coltivavano un grande interesse per l'arte<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=http://www.fondazionetrossiuberti.org/corinna-trossi/|titolo=Corinna Trossi - Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|accesso=20 maggio 2019}}</ref>, che li portò a conservare nella villa opere di artisti di rilievo, alcune su loro commissione.
Dino Uberti, nato a Biella nel 1885, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano (presso la galleria Scopinich), Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel Dicembre del 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.<ref name=":0" /> I quotidiani locali
Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di effettuare una corposa donazione al Comune di Livorno: attraverso testamento, lasciò al comune la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e altri beni mobili.<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazionetrossiuberti.org/la-fondazione-darte/|titolo=La Fondazione d'Arte - Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|accesso=20 maggio 2019}}</ref> Impegnò quindi il Comune affinché istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.<ref name="Magonzi" /><ref name=":1" />
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