Bettola: differenze tra le versioni
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Nel [[1496]] la notizia dell'apparizione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] ad una pastorella presso una quercia nei dintorni di Bettola determinò la nascita di un vastissimo e sentito culto popolare: sul colle della visione vennero fondati una chiesa ed un convento francescano. Soppressa l'istituzione religiosa in epoca napoleonica il santuario rovinò rapidamente assieme al convento, adibito per un breve periodo a carcere. Solo nel 1954 venne costruita una nuova cappella sul luogo dell'apparizione, vicino a quel che resta del convento. La quercia e la statua mariana oggetto di culto sono oggi conservate nel nuovo Santuario della Madonna della Quercia costruito nella piazza principale di Bettola.
Secondo alcune fonti, sarebbe originario del comune di Bettola anche il navigatore [[Cristoforo Colombo]], tanto è che al centro della piazza si trova una statua dedicata al famoso navigante<ref name=bettola>{{cita web|url=http://www.comune.bettola.pc.it/pagina.asp?IDpag=240&idbox=81&idvocebox=287|titolo=Cristoforo Colombo e Bettola|sito=comune.bettola.pc.it|urlmorto=sì|accesso=1 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110929105425/http://www.comune.bettola.pc.it/pagina.asp?IDpag=240&idbox=81&idvocebox=287|dataarchivio=29 settembre 2011}}</ref>. Nella [[frazione geografica|frazione]] Pradello Colombo ancora oggi esiste una torre medievale che da sempre viene chiamata "Torre dei Colombo" o "Torre Colombo". Tradizionalmente viene indicata come dimora dei genitori di Cristoforo o addirittura come la casa natale dello scopritore; storicamente accertato è comunque che sia la torre che i terreni circostanti appartenessero effettivamente al ramo dei Colombo di Pradello. La torre ospita attualmente un piccolo museo di memorie colombiane. Essendo Bettola posta lungo quella che un tempo era una via di scambio tra il [[Genovesato]] e la [[Pianura padana]] potrebbe essere ritenuto probabile un trasferimento di Giovanni e Domenico Colombo, nonno e padre del navigatore, da Quinto o da Terrarossa di Mocònesi a Pradello di Bettola <ref>Pier Giorgio Oliveti, Mauro Busi e Andrea Chiari, Lungo l'Arda e il Nure, Istituto Geografico DeAgostini, 1990, pag. 37</ref>.
La famiglia Nicelli, durante i secoli XV e XVI, estese i propri possedimenti anche su buona parte del territorio di Bettola: numerosi sono i castelli che i Nicelli rilevarono nella zona oppure edificarono ex novo per difendere i propri interessi. Gli edifici fortificati dei dintorni di Bettola sono spesso attinenti alla tipologia della "casa-torre". Abbiamo a che fare con robusti edifici in pietra, realizzati in maniera estremamente austera con le limitate tecniche costruttive della montagna, che nulla o quasi concedono alla decorazione ed alla rappresentanza, ma che nella loro essenzialità testimoniano il rapporto con l'architettura tipica dei borghi rurali e rappresentano la fase storica in cui queste vallate erano dominati dai "signori della montagna", primi fra i quali erano gli stessi Nicelli. Le continue feroci lotte tra i Nicelli e la famiglia dei Camia convinsero, attorno al 1540, [[papa Paolo III]] Farnese ad intervenire per riportare ordine nella zona. Si deve a questo fatto la costruzione della cosiddetta "Torre Farnese", fortilizio edificato nei pressi di Bettola sede degli inviati pontifici, simbolo di un potere centrale che veniva a cancellare le residue ambizioni feudali. La Torre fu presto bruciata dai Nicelli medesimi, approfittando della congiura che soppresse a Piacenza il duca Pier Luigi Farnese; Ottavio Farnese ne ordinò la ricostruzione nel 1562.
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