Brigate Matteotti: differenze tra le versioni

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* Nel '''Lazio''': il 10 settembre [[1943]] [[Sandro Pertini]] è a [[Porta San Paolo]] con i primi gruppi di resistenza socialisti, nel tentativo di contrastare l'ingresso nella Capitale delle truppe tedesche, combattendo a fianco dei granatieri e usando come proiettili anche cubetti di porfido. Si guadagna in questi giorni la [[medaglia d'oro al valor militare]]<ref>[http://www.resistenzaitaliana.it Da: Resistenza italiana.it].</ref>; con lui sono il futuro ministro [[Mario Zagari]], il sindacalista [[Bruno Buozzi]]<ref>Trucidato a La Storta il 4 giugno 1944.</ref>, [[Giuseppe Gracceva]] e [[Alfredo Monaco]]<ref name=ossicini>Adriano Ossicini, ''Un'isola sul Tevere'', Editori Riuniti, Roma, 1999, pag. 197-198.</ref>. Contemporaneamente le prime "squadre Matteotti" combattono a piazza Tuscolo, mettendo in fuga una pattuglia tedesca e uccidendone il comandante; a [[Porta Portese]], provocando sette vittime tra i tedeschi; a [[Gordiani|borgata Gordiani]], con [[Nicola Conte (ufficiale)|Nicola Conte]], alle [[Capannelle (zona di Roma)|Capannelle]], a via Appia Nuova e alla Basilica di [[San Giovanni in Laterano|San Giovanni]]. Fa parte del gruppo dirigente delle formazioni partigiane anche [[Pietro Nenni]], rifugiato nel [[Palazzo del Laterano]].
 
:Una delle azioni più eclatanti delle formazioni romane avvenne a Roma il 25 gennaio [[1944]]. Difatti nell'ottobre del [[1943]], [[Sandro Pertini]] e [[Giuseppe Saragat]] erano stati catturati dalle [[SS]] e condannati a morte per la loro attività partigiana. Tuttavia la sentenza non venne eseguita grazie all'azione dei partigiani socialisti che si concluse con la loro evasione dal carcere di [[Regina Coeli (carcere)|Regina Coeli]]. L'azione fu organizzata da [[Giuliano Vassalli]], che si trovava presso il tribunale militare italiano, con l'aiuto di altri partigiani delle Brigate Matteotti, tra cui Giuseppe Gracceva, [[Massimo Severo Giannini]], Filippo Lupis, Ugo Gala<ref name=Vassalli>Giuliano Vassalli e Massimo Severo Giannini, [http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2008/4/44-45_Vassalli.pdf''Quando liberammo [[Sandro Pertini|Pertini]] e [[Giuseppe Saragat|Saragat]] dal carcere nazista''], Patria Indipendente, Pubblicazione ANPI.</ref> e il medico del carcere Alfredo Monaco<ref name=Roma /><ref name=Vassalli />. Si riuscì così prima a far passare Saragat e Pertini dal "braccio" tedesco a quello italiano e quindi a produrre degli ordini di scarcerazione falsi, redatti dallo stesso Vassalli, per la loro liberazione (a conferma dell'ordine arrivò anche una falsa telefonata dalla questura, fatta da [[Marcella Ficca Monaco|Marcella Monaco]], moglie di Alfredo<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.liceocavour.it/extracurr/html/3.9.HTM Marcella Monaco - I protagonisti della Resistenza a Roma] {{Webarchive|dateurl=novembre 2017https://web.archive.org/web/20110722041249/http://www.liceocavour.it/extracurr/html/3.9.HTM |botdate=InternetArchiveBot22 luglio 2011 }}.</ref>). I due furono dunque scarcerati insieme ai partigiani Luigi Andreoni del [[Partito Socialista Italiano|PSIUP]], Torquato Lunadei, Ulisse Ducci, Carlo Bracco e Luigi Allori. A Marcella Monaco verrà conferita la [[Ricompense al valor militare|medaglia d'argento al valor Militare]].
 
:[[Francesco Malfatti di Montetretto]], figlio di un dissidente già esule in Francia, costituì una rete informativa segreta per la raccolta di informazioni, che mise a disposizione di [[Peter Tompkins]], agente del servizio segreto statunitense [[Office of Strategic Services|OSS]]. Tale rete era formata da una sessantina di uomini che, ventiquattro ore su ventiquattro, sorvegliavano i movimenti delle truppe tedesche in entrata e in uscita da Roma, sulle vie consolari<ref>Peter Tompkins, ''Una spia a Roma'', Il Saggiatore, Milano, 2002, pagg. 112-113.</ref>. Ciò permise a Tompkins, con la collaborazione degli operatori di “Radio Vittoria”, di tenere costantemente informato il contingente anglo-americano della testa di ponte di Anzio, con notizie affidabili.