Cimarroni: differenze tra le versioni
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== Etimologia ==
Nella variante [[Hispanidad#L'hispanidad nel mondo#America|americana]] della [[lingua spagnola]] il vocabolo ''cimarrón'' indica genericamente qualsiasi animale importato dai colonizzatori nelle Americhe/[[Antille]] si sia dato alla macchia (''cimarra'' significa appunto "[[boscaglia]]"): [[canis lupus familiaris|cani]] (tale è il caso del [[cimarrón uruguayo]], cane rinselvatichitosi in [[Uruguay]]), [[bos taurus|buoi]]<ref>Butel, Paul (1983), ''I pirati dei Caraibi : le favolose gesta della filibusta nei mari dell'America Centrale'', Milano, Mondadori, pp. 89-99 : Il fenomeno dei [[bos taurus|buoi]] rinselvatichitisi, a [[Santo Domingo]] come nel resto delle [[Antille]], fu fondamentale per l'originarsi dei [[bucanieri]]. "Gli stranieri che visitarono le Antille all'inizio del secolo XVII, furono colpiti dal numero straordinario di mandrie erranti nelle savane dell'isola [Santo Domingo]" (''Cit.'', p. 90).</ref>, [[Equus caballus|cavalli]]<ref>La fuga di [[Equus caballus|cavalli]], nella [[Nuova Spagna]] ([[Messico]]), fu alla base del successivo sviluppo della razza [[Mustang (cavallo)|mustang]].</ref>, ecc.<br />
Il termine passò poi ([[1540]]) ad indicare anche la "carne umana" di proprietà dei ''conquistadores'' fuggita nell'entroterra per riscattare la propria libertà. Il vocabolo ''
Il vocabolo "cimarroni", adattato direttamente dall'originale spagnolo, appare nella [[lingua italiana]] sin dal [[XVII secolo]] per tramite delle relazioni dei missionari cattolici nelle Americhe<ref>A titolo di esempio: Garzia, Francesco (1686), ''Istoria della conuersione alla nostra santa fede dell'Isole Mariane, dette de' Ladroni nella Vita, Predicatione, e morte gloriosa per Christo del venerabile Padre Diego Lvigi di Sanvitores...'', Napoli, per Camillo Cavallo e Michele Luigi Mutij, pp. 123-133.</ref>. D'uso ancora abbastanza comune nel XIX secolo<ref>AAVV (1853), ''Storia naturale illustrata del regno animale, tratta dalle opere dei più distinti e moderni naturalisti italiani e stranieri'', v. I, Venezia, Antonelli, p. 129.</ref>, è oggi considerato vocabolo raro ma non antico<ref>Marri, Fabio (1997), ''La lingua del «Cristianesimo felice»'', in Harro Stammerjohann, Hans-Ingo Radatz [a cura di] (1997), ''Italiano: lingua di cultura europea : atti del simposio internazionale in memoria di Gianfranco Folena'', Tubinga, Naar, p. 177.</ref>.
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