Resistenza italiana: differenze tra le versioni

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Operanti al di fuori del [[CLN]] ma di qualche importanza, dal punto di vista militare, [[Anarchici e Resistenza|agivano formazioni partigiane anarchiche]] locali come le [[Brigate Bruzzi Malatesta]] che talvolta [[Brigate anarchiche operanti nella Resistenza|mantenevano rapporti di intervento]] armato con altre formazioni legate a Giustizia e Libertà e al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] come le Brigate Matteotti e alla formazione romana sempre di [[Giustizia e Libertà]] al comando di [[Vincenzo Baldazzi]]. Dove gli anarchici non riuscirono a organizzare formazioni autonome confluirono nelle Brigate Garibaldi, come nel caso di [[Emilio Canzi]], soprannominato il ''colonnello anarchico'' comandante unico delle XIII zona operativa del piacentino<ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/316/dossier19.htm Lassù sull'Appennino di Franco Sprega]</ref>.
 
Un'altra formazione non direttamente collegata al CLN fu il movimento comunista [[Bandiera Rossa (movimento)|Bandiera Rossa]], operante principalmente a [[Roma]] che ebbe 68 militanti fucilati alle [[fosseFosse Ardeatine]], numero molto elevato (corrispondente a poco meno di un quinto del totale degli uccisi);<ref>Facevano parte di questo gruppo comandanti militari come [[Vincenzo Guarniera]], nome di battaglia ''Tommaso Moro'', [[Orfeo Mucci]], [[Aladino Govoni]] [[Medaglia d'oro al valor militare]], e lo stesso [[Giuseppe Albano|Giuseppe Albano, il ''Gobbo'']].</ref> questo gruppo era numericamente la più forte formazione partigiana attiva nella capitale, ufficialmente costituita da almeno 1.185 miliziani<ref>[http://www.mediterranei.eu/virgilioweb/guidoni.htm Unico Guidoni, ex alunno del Virgilio, ucciso alle Fosse Ardeatine]</ref>. I partigiani di Bandiera Rossa Roma agivano spesso in cooperazione con i militanti della "banda del Gobbo"; il "Gobbo" era legato politicamente ai socialisti, direttamente con Pietro Nenni.
 
Inoltre ancora al di fuori del CLN (mantenendo o meno collegamenti per questioni operative) per quanto riguarda i partigiani anarchici agivano [[Brigate anarchiche operanti nella Resistenza|molte formazioni libertarie]] che operavano nell'alta Toscana come il [[Battaglione Lucetti]] e la [[Elio Lunense]]<ref>[[Brigate Anarchiche operanti nella Resistenza#Nomi di Spicco|Giovanni Mariga]] vicecomandante di una delle formazioni operanti in zona fu decorato medaglia d'oro al valor militare, da lui rifiutata per coerenza con l'ideologia libertaria</ref>, ad esempio, e diverse formazioni autonome [[Squadre di azione patriottica|SAP]] di indirizzo libertario operavano a [[Genova]] e nel ponente ligure. A Genova l'inizio armato delle ostilità verso i [[nazifascismo|nazifascisti]] è da ascrivere probabilmente a un gruppo ancora non organizzato di [[Anarchici e Resistenza a Sestri Ponente|comunisti anarchici di Sestri]]<ref>nelle formazioni del [[genovesato]] e del savonese militavano [[Arrigo Cervetto]] e [[Lorenzo Parodi]]</ref>
 
=== Crescita della Resistenza ===
A novembre [[1943]] le forze partigiane erano salite a 3.800 uomini di cui 1.650 in Piemonte, in maggioranza ancora raggruppati in formazioni autonome sotto la guida di ufficiali inferiori come Vian (che verrà ucciso dai tedeschi nell'aprile [[1944]]), Dunchi, "Aceto", Marcellin, Superti, Beltrami e soprattutto Martini "Mauri". Crebbero però anche le formazioni politiche: i garibaldini, con Colajanni "Barbato", [[Cino Moscatelli|Moscatelli]] "Cino", [[Aldo Gastaldi]] "Bisagno", Mautino "Carlino", i giellisti con Bianco, Galimberti, Dalmastro, Agosti, i cattolici con i fratelli Di Dio e Mario Cencigh. In questa fase iniziale si precisarono subito i contrasti di impostazione generale presenti tra alcune componenti militari, legate alla Monarchia, e le formazioni partigiane legate ai partiti politici antifascisti; in collegamento con i propositi conservatori della dirigenza del Regno e con l'accordo delle potenze anglosassoni, sorsero quindi istanze a favore di una resistenza limitata al sabotaggio e alla raccolta di informazioni in attesa dell'arrivo delle forze regolari alleate<ref>{{Cita|Bocca1995|pp. 106-108.}}</ref>.