Programma Vostok: differenze tra le versioni

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Nonostante ciò non si poteva lasciare inconsiderato il fattore tempo. Con la fine della fase di preparazione nell'aprile del [[1958]] fu chiaro che si poteva risparmiare una quantità enorme di tempo ed energia rinunciando a un sistema sofisticato d'atterraggio. Si calcolò di catapultare il cosmonauta dall'abitacolo della capsula, raggiunta una determinata altezza e, quindi, farlo atterrare mediante un paracadute, indipendentemente dalla capsula. Contemporaneamente con la fine della fase di progettazione venne immediatamente nominata una commissione per voli nello spazio equipaggiati, presieduta da [[Konstantin Rudnev]] che a sua volta fu già presidente della commissione per la tecnologia di difesa militare (GKOT), onde coordinare e centralizzare in maniera più opportuna tutti i progetti del programma Vostok. Vicepresidente della commissione venne nominato Korolëv stesso.
 
Il consiglio dei capi costruttori dell'Unione Sovietica deliberò a novembre del [[1958]] di preparare un volo nello spazio con equipaggio e di dare a tale progetto, considerato come civile, l'assoluta priorità nei confronti dei vari progetti a uso militare. Nella stessa occasione venne deciso che tale missione doveva assolutamente essere di carattere orbitale. Già agli inizi del [[1959]] si poté dunque cominciare con la costruzione della capsula Vostok e pertanto si era nuovamente in largo anticipo sugli americani, sia dal punto di vista organizzativo, sia per quanto riguardava il fattore tempo di realizzazione. Fattore negativo per la qualità di tutto il progetto fu l'abitudine di far correre parallelamente le fasi di costruzione e realizzazione; infatti, fu quasi del tutto impossibile eseguire test della capsula a terra, con la conseguenza di assumersi enormi rischi per guadagnare una un'ulteriore vittoria di tappa nella corsa verso lo spazio. Ad ogni modo, già nell'autunno del 1959, fu possibile completare nell'impianto di produzione di KuibyschevKujbyšev (al giorno d'oggi [[Samara (Russia)|Samara]]) una cosiddetta ''elettrica analoga'', cioè la prima capsula completa, sebbene ancora priva di scudo termico.
 
Con questo passo si concluse l'equipaggiamento fondamentale del programma e l'ultimo stadio sviluppato del razzo vettore, fece sì che R-7 diventasse uno dei vettori più potenti e di maggior successo, uno dei più sicuri e affidabili lanciatori tra quelli impegnati nel mondo, fatto dimostrato dalla longevità dello stesso assunto come colonna portante di tutta l'esplorazione spaziale sovietica.
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Ovviamente tale lancio fallito non fu reso noto al pubblico, bensì si effettuò una ripetizione del lancio neanche un mese più tardi (per la precisione il 19 agosto). La capsula denominata Korabl 2 (anche questa erroneamente considerata dal mondo occidentale come [[Sputnik 5]]) con, a bordo, i due cani Belka e Strelka, nonché da due ratti e quaranta topi, raggiunse perfettamente la traiettoria d'orbita prevista. Il 20 agosto, effettuate ben 10 orbite terrestri, avvenne l'atterraggio sicuro della capsula nei pressi della località di [[Orsk]]. Gli animali che si trovavano a bordo vennero catapultati dall'abitacolo della capsula e furono sottoposti a un'accelerazione pari a circa 10 g. Ciò nonostante sopravvissero e pertanto si poté considerare che l'insieme R-7/blocco E/Vostok avesse raggiunto l'affidabilità richiesta per un volo equipaggiato dal primo essere umano destinato a volare nello spazio. Gli americani, che ovviamente stavano spiando la rapida evoluzione sovietica, dovettero cominciare a preoccuparsi, dato che i risultati fino a tale momento raggiunti dal programma Mercury erano meno che insoddisfacenti.
 
Nell'agosto del 1960 furono definiti ulteriori dettagli per le successive missioni, eseguite ancora senza equipaggio. Furono, infatti, effettuate varie modifiche nel design della capsula, inserite semplificazioni e ottenuti risparmi della massa. Furono inoltre discussi e decisi diversi dettagli del sistema di salvataggio e della tuta spaziale SK-1. Un gruppo di influenti personalità dell'esplorazione spaziale sovietica (tra cui spiccano Korolëv, il responsabile delle truppe di missili strategici [[Mitrofan Nedelin]], il vicepresidente del consiglio dei ministri Dimitri[[Dmitrij Ustinov]] nonché il vicepresidente dell'accademia delle scienze dell'Unione Sovietica [[Mstislav KeldyschKeldyš]]) il 19 settembre sottopose al comitato centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica la proposta di spostare la data per il primo volo nello spazio equipaggiato da un essere umano per il dicembre dello stesso anno. L'approvazione di tale proposta da parte del Comitato centrale e del consiglio dei ministri seguì l'11 ottobre e diede il via libera per il primo volo nello spazio di un essere umano.
 
Tale approvazione comunque non fu sufficiente. Singoli sistemi e strumenti, tra i quali in prima linea bisogna evidenziare il seggiolino eiettabile (di vitale importanza), non erano ancora funzionanti in maniera sufficientemente affidabile oppure erano ancora dotati di disfunzioni tali da mettere in serio pericolo l'incolumità dei cosmonauti. Infatti, un test del seggiolino eiettabile causò la morte del probante, fatto che mise in serio dubbio che il termine di dicembre potesse effettivamente essere rispettato.
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Il fatto che comunque fu decisivo per l'ulteriore spostamento del termine fu notevolmente più grave. Il 24 ottobre un missile intercontinentale del tipo R-16, allora la nuovissima invenzione dell'impianto di produzione OKB Jangel, [[Catastrofe di Nedelin|esplose sulla rampa di lancio del cosmodromo di Bajkonur]]. L'inferno causò la morte di oltre 200 dipendenti, tra cui i maggiori esponenti e specialisti della tecnica spaziale, primo fra tutti il responsabile delle truppe di missili strategici, il maggiore generale Nedelin, uno dei maggiori sostenitori di tutto il programma spaziale. Non solo la sua morte, ma la perdita di tutto il personale creò un vuoto che dovette essere colmato il più in fretta possibile.
 
Per motivi di sicurezza venne dunque deciso di inserire due ulteriori missioni prive di equipaggio, entrambe programmate per dicembre. La prima delle due fu Korabl 3 (ancora erroneamente chiamata [[Sputnik 6]] da parte del mondo occidentale), lanciata il 1º dicembre. Durante questa missione vennero trasportati, fra l'altro, i due cani PchelkaPčelka e MushkaMuška. Però il congegno propulsore TDU-1, nuovamente, non funzionò alla perfezione, pertanto, la traiettoria di rientro fu notevolmente troppo piana. Esistono due diverse versioni sul destino della capsula. La prima sostiene che la capsula atterrò dopo 17 orbite terrestri nelle acque dell'Oceano Pacifico, ma non venne mai recuperata a causa dell'incertezza sulla posizione esatta di tale ammaraggio. La seconda versione sostiene che la capsula fu distrutta da cariche esplosive onde evitare di cadere in mani straniere. Accertato rimane solo il fatto che i due cagnolini morirono e la capsula non fu mai recuperata. Inoltre tale missione fornì delle importanti certezze: in caso di una missione equipaggiata da cosmonauti, la capsula sarebbe stata in grado di atterrare anche senza l'ausilio del congegno propulsore, dato che volava su una traiettoria d'orbita ellittica e pertanto il suo rientro in atmosfera sarebbe avvenuto in maniera ''naturale'' dopo alcuni giorni di volo. Dall'altra parte ciò avrebbe significato l'incontrollabilità del luogo d'atterraggio. Infatti non venne mai preso in considerazione un atterraggio in mare dato che un rientro a terra all'estero (comunque in terra non comunista) sarebbe stato valutato come catastrofico dal punto di vista propagandistico. Si doveva quindi perfezionare il congegno propulsore TDU-1 onde superare tali difficoltà e, in particolar modo, per garantire assolutamente l'atterraggio sicuro e il veloce recupero del cosmonauta. Fu evidentemente chiaro che si dovessero attendere alcuni mesi del [[1961]] prima di poter lanciare il primo uomo nello spazio.
 
Seguì la missione Korabl 4, anch'essa a suo modo infelice. Infatti, durante il lancio avvenuto il 22 dicembre uno dei congegni propulsori del lanciatore Vostok non bruciò per tutta la durata prevista. A causa di questa perdita di spinta, la capsula non poté raggiungere la traiettoria d'orbita prevista e, perciò, la missione dovette essere immediatamente interrotta, staccando la capsula dal razzo vettore per farla atterrare nell'est della Siberia. I due cagnolini Domka e Krasonka che si trovavano a bordo della capsula, sopravvissero all'atterraggio d'emergenza, nonostante il violento impatto a terra, ma perirono all'interno della capsula, dato che il recupero della stessa richiese oltre due giorni. A causa del fallimento la missione non venne più denominata Korabl 4, ma Vostok 1KA-s/n 4.
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L'inconveniente di questo lancio diede fondati motivi di preoccupazione, dato che il primo volo nello spazio di un essere umano doveva a ogni costo concludersi con successo. La morte di un cosmonauta sarebbe automaticamente stata la fine di tutti i successivi programmi spaziali sovietici, pertanto, per minimizzare i rischi, la capsula fu nuovamente modificata, cambiando ufficialmente denominazione: 3KA. Tra i vari interventi fu aumentato lo strato di cemento amianto dello scudo termico, inizialmente con uno spessore di 3 cm, portandolo a un totale di 13 cm. Inoltre venne ridotta la durata della prima missione, prevedendo una sola orbita (cioè un totale di circa 90 minuti) e non più 17 orbite - in pratica a una missione della durata di un giorno intero. Nel frattempo furono gli americani ad annunciare ufficialmente il loro primo volo suborbitale per il 28 aprile [[1961]]. Da tale annuncio fu il partito stesso a premere con assoluta insistenza sulla realizzazione dei progetti prima di tale termine.
 
Per eseguire alcuni test finali, vennero costruiti degli appositi manichini, chiamati ''Space Dummies'', cioè bambole della dimensione e del peso di un uomo, che avrebbero conferito al sistema Vostok il sigillo di ''Space Proof'' (provato/idoneo per lo spazio). Durante il volo di Korabl 4, eseguito il 9 marzo 1961 e che durò circa un'ora e mezzo e che in occidente venne denominato [[Sputnik 9]], tutto procedette come previsto e sia il cane TschernuskaČernuska come pure il manichino che si trovava a bordo della capsula usata per questa missione poterono essere recuperati incolumi dopo il loro atterraggio. Al lancio di Korabl 5 eseguito il 25 marzo e conosciuto in occidente come [[Sputnik 10]], assisterono i sei candidati per la prima missione presenti al [[cosmodromo di Bajkonur]]. In questa missione erano a bordo il cane Svjosdotschka e il manichino chiamato "Ivan IvanovichIvanovič n. 2". L'atterraggio avvenuto a circa 80 km da [[IshevskIževsk]] riuscì da manuale.
 
Con questi test finali i costruttori poterono dare il loro benestare al procedere del programma e già il successivo volo, programmato per l'inizio di aprile, sarebbe stato eseguito con equipaggio umano.
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==Il gruppo cosmonauti n. 1==
 
Il fattore umano per un volo nello spazio non venne mai sottovalutato da Korelev, pertanto, sin dall'inizio del 1959, cominciò la ricerca meticolosa di candidati idonei seguendo un rigidissimo e severo processo di selezione. Diverse categorie di lavoro vennero immediatamente prese in considerazione per la selezione di futuri cosmonauti tra le quali spiccano senz'altro gli sportivi internazionali, i membri di equipaggi di sottomarini, i rocciatori, ecc. KorelevKorolëv invece puntò da sempre alla selezione di piloti di aerei da combattimento. Per una prima selezione i candidati doverono già dimostrare un intero catalogo di parametri tra cui, particolarmente, l'età massima di 36 anni, l'altezza compresa fra 1,70 e 1,75 m e un peso tra 70 e 72 kg.
 
La selezione venne supportata dal reparto di medicina spaziale, reparto che fu introdotto dal comandante delle forze aeree sovietiche, ConstantinKonstantin VershininVeršinin, grande sostenitore dell'esplorazione umana dello spazio. Il reparto venne diretto dal professoreprofessor [[Vladimir Jasdovski]]. Più di tremila piloti furono vagliati accuratamente dalla "commissione per il tema n. 6" (tali denominazioni camuffate erano necessarie a causa dell'assoluta segretezza di tutto il programma spaziale sovietico), che ridusse la lista di aspiranti cosmonauti a quattrocento. Il reclutamento definitivo venne influenzato pure dalle annotazioni contenute nel fascicolo personale dei piloti, infatti, i candidati dovevano avere un "chiaro" rapporto nei confronti del partito nonché una biografia "pulita", cioè priva di alcuna possibilità di scandalo: solo personaggi con un passato indiscutibile erano ritenuti idonei per il raggiungimento degli scopi di propaganda collegati al progetto dell'allora regime sovietico.
 
I quattrocento piloti selezionati furono divisi in gruppi di venti e, nell'autunno del 1959, furono sottoposti a ulteriori esami medici eseguiti a [[Mosca (Russia)|Mosca]]. La maggior parte dovette rinunciare alla selezione per carenze di condizione fisica, tanto che il gruppo finale era stato ridotto a trenta aspiranti. Dopo ulteriori esami medici il numero venne ulteriormente ridotto a venti, gruppo che successivamente venne presentato al pubblico come primo gruppo cosmonauti della storia dell'Unione Sovietica. Sino a tale momento era rimasta segreta, anche per i selezionati, la vera ragione della loro scelta perché i responsabili non vollero correre il rischio che tramite l'ufficializzazione dei programmi volti a raggiungere risultati di successo mondiale il più presto possibile fossero stati messi in pericolo la sicurezza nazionale e il prestigio internazionale dell'Unione Sovietica.