Algernon Swinburne: differenze tra le versioni

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Le chiacchiere sul suo conto, ben lungi dall'avvilirlo, lo spronarono ad assumere atteggiamenti sempre più provocatori, fino a lasciar correre su di sé voci che lo volevano [[pederastia|pederasta]], e persino [[zooerastia|amante]] di una [[scimmia]]. Secondo [[Oscar Wilde]], come si è detto, nulla di tutto ciò era vero; per lui, Swinburne era solo "''un fanfarone, riguardo ai propri vizi, che ha fatto tutto il possibile per convincere il mondo della sua [[omosessualità]] e della sua [[bestialità]] quando non era né omosessuale né bestiale''".<ref name=bio/>
[[File:Harvard Theatre Collection - Menken, in costume, TCS 19.jpg|thumb|180px|Adah Isaacs Menken nel 1866]]
[[File:Algernon Charles Swinburne and Theodore Watts-Dunton.jpg|thumb|left|Swinburne e il suo avvocato e amico Theodore Watts Dunton]]
 
Nel [[1864]] compì un viaggio in [[Italia]], fermandosi per breve tempo tra [[Firenze]] e [[Fiesole]]. Nel [[1868]] Swinburne affittò con un amico, George Powell, una casa a [[Étretat]], battezzandola Chaumière de Dolmancé ("[[cottage]] di Dolmancé", dal nome di un personaggio de ''[[La filosofia nel boudoir]]'' di Sade), dove visse le vacanze, e ricevette nell'estate del [[1870]] una visita del giovane [[Guy de Maupassant]], che lo salvò dall'annegamento (il poeta stava nuotando nel mare della [[Normandia]] quando rischiò di affogare, e Maupassant, buon nuotatore, e altri si tuffarono e lo trassero in salvo) e per riconoscenza fu invitato a pranzo e trascorrere la giornata nella villa. Secondo quanto Maupassant raccontò nel 1875 a [[Edmond de Goncourt]] e [[Flaubert]], lo scrittore francese rimase vivamente impressionato dalla presenza di ossa umane su un tavolo, strane pitture alle pareti e una [[bertuccia]] vestita di tutto punto che dormiva nel letto di Powell, oltre a diverse stranezze ed eccentricità esibite. [[Jean Lorrain]] si sarebbe ispirato a questo racconto, e anche Goncourt, nel suo romanzo ''La Fausta'' ([[1881]]) ispira il personaggio di Georges Selwyn, il sadico amatore di ragazzine, a Swinburne così come appare dal racconto di Maupassant (il vero Selwyn era in realtà un personaggio storico di [[George Selwyn|politico]] del XVIII secolo noto per le sue stranezze sessuali e che già aveva ispirato [[Charles Maturin]], zio di Wilde, per il [[romanzo gotico]] ''[[Melmoth l'errante]]'').<ref name=bio/><ref>[https://publicdomainreview.org/2012/01/24/an-unlikely-lunch-when-maupassant-met-swinburne/ An unlikely lunch: when Maupassant met Swinburne]</ref>
 
Altre bizzarre avventure le visse a Londra con i co-inquilini, Rossetti e [[George Meredith]]; dopo la morte della moglie, Rossetti era ossessionato dalla morte e dava segni di squilibrio; i due amici lo persuasero a riesumare il corpo della moglie Elizabeth e a recuperare il manoscritto delle sue poesie sepolto con lei, che Rossetti pubblicò nel 1870 in una raccolta intitolata ''Poems''. Insieme al proprio agente Charles Augustus Howell, Rossetti ottenne il permesso di aprire la tomba della Siddal di notte, per recuperare il quaderno di poesie. Howell (che viene ricordato come noto mentitore), presente alla riesumazione, raccontò fantasiosamente che il corpo della Siddal aveva mantenuto intatta la propria bellezza, e che i capelli avevano continuato a crescerle a dismisura. Rossetti scrisse una lettera a Swinburne dove gli rivelava di aver seguito il "consiglio" e di voler pubblicare i versi della moglie.<ref>[https://madeleineemeraldthiele.wordpress.com/2017/12/07/rossettis-coffin-confession-to-swinburne/ Rossetti's Coffin Confession to Swinburne]</ref> Rossetti ritrasse Swinburne alcune volte, negli anni, secondo l'estetica preraffaellita, soprannominandolo "piccolo amico [[Regno di Northumbria|northumbriano]]", a causa della bassa statura (5 piedi, ossia circa 1,52 m).<ref>Edmund Gosse, The Life of Algernon Swinburne, 1917 (The Macmillan Company), p. 258, cited (w/ a Google-book link) at "Archived copy". Archived from the original on 12 May 2015. Retrieved 26 November 2012.</ref>
[[File:Algernon Charles Swinburne and Theodore Watts-Dunton.jpg|thumb|left|Swinburne e il suo avvocato e amico Theodore Watts Dunton]]
 
Nel [[1882]] Rossetti, dopo aver tentato il suicidio più volte, sarebbe morto di [[Ictus|paralisi]], quando Swinburne ormai aveva diviso la sua strada da quella degli amici. Di là dalla leggenda, Swinburne fu difatti comunque abbastanza sregolato, da patire realmente, nel corso degli anni, di varie sofferenze fisiche e incidenti domestici per cui lasciava spesso la casa famigliare per alcuni ricoveri, finché ebbe un tracollo psicofisico a circa 40 anni. Nel [[1878]] [[Victor Hugo]] lo invitò pubblicamente a Parigi per il centenario della morte di [[Voltaire]], ma il poeta inglese dovette rinunciare a causa della salute malferma. Nel [[1879]], seriamente malato e quasi impossibilitato a muoversi, fu preso in cura dall'amico Theodore Watts-Dunton (su consenso della madre di Swinburne, Lady Jane), avvocato e suo consulente legale, che lo accudì nella propria villa di "The Pines", [[Putney (Londra)|Putney]], nei pressi di [[Londra]], fino alla fine dei suoi giorni; per i successivi trent'anni, Swinburne visse a The Pines, dopo che fu costretto da Watts a rinunciare alla propria vita dissipata e a [[Disintossicazione|disintossicarsi]] dall'[[Bevande alcoliche|alcol]]. Dunton gli impose di non frequentare più i suoi vecchi amici di Londra, al punto di restringere le sue attività e controllare anche la sua posta; è ritenuto che ciò lo abbia salvato da morte precoce.<ref>[https://www.poetryfoundation.org/poets/algernon-charles-swinburne Algernon Charles Swinburne - Poetry Foundation]</ref>