Linea Curzon: differenze tra le versioni

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[[File:Curzon line en.svg|thumb|upright=1.4|La linea Curzon nel 1945]]
La '''Linea Curzon''' fu una linea di demarcazione proposta nel [[1919]] dal [[Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale|Ministro degli Esteri]] [[Regno Unito|inglese]] [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|George Nathaniel Curzon]] come possibile [[armistizio]] tra la [[Polonia]] ada ovest e la [[Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa|Repubblica socialista federativa sovietica russa]] ada est, durante la [[guerra polacco-sovietica]] del [[1919]]-[[1920]]. Il piano di [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|Curzon]] non fu accettato da nessuna delle due parti in lotta allorché la situazione militare volgeva in proprio favore, ede infatti non ebbe alcun ruolo nello stabilire il confine polacco-sovietico nel [[1921]].
 
La linea Curzon fu comunque utilizzata da [[Josif Stalin|Stalin]] come argomento significativo nelle trattative con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] dal [[1942]] al [[1945]] al fine di stabilire il confine polacco-sovietico. Stalin sostenne che l'[[Unione Sovietica|URSS]] non poteva avere meno territorio di quanto [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|Lord Curzon]] non gliene riconoscesseavesse riconosciuto nel [[1919]].
 
La Linea Curzon seguiva pressappoco il confine che era stato stabilito tra la [[Prussia]] e la [[Russia]] nel [[1797]], dopo la terza [[Spartizioni della Polonia|spartizione della Polonia]], confine che fu l'ultimo riconosciuto dal [[Regno Unito]]. La linea che separava le zone di occupazione tedesca e sovietica dopo la [[Campagna di Polonia|sconfitta della Polonia]] nel [[1939]] seguiva all'incirca la linea Curzon, ma includeva nel territorio dell'[[Unione Sovietica]] la città di [[Białystok]] e la [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]] orientale. La linea fu utilizzata nel [[1945]] come base per il confine permanente tra la [[Polonia]] e l'[[Unione Sovietica]].
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La linea era determinata con precisione in base a consecutivi punti topografici: «...partendo dalla precedente frontiera austriaca lungo il corso del Bug fino al punto in cui i confini amministrativi delle contee di [[Brėst]] e [[Bielsk Podlaski]] si intersecano, quindi verso nord, approssimativamente fino a 9 km a nord-est di [[Mielnik]], poi ad est, attraversando la linea ferroviaria Brest Litovsk-[[Bielsk]] vicino [[Kleszczele]], quindi due km ad est di Skupowo, 4 km a nord di Jałówka e lungo il corso del fiume Ščara, separandosene a ovest di [[Baranowo]], nella località di Kiełbasin, prima di [[Grodno]], poi lungo il fiume Lasosna, affluente del [[Niemen]], fino a Studzianka, Berżniki e Zegary.»<ref name="Eberhardt-11" />
 
Nel [[1920]] l'esercito polacco avanzò verso est, occupando [[Kiev]] in maggio. La successiva controffensiva sovietica ricacciò i polacchi dai territori occupati avanzando all'interno della stessa [[Polonia]] fino a minacciare direttamente [[Varsavia]]. In luglio i polacchi, temendo la sconfitta, chiesero aiuto agli Alleati. Il 10 luglio 1920, durante la [[Conferenza di Spa]], i britannici proposero il ritiro dell'esercito polacco sulla linea definita dai corsi dei fiumi [[Bug Occidentale|Bug]] e [[Niemen]], mentre la linea di demarcazione in [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]] sarebbe stata definita dalla linea del fronte del momento, che allora correva ada est del fiume [[Zbruč]], lasciando Leopoli e i campi petroliferi della Galizia ancora in mano ai polacchi.<ref name="Eberhardt 13" /><ref name="Manfred Franz Boemeke" /> La proposta fu definita nei particolari da [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|Lord Curzon di Kedleston]], la cui intenzione era quella di fornire una linea di demarcazione che soddisfacesse entrambi i contendenti ponendo fine alla guerra. Fu deciso di inviare immediatamente la proposta al Commissario sovietico per gli affari esteri [[Georgij Vasil'jevič Čičerin]] e un telegramma fu spedito nella notte fra il 10 e l'11 luglio dal ministero degli esteri britannico. Il telegramma fu firmato da Lord Curzon e indirizzato al Commissario per gli affari esteri, per essere personalmente consegnato nelle mani di Georgij Čičerin.<ref name="Eberhardt 13" /><ref name="Manfred Franz Boemeke" /> Però, secondo talune fonti, questo compito fu eseguito da [[Lewis Bernstein Namier|Ludwik Niemirovskij]], stretto collaboratore di [[David Lloyd George|Lloyd George]] e Lord Curzon, che cambiò il contenuto del telegramma in modo da definire una linea (linea "A") di frontiera anche in Galizia e che portava Leopoli dalla parte sovietica. Tuttavia, considerando la vicinanza di Niemirovskij con Lloyd George e Lord Curzon e il fatto che i britannici non si opposero in alcun modo al cambiamento, si può ritenere che la frontiera definita da Niemirovskij per la Galizia fosse in linea con le vedute politiche del governo britannico sulla questione.<ref name="Eberhardt 13">{{Cita|Piotr Eberhardt|p. 13}}</ref>
 
Il 17 luglio i sovietici rifiutarono la proposta, argomentando che avrebbero aperto negoziati soltanto quando i polacchi li avessero esplicitamente richiesti. Il Commissario sovietico per gli affari esteri [[Georgij Vasil'jevič Čičerin]] si lamentò del ritardato interesse da parte britannica per una pace fra [[Russia]] e [[Polonia]] e di come, a suo tempo, i sovietici avessero offerto ai polacchi una soluzione alle controversie di confine molto più favorevole di quella offerta dalla linea Curzon.<ref name="E.H. Carr (1982). The Bolshevik Revolution">{{en}} Edward Hallett Carr, ''The Bolshevik Revolution 1917–1923 (A history of Soviet Russia)'', volume 3, Greek edition, ekdoseis Ypodomi, 1982, p.260 </ref><ref name="Eberhardt 13" />
 
In agosto i sovietici furono sconfitti nella [[Battaglia di Varsavia (1920)|battaglia per la conquista di Varsavia]]. Costretti a ritirarsi, con il [[Trattato di Riga]] del marzo [[1921]], i sovietici dovettero concedere una frontiera molto più ad est della linea Curzon. La [[Polonia]] acquistò gran parte del [[Governatorato di Vilna]], compresa la città di [[Vilnius|Vilna]], la [[Galizia (Europa Centrale)|Galizia]] orientale con la città di [[Leopoli]] e gran parte della [[Volinia]]. In totale 135.000&nbsp;km² di territorio compreso in una fascia larga in media circa 250&nbsp;km ada est della linea Curzon. In nuovo confine fu riconosciuto dalla [[Società delle Nazioni]] nel 1923 e confermato da vari accordi polacco-sovietici.<ref name="Eberhardt 13" />
 
I termini del [[Patto Molotov-Ribbentrop]] dell'agosto [[1939]] assegnarono all'[[Unione Sovietica]] i territori annessi dalla [[Polonia]] con il [[Trattato di Riga]], con il progetto di portare la frontiera lungo la linea dei fiumi [[San (fiume)|San]], [[Vistola]] e [[Narew (fiume)|Narew]]. In settembre, dopo la [[Campagna di Polonia|sconfitta della Polonia]], l'[[Unione Sovietica]] annesse i territori ada est della linea Curzon, più [[Białystok]] e la [[Galizia (Europa centrale)|Galizia orientale]]. I territori acquistati furono incorporati nelle [[RSS Bielorussa]] e [[RSS Ucraina]]. Nel luglio [[1941]] questi territori furono conquistati dalla [[Germania nazista|Germania]] nel corso dell'[[Operazione Barbarossa|invasione dell'Unione Sovietica]]. Durante l'occupazione tedesca, la maggior parte degli ebrei fu uccisa.
 
Nel [[1944]] le forze armate sovietiche ricacciarono i tedeschi. I sovietici dichiararono unilateralmente che l'ex confine russo-tedesco (corrispondente all'incirca alla linea Curzon) dovesse essere la nuova frontiera tra [[Unione Sovietica|URSS]] e [[Polonia]]. Il [[Governo in esilio della Polonia]] a [[Londra]] si oppose aspramente e, durante le [[conferenza di Teheran|Conferenze di Teheran]] e [[Conferenza di Jalta|di Jalta]] tra [[Stalin]] e gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] anglo-americani, chiese di modificare il confine, specialmente per la città di [[Leopoli]]. [[Stalin]] oppose il proprio rifiuto chiedendo: "Volete che dica al popolo russo che sono meno russo di Lord Curzon?". La linea Curzon "A" divenne la frontiera con alcune correzioni di 5/8 km a favore della Polonia;<ref name="Ewan W. Anderson" /> infatti, un comitato polacco formatosi nel villaggio di Sapotskin chiese ede ottenne da Stalin alcune correzioni di confine e così, il 29 settembre 1944, 17 dei 23 centri abitati della regione di [[Białystok|Belastok]], con la città di [[Białystok]], e altre tre cittadine della regione di [[Brėst]] — [[Siemiatycze]], [[Hajnówka]] e [[Kleszczele]] — passarono dalla [[Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa|Bielorussia]] sotto l'amministrazione del [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale]]. In ottobre anche [[Lubaczów]], [[Horyniec-Zdrój]], [[Laszki]] e [[Sieniawa]] furono trasferiti dall'[[oblast']] ucraino di [[oblast' di Leopoli|Leopoli]] alla Polonia. Nel marzo 1945 anche le regioni di [[Distretto di Bieszczady|Bieszczady]], [[Distretto di Lesko|Lesko]] e gran parte del ''[[rajon]]'' di Przemyśl (con la città di [[Przemyśl]]) furono trasferiti dall'Ucraina al [[Governo provvisorio della Repubblica di Polonia]]. Il confine così ottenuto fu riconosciuto dagli Alleati nel luglio [[1945]]. Con l'accordo del 16 agosto 1945 fra Unione Sovietica e Polonia, il confine fu spostato ulteriormente più ada est da 17 a 30 km rispetto alla linea Curzon.<ref name="Historical Dictionary of Ukraine" /><ref>Edmund Jan Osmańczyk, Anthony Mango, ''Encyclopedia of the United Nations and International Agreements: N to S'', Taylor & Francis, 2003, p. 1816</ref>
 
Ulteriori aggiustamenti si ebbero nel 1948, con il trasferimento di [[Medyka]] dall'Ucraina alla Polonia, e nel 1951, con l'accordo del 15 febbraio fra Polonia e URSS, che vide lo scambio di 478 km² di territorio polacco nei distretti di [[distretto di Hrubieszów|Hrubieszów]] e [[Distretto di Zamość|Zamość]] per una regione sovietica di analoga estensione nella regione dei Monti Bieszczady.<ref>{{en}} Piotr Wróbel, ''Historical Dictionary of Poland 1945-1996'', Routledge, 2014, p. 2049</ref>
 
La linea Curzon, modificata dai vari compromessi territoriali fra le parti, fu dichiarata inviolabile dall'atto finale della [[Accordi di Helsinki|Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa]], firmata a Helsinki il 1º agosto 1975.<ref name="Ewan W. Anderson">{{en}} Ewan W. Anderson, ''Global Geopolitical Flashpoints: An Atlas of Conflict'', Routledge 2014, p. 95</ref> Quando l'[[Unione Sovietica]] fu sciolta nel [[1991]], la linea Curzon divenne il confine orientale della [[Polonia]] con la [[Lituania]], la [[Bielorussia]] e l'[[Ucraina]].
 
== Etnografia ada est della Linea ==
 
[[File:Polska-ww1-nation.png|thumb|upright=1.4|Le aeree a maggioranza polacca secondo una mappa statistica del 1912.]]
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| [[Ebraismo|Ebrei]] || 1.222.000 || 10,2%
|}{{senza fonte}}
Da questi dati di parte, in quanto derivati dal censimento condotto sotto l'amministrazione polacca, si può notare che nessuno dei gruppi etnici raggiungeva la maggioranza assoluta. I [[Polacchi]] erano forse diventati il gruppo etnico e religioso di maggioranza relativa dopo le politiche di insediamento degli [[anni 1920|anni venti]].<ref>Anton Pelinka, Dov Ronen, ''The Challenge of Ethnic Conflict, Democracy and Self-determination in Central Europe'', Routledge, 2013, p. 56</ref> Gli [[Ucraini]] erano la seconda etnia e tra gli altri gruppi vi erano i [[Rutenia|Ruteni]], i [[Bielorussi]] e i Poleszuki, questi ultimi spesso inclusi nel numero dei [[Polacchi]].
 
Il censimento polacco del 1931 provvide dati sulla divisione etnica basati solo su due indicatori: lingua e religione dichiarate. È comune opinione, fra la maggior parte degli studiosi, che il criterio della lingua dichiarata portò a una sovrastima del numero dei polacchi, infatti questo tipo di dati si presta a manipolazioni e interpretazioni di parte; tuttavia, l'uso anche della religione come criterio demografico consente di verificare e aggiustare i dati. La maggior parte dei cattolici erano romano-cattolici, ma il numero dei romano-cattolici e quelli che dichiararono il polacco come propria lingua non coincidono sotto nessun criterio.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 112}}</ref> Ad esempio, il numero dei cristiano-ortodossi e degli uniati eccede di circa 800.000 quello totale degli ucraini, bielorussi e russi. Una simile discrepanza appare anche nel numero degli ebrei per lingua rispetto a quello dei professanti l'ebraismo. Secondo i rappresentanti delle minoranze non polacche, il criterio della lingua avrebbe portato a una sovrastima del numero dei polacchi di almeno un milione. Gli ucraini erano concentrati nella parte sud, i bielorussi a nord e gli ebrei nelle città.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 113}}</ref> Gli ebrei erano maggioranza in molte città, come ad esempio Pinsk (63,4%) e Rivne (56,0%).<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|pp. 115, 116}}</ref>
 
Combinando i dati relativi alla lingua con quelli relativi alla religione nel censimento del 1931, si ottiene la seguente divisione etnica per i territori polacchi ada est della linea Curzon annessi dall'URSS dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]]:<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|pp. 116, 117}}</ref>
{|
|[[Polacchi]] || 3.150.900 || 29,3%
Riga 88:
| Totale|| 10.772.000 || 100%
|}
Un articolo del ''[[The Times|Times]]'' nel 1944 stimava che, nel 1931, la popolazione polacca ada est della linea Curzon fosse di 2,2/2,5 milioni di persone.<ref name="times-1944">The Times of 12 January 1944; cited according to Alexandre Abramson (Alius): Die Curzon-Line, Europa Verlag, Zürich 1945, p. 45.Jonathan Haslam (23 November 2000).</ref> Una stima simile (sotto i 2,5 milioni di polacchi) fu data dallo storico e diplomatico britannico [[Edward Carr]].<ref name="The vices of integrity: E.H. Carr">Jonathan Haslam, ''The vices of integrity: E.H. Carr, 1892-1982'', Verso, London, 2000, p. 109 ISBN 978-1-85984-289-8.</ref> Secondo Yohanan Cohen, politico e diplomatico israeliano di origine polacca, la popolazione della Polonia a est della linea Curzon comprendeva circa 12 milioni di persone nel 1939 e includeva circa 3,5/4 milioni di polacchi, oltre 5 milioni di ucraini, 1,5 milioni di bielorussi e 1,3 milioni di ebrei.<ref>Yohanan Cohen, ''Small Nations in Times of Crisis and Confrontation'', SUNY Press, 1989, p. 63</ref>
 
In base al censimento del 1931, nei territori occupati dai sovietici fra il settembre del 1939 e il giugno del 1941 abitavano circa 12 milioni di persone: 4 milioni di polacchi, 5 milioni di ucraini, 2 milioni di bielorussi e più di un milione di ebrei; quindi solo un terzo della popolazione era polacco.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 121}}</ref><ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon" /> I polacchi avevano una netta maggioranza nel [[voivodato]] di Białystok ed erano appena sopra il 50% nel [[voivodato di Vilnius]], ma in quest'ultimo erano in minoranza nelle aree rurali. Nei voivodati di [[Ternopil'|Tarnopol]] e [[Voivodato di Nowogródek|Nowogródek]] i polacchi erano circa un terzo della popolazione e meno del 17% in [[Voivodato di Volinia|Volinia]], [[Voivodato di Stanisławów|Stanisławów]] e [[Voivodato della Polesia|Polesia]]. Nel [[voivodato di Leopoli]] polacchi e ucraini erano prossimi alla parità, sebbene gli ucraini fossero più numerosi nelle aree rurali. In grandi centri urbani come [[Leopoli]] e [[Vilnius]], i polacchi avevano la maggioranza assoluta, mentre gli ebrei costituivano il secondo gruppo etnico. La maggioranza delle piccole città avevano il carattere di insediamenti ebraici ([[Shtetl]]).<ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon">Timothy Snyder,Ray Brandon, ''Stalin and Europe: Imitation and Domination, 1928-1953'', Oxford University Press, 2014, p. 95</ref>
 
Le deportazioni subite dalla popolazione polacca fra il [[1939]] e il [[1941]] ada opera dei sovietici (fra 1939 e 1941 furono circa 315.000/330.000 i cittadini polacchi deportati dai sovietici, in [[Siberia]] o all'estremo nord della Russia, dei quali circa il 63% era rappresentato da polacchi etnici. Altri 22.000 furono i fucilati, compresi i 14.587 soldati e ufficiali uccisi nel cosiddetto [[Massacro di Katyn]]<ref>Elazar Barkan, Elizabeth A. Cole, Kai Struve, ''Shared History, Divided Memory: Jews and Others in Soviet-occupied Poland, 1939-1941'', Leipziger Universitätsverlag, 2007, p. 175</ref><ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 123}}</ref><ref>Rainer Munz, Rainer Ohliger, ''Diasporas and Ethnic Migrants: Germany, Israel and Russia in Comparative Perspective'', Routledge, 2004, p. 80</ref>) e, soprattutto, di quella ebrea dal [[1941]] al [[1945]] per mano dei tedeschi con il conseguente [[Olocausto]], fecero sì che la popolazione diventasse in maggioranza assoluta [[ucraini|ucraina]] a sud e [[bielorussi|bielorussa]] a nord. Mentre [[Leopoli]], [[Vilnius]], [[Hrodna]] e altre città minori continuarono ad avere maggioranze polacche. [[Winston Churchill]] stimò da 3 a 4 milioni il numero dei polacchi a est della linea Curzon che avrebbero potuto essere interessati dai trasferimenti di popolazioni dopo la guerra a seguito dello spostamento della frontiera sovietico-polacca lungo la linea Curzon.<ref>Winston Churchill, ''Triumph and Tragedy'', Houghton Mifflin Harcourt, 1986, p. 568</ref> Dopo il [[1945]], la maggior parte della popolazione polacca dell'area ada est del nuovo confine sovietico-polacco fu espulsa andando ada insediarsi nei territori della neonata [[Repubblica Popolare Polacca]] sottratti alla [[Germania]]. Oggi l'area è a maggioranza quasi assoluta [[Bielorussia|bielorussa]] a nord e [[ucraina]] a sud (ma ci sono comunque circa 500.000 Polacchi in Bielorussia - il 5% della popolazione).
 
== Etnografia ad ovest della Linea ==
Problemi simili affliggevano la parte ad ovest della linea Curzon. La popolazione polacca era generalmente predominante nelle città, mentre nelle zone rurali vi era una forte presenza di [[Bielorussi]], specialmente intorno alla città di [[Białystok]], e a sud di questa, intorno a [[Chełm]], viveva una consistente popolazione [[ucraini|ucraina]]. La maggior parte di queste popolazioni fu forzata ad insediarsi nei territori acquisiti dalla [[Polonia]] dopo la [[seconda guerra mondiale]] ([[Slesia]], [[Pomerania]], [[Terra di Lebus]], [[Varmia]] e [[Masuria]]) a spese della [[Germania]], nel quadro della cosiddetta [[Operazione Vistola]]. Queste erano le province storiche acquisite dalla [[Germania]] durante e dopo il [[Medioevo]] e da cui fu espulsa la popolazione di lingua tedesca dopo la guerra.
 
== Etnografia ada ovest della Linea ==
Problemi simili affliggevano la parte ada ovest della linea Curzon. La popolazione polacca era generalmente predominante nelle città, mentre nelle zone rurali vi era una forte presenza di [[Bielorussi]], specialmente intorno alla città di [[Białystok]], e a sud di questa, intorno a [[Chełm]], viveva una consistente popolazione [[ucraini|ucraina]]. La maggior parte di queste popolazioni fu forzatacostretta ada insediarsi nei territori acquisiti a spese della [[Germania]] dalla [[Polonia]] dopo la [[seconda guerra mondiale]] ([[Slesia]], [[Pomerania]], [[Terra di Lebus]], [[Varmia]] e [[Masuria]]) a spese della [[Germania]], nel quadro della cosiddetta [[Operazione Vistola]]. Queste erano le province storiche acquisite dalla [[Germania]] durante e dopo il [[Medioevo]] e da cui fu espulsa la popolazione di lingua tedesca dopo la guerra.
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|titolo=Ethnic Groups and Population Changes in Twentieth Century Eastern Europe: History, Data and Analysis|editore=Routledge|anno=2015|cid=Piotr Eberhardt, Jan Owsinski}}