Dolcedo: differenze tra le versioni

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|Amministratore locale = Giovanni Danio
|Partito = [[lista civica]] "Cambiamo Dolcedo"
|Data elezione = 26-5-2014
|Data rielezione = 27-5-2019
|Mandato = 2
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Abitanti = 13981360
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017genbilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 3130 luglionovembre 20172018.
|Aggiornamento abitanti = 3130-711-20172018
|Sottodivisioni = [[Bellissimi]], Castellazzo, Costa, Isolalunga, Lecchiore, Piazza (capoluogo comunale), Ripalta, Trincheri
|Divisioni confinanti = [[Badalucco]], [[Civezza]], [[Imperia]], [[Montalto Carpasio]], [[Pietrabruna]], [[Prelà]], [[Taggia]], [[Vasia]]
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}}
 
'''Dolcedo''' (''Dôçeo'' in [[Lingua ligure|ligure]], ''U Dusseu'' nella variante locale<ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del {{cita libro|professor Gaetano|Frisoni|Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese|1910-2002|Nuova Editrice Genovese|Genova}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 1.398 360 abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Imperia]] in [[Liguria]]. La sede comunale è situata nella frazione di Piazza.
 
== Geografia fisica ==
Dolcedo è situata nella valle del Prino, nei pressi della confluenza del rio dei Boschi con il torrente [[Prino]].
 
Il capoluogo comunale, detto "Piazza", è un tipico centro di fondovalle e già sede di mercato. Il territorio comunale conta altri quattro centri maggiori: Isolalunga, poco a est di Piazza, Ripalta, Costa Carnara, Bellissimi e Lecchiore posti più ada ovest.
 
== Storia ==
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La coltivazione dell'[[Olea europaea|ulivo]] si diffuse per opera dei [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini di Lerino]], favorendo lo spostamento degli abitati più a valle. La costruzione di frantoi impose insediamenti lungo le acque dei torrenti dove potessero essere impiantati mulini ad acqua.
 
A seguito di una convenzione stipulata tra [[Marchesato di Clavesana|Bonifacio di Clavesana]] ede i consoli genovesi nel 1192, Dolcedo divenne località di rifugio per importanti famiglie dell'epoca. I marchesi di Clavesana cedettero i propri diritti sul terziere nel 1233 alla [[Repubblica di Genova]]. Nel 1238 quando Porto Maurizio si ribellò a Genova, Dolcedo si proclamò comune autonomo, ma la rivolta fu repressa dai Genovesi. Il castello fu distrutto nel 1342.
 
Molte famiglie genovesi acquistarono terreni nella zona, e in particolare i [[Doria]] che concessero agli abitanti di Dolcedo il diritto di essere curati gratuitamente nell'ospedale Galliera di Genova.
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Nel 1505 il padre domenicano Agostino da Savona vi fondò un [[monte di Pietà]] per porre rimedio alle conseguenze di una siccità, che in seguito si fuse con la confraternita di Santo Spirito e che fu attivo fino al 1863. Fu il monte di Pietà a costruire la loggia dove si svolgevano diverse attività commerciali, oggi sede del comune. I [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]] vi fondarono inoltre un ospizio con chiesa e convento.
Nel 1613 Genova concesse al terziere di San Tommaso, ovvero a Dolcedo, l'autonomia amministrativa. II comune divenne progressivamente il centro economico della val Prino. Vi aveva sede un giudice di pace di prima classe e prima di essere colpito nel 1640 dalla [[peste]] il paese raggiunse i 40004 000 abitanti.
 
Con la caduta della repubblica genovese sul finire del 1797, e la conseguente istituzione della napoleonica [[Repubblica Ligure]], il territorio di Dolcedo fu sede dell'omonimo cantone nella giurisdizione degli Ulivi, con capoluogo Porto Maurizio; cantone che nel 1803 fu poi soppresso e sottoposto a quello di Porto Maurizio. Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel [[Primo Impero francese]], rientrò nel circondario di Porto Maurizio del [[Dipartimento di Montenotte]]. Nel 1810 ottenne il titolo di Città.
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{{Citazione|Drappo partito di rosso e di bianco|Descrizione araldica del gonfalone<ref name="Araldica"/>}}
 
Lo stemma ufficiale e il gonfalone sono stati approvati con l'apposito Decreto del Presidente della Repubblica datato al 26 giugno del 2006.<ref>Tratto dal sito [http://www.comuni-italiani.it/index.html Comuni-Italiani.it]</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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=== Architetture religiose ===
* [[Chiesa di San Tommaso (Dolcedo)|Chiesa parrocchiale di San Tommaso apostolo]] nel capoluogo. Di origini [[medioevo|medievali]], assunse l'aspetto attuale dopo la ricostruzione iniziataincominciata nel 1717 e terminata nel 1738, opera dell'architetto Giacomo Filippo Marvaldi.
*Ex chiesa di San Domenico, nel capoluogo, sede di una sala polivalente.
* Oratorio di San Lorenzo, nel capoluogo. Edificato nella seconda metà del Seicento, presenta una facciata monumentale ornata da due piccoli campanili. L'interno è ada unica aula e con coro ligneo dell'omonima confraternita.
* Oratorio di San Carlo Borromeo, nel capoluogo, preceduto da un piccolo portico. L'edificio è stato oggetto di restauri conservativi degli interni tra il 2015 e il 2017.
* Chiesetta di San Martino nella borgata a nord del capoluogo.
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Il territorio comunale è costituito dalle frazioni di Bellissimi, Castellazzo, Costa, Isolalunga, Lecchiore, Piazza (capoluogo comunale), Ripalta, Trincheri per una superficie territoriale di 19,8&nbsp;km²<ref name="Statuto">{{cita web|url=http://www.comune.dolcedo.im.it/site/go.asp?kc=erty|titolo=Fonte dallo statuto comunale di Dolcedo|accesso=18 maggio 2019}}</ref>. Fanno altresì parte dell'ente comunale le borgate storiche di Acquasanta, Boeri, Magliani, Ramelli, Rimbaudi.
 
Confina a nord con il comune di [[Prelà]] e [[Vasia]], a sud con [[Pietrabruna]], [[Civezza]] ede [[Imperia]], ada ovest con [[Montalto Carpasio]], [[Badalucco]] e [[Taggia]] e ada est con Imperia.
 
== Economia ==