Storia di Bologna: differenze tra le versioni
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=== Villanoviani ed Etruschi ===
{{vedi anche|Felsina}}
[[File:Corredo tomba grande dei giardini margherita, 450-400 ac..JPG|thumb|sinistra|upright|Ritrovamenti nella necropoli etrusca presso i Giardini Margherita, Museo Civico Archeologico|alt=|207x207px]]
La zona di Bologna è stata abitata fin dal [[IX secolo a.C.]], come risulta dagli scavi effettuati a partire da metà [[XIX secolo|Ottocento]] nella vicina [[Villanova (Castenaso)|Villanova]], [[Frazione (geografia)|frazione]] di [[Castenaso]]. In questo periodo, e fino al [[VI secolo a.C.]], l'insediamento appartiene alla fase indicata appunto come [[Civiltà villanoviana|villanoviana]] ed è sparso in vari nuclei che per evidenti ragioni pratiche sono siti fra il fiume [[Idice]] e il fiume [[Reno (Italia)|Reno]]: ambiente più protetto, lontano dalle montagne e clima temperato. L'economia agricola e pastorale costruisce la prima organizzazione civile nella prima [[età del ferro]] (1000-750 a.C.).
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=== ''Bononia'' celtica ===
{{vedi anche|Bononia#Fase dell'occupazione celtica}}
[[File:Gallia cisalpina.jpg|thumb|left|Le popolazioni della Gallia cisalpina 391-192 a.C.|219.977x219.977px]]
Con la discesa dei [[Galli]] nella penisola italica, tra il [[V secolo a.C.|V]] e il [[IV secolo a.C.]], gli [[Etruschi]] vennero progressivamente messi in minoranza e ''Felsina'' fu conquistata dalla tribù gallica dei [[Boi]].<br />Tracce di incendi e destrutturazioni emerse dagli scavi archeologici fanno pensare ad una crisi violenta della città etrusca. Nel periodo celtico, pur riscontrando una minore densità delle strutture abitative, proseguì un'attività edilizia organizzata, anche se più rarefatta e disorganica, con una distribuzione delle abitazioni meno omogenea, orientamenti modificati e occupazione di spazi precedentemente aperti.<ref name=archeobo/>
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Sconfitti i Boi, il [[Senato romano|senato]] della [[Repubblica romana]] votò nel [[189 a.C.]] l'istituzione della [[colonia romana]] di ''Bononia''. Il nome, latinizzato dai romani, era forse tratto dalla denominazione della tribù stessa (Boi) oppure dalla parola [[Celti|celta]] ''bona'', che presumibilmente significava "città" o "luogo fortificato", o forse riprendeva il nome di una divinità celtica della prosperità.<ref>Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, [http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna/sottopasso_rizzoli/decumano_romano.htm I resti del decumano romano nel centro di Bologna, via Rizzoli, Strada Maggiore]</ref> Alla fondazione di questa ed altre colonie nella zona emiliano-romagnola seguì la costruzione di una fitta rete stradale, tra cui la [[via Emilia]], nata nel [[187 a.C.]], voluta dal [[Console (storia romana)|console]] [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]]. ''Bononia'' divenne uno dei fulcri della rete viaria romana, collegata anche ad [[Arezzo]] ed [[Aquileia]] tramite la [[via Flaminia militare]] e la [[via Emilia Altinate]] rispettivamente.
[[File:Torso Nerone Bologna.JPG|thumb|left
Il centro fu notevolmente ampliato e nell'[[88 a.C.]], a conclusione delle [[guerre sociali]], ''Bononia'' cambiò il suo stato giuridico: da colonia divenne [[Municipio (storia romana)|municipio]] e i suoi cittadini acquisirono la [[cittadinanza romana]].
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=== La decadenza dell'Impero romano d'occidente ===
[[File:Bologna museum, pier paolo delle masegne, sette statue della giustizia con santi protettori, dalla loggia della mercanzia 02.JPG|thumb|left|[[Pierpaolo dalle Masegne]], statua di San Petronio, [[museo civico medievale]], Bologna.|
Alla fine del [[III secolo]] i barbari dilagarono tra tutte le città attraversate dalla [[via Emilia]] che furono terreno di conquista e i bolognesi decisero di chiudersi entro una [[Mura di Bologna#La prima cinta: la Cerchia di Selenite|cerchia muraria]] costruita con blocchi di selenite che, però, non racchiudevano tutta l'area urbana ma escludevano i quartieri più poveri a nord e a ovest. Il vescovo di [[Milano]], [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], fece porre [[Mura di Bologna#Le quattro Croci|quattro croci]] davanti a 4 delle 6 porte della città: Porta Ravegnana (verso levante), Porta San Procolo (verso mezzogiorno), Porta Stiera (verso Ponente), Porta San Cassiano poi di San Pietro (verso settentrione). Le croci vennero trasferite nella [[Basilica di San Petronio]] solo nel [[1798]].
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== Dal Medioevo al Rinascimento ==
=== Il dominio Longobardo e l'annessione al Regno d'Italia ===
[[File:Santo Stefano a Bologna - Catino di Pilato.jpg|thumb|left|Il cosiddetto "catino di Pilato" presso la [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|basilica di Santo Stefano]], di età longobarda ([[VIII secolo]]) con i nomi dei re [[Liutprando]] e [[Ildebrando]] e del vescovo [[Barbato di Benevento|Barbato]].|219.977x219.977px]]
Bologna subì, dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], una serie di violenze prima da [[Odoacre]] poi dagli [[ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], infine dagli eserciti imperiali. Gran parte delle antiche aree urbane all'esterno delle mura divennero un immenso campo di rovine.
Bologna e tutte le città cispadane (a parte forse [[Ravenna]]) subirono per secoli questo periodo di anarchia. Nel [[727]] [[Liutprando]], re dei [[Longobardi]], approfittando del collasso del sistema [[bizantino]], infranse il trattato di pace e puntò verso [[Ravenna]] travolgendo e occupando Bologna. Non lo fece per ragioni politiche, si ritirò al di qua del fiume [[Santerno]], lasciando Ravenna alle dipendenze dell'[[Impero bizantino]], mentre Bologna restò sotto il dominio longobardo. Essi non occuparono la città murata ma si stabilirono all'esterno dove già erano presenti nuclei germanici nel luogo in cui sorgeva la vecchia chiesa dedicata al culto di [[Santo Stefano]]. L'area venne delimitata da una fortificazione semicircolare detta ''[[Mura di Bologna#L'addizione Longobarda|addizione longobarda]]''. Il tramite tra le due civiltà, interna romana ed esterna germanico-longobarda, di fatto fu [[Mura di Bologna|Porta Ravegnana]].
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=== Il comune e l'Università ===
{{vedi anche|Scuola bolognese dei glossatori|Diploma di Enrico V (1116)}}
[[File:Bologna, torresotto di strada castiglione 02.JPG|thumb|left
Tra la fine del [[X secolo]] e l'inizio dell'[[XI secolo]] Bologna si ripopolò, proprio mentre l'Europa si apprestava ad entrare in un periodo di grande fervore civile e politico: le [[Lotta per le investiture|lotte per le investiture]]. Bologna era tanto città imperiale (sotto l'autorità dei conti) quanto papale (per i diritti della [[Santa Sede]] risalenti a [[Carlo Magno]]). Nella confusa situazione politica, forte fu l'influenza sulla città della potente contessa [[Matilde di Canossa]], schierata con il Papa. Durante questo periodo, Bologna si trasformò notevolmente e sorsero al di fuori delle mura numerose nuove costruzioni, nuovi quartieri e di conseguenza nuove mura e nuove porte.
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=== Le lotte contro l'autorità imperiale ===
Il comune partecipò alla lotta contro il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] disceso in [[Regno d'Italia|Italia]] per restaurare l'autorità imperiale. Dopo un periodo di buoni rapporti in cui l'imperatore concesse privilegi agli studenti con l'[[Dieta di Roncaglia|Editto di Roncaglia]], l'insofferenza dei cittadini determinò una serie di urti insanabili che costrinsero il Comune di Bologna a un atto di sottomissione: pagò un'ammenda spianando mura e fossati per evitare una probabile punizione più severa. Non appena il Barbarossa tornò in [[Storia della Germania|Germania]], però, i bolognesi insorsero uccidendo il podestà imperiale [[Bezo]] e aderirono alla [[Lega Lombarda]] che nel [[1176]] inflisse all'imperatore la [[Battaglia di Legnano|sconfitta di Legnano]].
[[File:Bologna-Canale a San Vitale-DSCF7127.JPG|thumb
Successivamente, in seguito alla [[pace di Costanza]] del [[1183]], Bologna ottenne una serie di privilegi tra cui quello di poter coniare [[moneta]]. Il Comune iniziò un processo democratico che accentuò la pressione di nuovi ceti emergenti ai danni della vecchia classe aristocratica di origine [[Feudalesimo|feudale]]. Questo processo portò ad esempio ad uno dei primi atti nella storia di abolizione della schiavitù (''[[Liber Paradisus]]'', 1256). Bologna fu la città che si avvantaggiò maggiormente dalle lotte tra i comuni e tese ad espandersi verso [[Modena]], la [[Romagna]] e verso [[Pistoia]] con la conseguenza di accendere rivalità secolari.
Fra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]] la città conobbe una forte espansione, anche edilizia: fu il periodo delle [[Torri di Bologna|torri e delle ''case-torri'']] (la [[torre degli Asinelli]] fu iniziata nel [[1109]]). Nel Duecento il centro si rinnovò con il sorgere dei palazzi comunali attorno alla [[Piazza Maggiore]] e con la costruzione della [[Palazzo del Podestà (Bologna)|torre dell'Arengo]] in cui si trovava la campana che serviva a radunare le assemblee popolari. Vennero inoltre costruite le grandi chiese di [[Basilica di San Francesco (Bologna)|San Francesco]] e [[Basilica di San Domenico (Bologna)|San Domenico]]. Bologna diventò uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a una fitta rete di [[Canali di Bologna|canali]] che permettevano il transito di grandi quantità di merci, nonché la produzione di energia idraulica necessaria ad alimentare numerosi mulini per la fiorente [[industria tessile]] [[seta|serica]].
[[File:Enzo Codice Chigi.JPG|thumb
Alla fine del Duecento, con i suoi 60.000 abitanti, Bologna era la quinta città europea per popolazione (dopo [[Cordova]], [[Parigi]], [[Venezia]] e [[Firenze]]), al pari con [[Milano]] ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia. L'intenso sviluppo demografico è testimoniato dall'ampliamento delle [[Mura di Bologna|cerchie murarie]]: terminata da poco la cerchia ''dei torresotti'', l'espansione urbana riferibile soprattutto ai ceti artigiani rese necessaria la costruzione di una [[Mura di Bologna#La terza cinta: la Circla|nuova cinta muraria]], progettata nei primi decenni del [[XIII secolo|Duecento]] e terminata alla fine del [[XIV secolo|Trecento]] (segnata ancora dagli odierni [[Viali di Circonvallazione (Bologna)|viali di circonvallazione]]). Non si hanno molte notizie, ma esisteva anche una comunità ebraica, visto che, sul finire del XIII secolo, ne venne chiamato in visita, da [[Forlì]] dove risiedeva, il celebre rabbino [[Hillel ben Samuel]].
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=== Guelfi e ghibellini ===
[[File:Casa Isolani.pano.jpg|left|thumb|Casa [[Isolani (famiglia)|Isolani]], XIII secolo|
Fra il Duecento e il Trecento le lotte tra [[guelfi e ghibellini]] infiammarono anche la politica cittadina e del contado. In particolare, gli [[Anni 1270|anni '70 del Duecento]] furono caratterizzati da violentissimi scontri fra le fazioni ghibelline dei [[Lambertazzi]] e quelle guelfe dei [[Geremei]]. Esse culminarono nel [[1274]] con l'espulsione di circa 12.000 esponenti dei Lambertazzi, che ripararono in Romagna, soprattutto a Forlì e a Faenza. Questo offrì il pretesto alla ormai completamente guelfa Bologna per attaccare la ghibellina [[Storia di Forlì|Forlì]] l'anno successivo. Il tentativo fallì e le truppe ghibelline di [[Guido da Montefeltro]], di [[Maghinardo Pagani]] e di Teodorico degli [[Ordelaffi]], misero in fuga i bolognesi presso il fiume [[Senio]], al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a [[Forlì]], e Bologna perse la supremazia sulla Romagna.
[[File:Communal fight in Bologna (Sercambi).jpg|thumb|left|Combattimento fra Guelfi e Ghibellini a Bologna|
Dalla svolta politica di Bologna verso un guelfismo radicale trasse profitto il papato, che in quel periodo stava ristabilendo il controllo territoriale sulla penisola. Nel [[1278]] il governo guelfo prestò giuramento e fedeltà al [[Papa Niccolò III]], che da quel momento divenne sovrano di Bologna. In linea con la sua politica [[Nepotismo papale|nepotista]], il Papa nominò suo nipote [[Bertoldo Orsini]] governatore della città. Attraverso la mediazione papale si raggiunse nel 1279 una fragile pace cittadina che permise il ritorno della maggior parte dei Lambertazzi fuoriusciti. Tuttavia le lotte si riaccesero ben presto, e già l'anno successivo i Lambertazzi vennero cacciati nuovamente e definitivamente.
Protrattesi anche nel [[XIV secolo|Trecento]], le continue lotte tra guelfi e ghibellini determinarono un calo della popolazione cittadina e una continua belligeranza con Modena, che sfociò nel [[1325]] nella disfatta di [[Battaglia di Zappolino|Zappolino]]. A seguito della sconfitta, Bologna si affidò ancora una volta alla tutela papale, la cui corte nel frattempo si era [[Cattività avignonese|trasferita ad Avignone]]. Vedendo in Bologna una possibile testa di ponte per un rientro in Italia, il [[Papa Giovanni XXII]] nominò nel [[1327]] [[cardinale legato]] di Bologna il nipote [[Bertrand du Pouget]], il quale instaurò un regime autoritario malvisto dai bolognesi.<ref>{{cita web|url=http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-200504/xw-200504-a0012|autore=Elisabetta Landi|sito=Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna|titolo=C'era una volta il maniero di Bertrando|accesso=01 gennaio 2019}}</ref> A seguito di serie di rivolte
=== Il dominio visconteo, la restaurazione pontificia e l'interludio comunale ===
[[File:ColegioEspañaBoloniaNevado03.JPG|sinistra|miniatura|256x256px|Il [[Collegio di Spagna]]|alt=]]
Una volta acquisito il controllo su Bologna, l'[[arcivescovo]] [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] affidò il controllo della città a [[Giovanni Visconti da Oleggio]], il quale però ne approfittò per farsi nominare signore di Bologna pochi anni dopo. Della lotta che seguì fra l'Oleggio e [[Bernabò Visconti]] per il controllo della città approfittò il [[cardinale]] [[Egidio Albornoz|Egidio d’Albornoz]], legato del Papa in Italia. A seguito di complesse trattative, il cardinale ottenne nel [[1360]] la consegna di Bologna da parte dell'Oleggio, in cambio della signoria di [[Fermo]]. Bologna tornava così sotto il controllo dello Stato della Chiesa. A questo periodo risale la fondazione del [[Collegio di Spagna]], voluto dallo stesso cardinale d'Albornoz.
A seguito di una nuova rivolta cittadina nel marzo [[1376]], culminata con la cacciata del vicario pontificio, la città ripristinò per circa 25 anni le strutture comunali. La borghesia riuscì ad estromettere i capi delle grandi famiglie aristocratiche al potere, affidando a [[Giovanni da Legnano]] la carica di rappresentante pontificio in città. La restaurazione dell'autonomia comunale, detta "Signoria del popolo e delle arti", portò buoni effetti per Bologna e sorsero in quel tempo il [[Palazzo della Mercanzia]] e quello [[Palazzo dei Notai|dei Notai]]. Nel [[1390]] si diede inoltre inizio alla costruzione della [[Basilica di San Petronio]], a spese del Comune.
=== I Bentivoglio e il Rinascimento ===
[[File:Lorenzo Costa 007.jpg|thumb|left|[[Lorenzo Costa]]. ''Ritratto di [[Giovanni II Bentivoglio]]''|
Nel 1401 emerse la famiglia destinata a dominare la vita politica di Bologna per tutto il [[XV secolo]]: i [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]]. Bologna era soggetta alla sovranità papale ma nello stesso tempo il possesso della città era un obbiettivo primario della famiglia [[Visconti]] di Milano; quando si instaurò un equilibro tra i vari stati italiani, si crearono le condizioni per favorire l'affermazione stabile e duratura dei Bentivoglio. Nel [[1461]], a seguito dell'assassinio di [[Annibale I Bentivoglio]], l'eredità politica della famiglia passò al figlio giovanissimo [[Giovanni II Bentivoglio|Giovanni II]]. I Bentivoglio consolidarono così una signoria cittadina, di fatto semi-indipendente e per tanto in contrasto con le prerogative papali sulla città.
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