Amore e Psiche: differenze tra le versioni

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'''Amore''' e '''Psiche''' sono i due protagonisti di una nota storia narrata da [[Apuleio]] all'interno della sua opera ''[[Le metamorfosi (Apuleio)|Le Metamorfosi]]'', anche se è considerata risalire ad una tradizione orale antecedente all'autore.
 
Nella vicenda narrata da Apuleio, [[Psiche (mitologia)|Psiche]], mortale dalla bellezza eguale a Venere, diventa sposa di [[Eros|Amore]]-[[Cupido]] senza tuttavia sapere chi sia il marito, che le si presenta solo nell'oscurità della notte. Scoperta su istigazione delle invidiose sorelle la sua identità, è costretta, prima di poter ricongiungersi al suo divino consorte, a effettuare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l'[[immortalità]]. Altre versioni, differenti da quella di Apuleio, narrano invece la morte della ragazza prima dell'ultima prova, altre ancora narrano che la ragazza abbia fallito l'ultima prova e che abbia quindi dovuto lasciare [[Eros|Amore]]-[[Cupido]].
 
== Storia ==
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== ''Le Metamorfosi'' o ''L'asino d'oro'' ==
''Amore e Psiche'' è la più nota delle fiabe contenute nell'opera ''[[Le metamorfosi (Apuleio)|Le metamorfosi]]'' di Apuleio <ref>Carlo Landi, APULEIO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 maggio 2018.</ref> <ref name="A">Apulèio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 23 maggio 2018.</ref> (''Metamorphoseon libri XI''), note anche come ''L'asino d'oro'' (''Asinus aureus'' <ref name="A" />), un romanzo che racconta le ridicole avventure di un certo Lucio, che sperimenta con la magia e viene accidentalmente trasformato in un asino; e si estende per tre degli undici libri di cui è costituito il romanzo. La [[favola]], come il resto de ''Le metamorfosi'', ha nel libro un significato [[Allegoria|allegorico]]: [[Cupido]] - identificato con il [[Corrispondenza tra divinità greche e romane|corrispondente greco]] [[Eros]], signore dell'[[amore]] e del [[desiderio (filosofia)|desiderio]] -, unendosi a [[Psiche (mitologia)|Psiche]] - ossia l'[[anima]] - le dona l'[[immortalità]]. Tuttavia questa, per giungervi, dovrà affrontare quattro durissime prove, tra cui quella di scendere agli [[Ade (regno)|Inferi]] per purificarsi.
 
Già il nome Psiche (in greco ψυχή significa "anima") allude al significato mistico della storia, e riconduce alle prove che la donna dovrà affrontare nel corso della storia, simbolo delle iniziazioni religiose al culto di [[Iside]].
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L'antropologia culturale ha oggi gli strumenti per tentare tale recupero a posteriori: in verità, della cultura letteraria indigena di quei tempi ben poco si sa, dal momento che si espresse prevalentemente a livello orale. ''Amore e Psiche'', per la sua natura esplicitamente dichiarata di "fiaba" (che nel romanzo viene raccontata da una vecchina), ha molte probabilità di riflettere aspetti di questa cultura orale.
 
E difatti, numerosi elementi ricompaiono, identici o con minimi scarti, anche nelle fiabe di tradizione orale del Nordafrica raccolte e messe per iscritto in tempi recenti. [[Mouloud Mammeri]] ha più volte sottolineato l'affinità tra la fiaba di Apuleio e un racconto [[Cabilia|cabilo]] assai noto, ''L'uccello della tempesta''.<ref>Si veda, ad esempio: Mouloud Mammeri, "Constances maghrébines", in L. Serra (ed.) ''Gli interscambi culturali e socio-economici fra l'Africa settentrionale e l'Europa mediterranea. Atti del congresso internazionale di Amalfi, 5-8 dicembre 1983'', vol. I, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1986, pp. 65-81, in partic. pp. 73-74.</ref> A sua volta, tale racconto ha forti affinità con un'altra trama nordafricana, diffusa soprattutto in [[Marocco]], vale a dire ''Ahmed Unamir'' <ref>[https://boa.unimib.it/retrieve/handle/10281/7454/8730/LaFiabaBerbera.pdf Vermondo Brugnatelli, ''Fiabe del Nordafrica'', La fiaba nordafricana come elemento di conoscenza della società'', Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, 2005-2006]</ref> e come veicolo di lingue e culture](dove peraltro i generi sono invertiti: l'eroe è un maschio e la consorte misteriosa una femmina). Entrambe le fiabe si limitano alla prima parte del racconto, e si concludono quindi con la cacciata, senza più speranza di ritorno, del coniuge troppo curioso. Ma esistono anche versioni più "complete", per esempio ''Fiore splendente'', della [[Cabilia]] orientale, che prosegue fino al lieto fine conclusivo. Interessanti sono qui le congruenze con le peripezie dell'eroina in cerca dello sposo presso la suocera, che in questo caso non è la dea [[Venere (divinità)|Venere]], bensì l'[[Orco (folclore)|orchessa]] ''Tseriel''<ref>V.Brugnatelli, ''op.cit.'', p.22</ref>. Nel suo peregrinare, la fanciulla (''Tiziri'' "Chiaro di Luna") si imbatte, tra gli altri in alcuni pastori che le mostrano greggi che sarebbero state riservate a lei, se solo non fosse stata troppo curiosa. Questo dettaglio, perfettamente inserito nella fiaba odierna, potrebbe forse spiegare la presenza, abbastanza slegata dal contesto, del dio [[Pan]] (il dio pastore) nel punto corrispondente di ''Amore e Psiche''. <ref>Per un'analisi più dettagliata dei motivi della fiaba legati al Nordafrica, si può vedere: Nedjima Plantade & Emmanuel Plantade, "Du conte berbère au mythe grec: le cas d'Éros et Psyché", ''Revue des Études Berbères'' (INALCO), volume 9 (2013), pp. 533-563.</ref>
 
==Note==
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==