Pelmo: differenze tra le versioni
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== Alpinismo ==
[[File:Monte Pelmo1.jpg|thumb|left|Il monte Pelmo visto dal [[monte Tullen]] nelle [[Odle di Eores]] (da circa 38 km) ]]
Il Pelmo è stata la prima cima dolomitica ad essere scalata: il 19 settembre [[1857]] l'[[Irlanda|irlandese]] [[John Ball (naturalista)|John Ball]] raggiunse la vetta attraverso quella che fu poi chiamata ''cengia di Ball''. Partito da [[Borca di Cadore]], era accompagnato da una guida locale (pare rispondesse al nome di Giovanni Battista Giacin detto ''Sgrinfa'') che però non raggiunse la cima.<ref>Franco Fini nel suo "Cadore e Ampezzano" cita [[Antonio Ronzon]] che scrive come, già nel 1824, un tale Belli Battista Vecchio di Serdes frazione di [[San Vito di Cadore]], cacciatore di camosci, conoscesse il sentiero per la vetta. La questione se i cacciatori locali conoscessero realmente le vie per le cime prima degli alpinisti cittadini, sembra in realtà piuttosto controversa e non documentata.</ref> Ball scrisse poi di aver scelto il Pelmo per la sua prima scalata perché gli era sembrato il più bello tra tutti i monti delle Dolomiti che aveva visto e soprattutto più facile rispetto al maestoso [[Antelao]].<ref>Il Pelmo occupa nella storia dell'alpinismo un posto fondamentale: è la prima scalata squisitamente alpinistica in Cadore, anzi di tutte le Dolomiti.</ref>
La via diretta sud-ovest fu aperta nei giorni tra il 15 ed il 17 settembre 1977 da una cordata italiana formata da [[Franco Miotto]], Riccardo Bee e Giovanni Groaz che giunsero poco sotto al camino finale, ivi ritirandosi per il maltempo. La via è stata compiuta successivamente, all'inizio di ottobre, da Miotto e Bee calatisi dall'alto, e da Giovanni Groaz che con grave rischio risalì dal basso le corde lasciate fisse nel precedente tentativo (200 m nel vuoto), uscendo assieme lungo il camino finale. Dal canalone di La Fessura si attacca la parete nel centro, dapprima per canali e poi sul lato destro del grande diedro. L'uscita è a sinistra del ciclopico tetto sommitale. Difficoltà: VI+ e vari tratti di A1 e A2 in artificiale. I tratti più difficili e pericolosi (VI e A3) furono risolti da Giovanni Groaz. La prima ripetizione fu di Flavio Appi, Ronkovic e Rukic (sloveno) tra il 15 ed il 17 gennaio 1986. La seconda ripetizione dell'1 e 2 luglio 2006 furono gli italiani Alessio Roverato e Luca Matteraglia .
Il poco marcato spigolo nord fu invece superato nel 1924 dalla cordata svizzera Simon-Rossi che ivi aprì la prima via di VI grado delle Alpi<ref>La prima ascensione dolomitica italiana di VI grado è la [[Emilio Comici|Comici]]-Fabian sul [[Gruppo del Sorapiss|Sorapiss]] del 1929.</ref>, un anno prima di Solleder e Lettembauer sulla parete nord-ovest della [[Monte Civetta|Civetta]]. La via sale le placconate della parete nord con percorso complicato, partendo dal nevaio di val d'Arcia per imboccare poi lo spigolo nella parte sommitale (il passo più duro è un camino valutato VI-). Su tutte le pareti del Pelmo si sviluppano numerosi itinerari molto lunghi e di tutte le difficoltà.
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