Pessano con Bornago: differenze tra le versioni

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Nel 1162 il contado della Martesana, insieme al [[Seprio]], alleato dell'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I Barbarossa]], prese parte alla distruzione di [[Porta Nuova (Milano)|Porta Nuova]] a Milano.
 
Nel 1263 Pessano e Bornago furono feudo dei [[Torriani]] poi dal 1311 dei [[Visconti]], signori di [[Milano]]. Nel settembre dello stesso anno il Giulini racconta che [[Martino Torriani]], signore del castello di Pessano, vi fece imprigionare Simone da Locarno. È una delle poche notizie giunte sino ai giorni nostri riguardanti il castello del piccolo villaggio trasformato nel 1760 in Villa Negroni.
 
Nel 1280-1288 [[Goffredo da Bussero]], noto cronista, nel ''Liber Notitiae Sanctorum Mediolani'' attestò per la prima volta la presenza delle due chiese parrocchiali: ''loco Bornago ecclesia sancti Cornelii et Cipriani'' e ''loco Pesano ecclesia sanctorum Vitalis et Valeriae''. Due edifici che nel XVI secolo verranno descritti come piccoli, l'altare rivolto ad oriente, tetto a capanna, pavimento in cotto, in grado di ospitare un centinaio di persone e ciascuna circondata da un piccolo cimitero. Il primo titolare della chiesa di Pessano di cui si abbia notizia è l'anziano Alessandro da Groppello, autore di una lamentela e in seguito citato in una lettera dell'economo Giovanni Imperiali a [[Cicco Simonetta]] nel 1477. Nel 1518 il parroco fu Pietro da Arzago.
 
Nel 1312 [[Matteo Visconti]] fece imprigionare [[Guido Della Torre]] prendendo possesso del feudo di Pessano.
 
Nel 1373-1374 [[Bernabò Visconti]], co-signore di Milano, dona in dote alla nipote [[Donnina Visconti]], che aveva sposato il condottiero [[John Hawkwood]], il castello di Pessano e varie case e terreni in paese, a Bornago e a [[Carugate]].
 
Nel 1404 Matteo da Perugia, Maestro della Cappella Musicale del [[Duomo di Milano]], fuggì dalla città in seguito ad un'epidemia di [[peste]] e della carestia. Il ''musichus'', come allora veniva chiamato, era un compositore laico con l'obbligo di insegnare musica in una scuola pubblica, accessibile a chiunque. Al suo posto, dopo che per un periodo la Cappella fu diretta da sacerdoti, fu nominato nel 1416 [[Ambrosino da Pessano]], figlio di Giuseppe, che restò Maestro della Cappella sino all'8 maggio 1425. Dopo il ritorno di Matteo, Ambrosino restò in qualità di ''disinchantores'' e continuò a ricoprire la carica anche sotto il successivo maestro, Beltrando da Vignone, poi resse di nuovo la Cappella (non in qualità di Maestro) fino alla sua morte nel 1459.
 
Nel 1411 il feudo di Pessano passò ad Innocenzo Cotta che ne sarà signore fino al 1441 poi dal 1441 al 1475 ai Castellano.
 
Nel 1447 il duca [[Filippo Maria Visconti]] morì senza lasciare eredi, così si formò un governo repubblicano, l'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]]. In questi anni un certo [[Antonio da Bornago]] fu membro del [[Consiglio dei Novecento]], assemblea con potere legislativo formata da 150 cittadini per ciascun sestiere, divisi ulteriormente a seconda della parrocchia di appartenenza. Antonio apparteneva al [[Sestiere di Porta Orientale]] e faceva riferimento alla parrocchia di [[S.Paolo in Compito]].
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Nel 1457 [[Francesco Sforza]] iniziò la costruzione del [[naviglio della Martesana]] che darà un contributo significativo all'irrigazione del territorio e al suo sviluppo economico con la fioritura di attività come la bachicoltura e la tessitura della seta.
 
Il 9 gennaio 1475 il duca [[Galeazzo Maria Sforza]] donò all'amante [[Lucia Marliani]]istituì i feudi di [[Melzo]] e [[Gorgonzola (comune)|Gorgonzola]], in cui erano compresi Pessano e Bornago, ora costretti a versare le tasse e adli esseredonò giuridicamenteall'amante amministrate[[Lucia dal nuovo feudatarioMarliani]]. Nel 1477 [[Ludovico il Moro]] costrinse Lucia a restituirli in cambio di quello di [[Cusago]] per poi donarli ad [[Ottaviano Maria Sforza]], figlio avuto dalla relazione con Galeazzo. Ottaviano manterrà il feudo sino all'arrivo dei francesi di [[Luigi XII]] nel 1499.
 
Ne 1488 un certo Stefano da Pessano divenne castellano del villaggio di [[Brignano-Frascata|Brignano]], una decina di miglia da [[Tortona]].