Tempio malatestiano: differenze tra le versioni
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Ciò contribuì al peggioramento dei rapporti con [[papa Pio II]] [[Piccolomini]], già critici prima della sua elezione nel [[1458]] (a causa anche delle precedenti campagne militari ostili alla sua città natale, Siena), rapporti che degenerarono fino alla scomunica nel [[1460]].
La quantità di riferimenti pagani è tale per cui Pio II riportò nei suoi Commentari: {{Citazione|Costruì un nobile tempio a Rimini in onore di San Francesco; ma lo riempì di tante opere pagane che non sembra un tempio di cristiani ma di infedeli adoratori dei demoni |[[papa Pio II]], Commentarii, p. 92
[[File:Tempio Malatestiano (pre-war).jpg|thumb|Interno come appariva prima della guerra]]
[[File:Tempio Malatestiano 1944.jpg|thumb|Interno vista abside dopo i [[Operazione Olive|bombardamenti del 1944]]]]
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Generalmente gli storici escludono un intervento diretto di Alberti nel disegno complessivo dell'interno, assegnato a Matteo de' Pasti e Agostino di Duccio, tuttavia alcuni non escludono che Alberti possa aver dato indicazioni generali sull'intervento.<ref>Howard Burns, ''op. cit.'' 1998, p. 131.</ref>
La copertura è a semplici
In particolare vennero riccamente decorati i due pilastri di accesso di ciascuna cappella, divisi in settori con rilievi allegorici o narrativi. Protagonista di questa decorazione fu [[Agostino di Duccio]], che sviluppò un proprio stile fluido a partire dallo [[stiacciato]] [[donatello|donatelliano]], di una grazia un po' fredda, "[[neoattica]]". I temi sono soprattutto profani e intrecciano complesse allegorie decise probabilmente dallo stesso Sigismondo. Oltre ad [[Agostino di Duccio]], contribuirono all'opera anche [[Roberto Valturio]], [[Basinio da Parma]].
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La seconda cappella di destra è quella degli Angeli, o di Isotta o di San Michele. La statua dell'arcangelo, sull'edicola sull'altare, è di [[Agostino di Duccio]], autore anche degli angeli alati che giocano e suonano nei riquadri dei pilastri dell'arcone di ingresso. Sulla parete sinistra il sarcofago di [[Isotta degli Atti]], sorretto da due elefanti portastemma e scolpito probabilmente da [[Matteo de' Pasti]]. Sopra il sarcofago si trova un padiglione marmoreo sormontato dal cimiero malatestiano tra teste d'elefante alate recanti cartigli. Un tempo era conservato qui il ''[[Crocifisso di Rimini]]'' di [[Giotto]], oggi dietro l'altare maggiore.
Si prosegue con la cappella dello Zodiaco, o dei Pianeti, o di San Girolamo, la più sorprendente del complesso. È ricca di rappresentazioni non convenzionali attribuite ad [[Agostino di Duccio]], come nel Saturno e nei carri trionfali di Marte, di Venere e della Luna. Qui si può notare come nei bassorilievi dei segni con quadrupedi ([[Ariete (astrologia)|Ariete]], [[Toro (astrologia)|Toro]], [[Leone (astrologia)|Leone]], [[Capricorno (astrologia)|Capricorno]] e [[Sagittario (astrologia)|Sagittario]]) sono stati eliminati gli arti posteriori, dei quali resta solo il contorno. Sempre nella cappella dello zodiaco vi sono due bassorilievi che si riallacciano alla figura di Sigismondo. Il primo è quello del segno del ''Cancro'' (danneggiato da una granata nell'ultima guerra), lo stesso di Sigismondo, che domina come un sole la rappresentazione della città, la più antica conosciuta. Il secondo
====Cappelle malatestiane di sinistra====
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