Anglicismo: differenze tra le versioni
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Nel 1987, l’invadenza dell’inglese nell’italiano è stata posta come un problema da [[Arrigo Castellani]], attraverso un articolo, il “Morbus Anglicus” (“Morbus Anglicus”, in Studi linguistici italiani, n. 13, 1987, Salerno Editrice, Roma, pp. 137-153), che lanciava un allarme di denuncia dell’anglicizzazione della nostra lingua. Di parere contrario erano invece [[Luca Serianni]] e [[Tullio De Mauro]], che contrastarono le sue tesi sostenendo che l’interferenza dell’inglese era un fenomeno normale, tesi che si è affermata in seguito nel pensiero dominante tra i linguisti. De Mauro, in particolare, mostrò con le statistiche la scarsa incidenza dell’inglese nelle voci dei dizionari (a quei tempi intorno all’1% dei lemmi) e soprattutto la loro diffusione nei linguaggi di settore, e non nella lingua comune o di base.
Negli ultimi anni, al contrario, sia [https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html Serianni] sia De Mauro
Nel 2015, in seguito alla petizione di [[Annamaria Testa]], “Dillo in italiano” che ha raccolto 70.000 firme contro l’abuso dell’inglese, l’[[Accademia della Crusca]] ha costituito il Gruppo Incipit
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