Governo De Gasperi VII: differenze tra le versioni
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*6 aprile: in un’intervista al Giornale d’Italia Lauro si dichiara contrario alla proposta della DC , disposta ad apparentarsi con i monarchici e con il MSI ma a condizione che la lista non si caratterizzi con i simboli dei vari partiti. Per Lauro occorre chiamare «indistintamente le forze democratiche e nazionali a concorrere alla battaglia contro il nemico comune che è il comunismo».
*7 aprile: Un comunicato proveniente da ambienti governativi, afferma che "rinunciando a staccarsi dal Msi e ad inserirsi nell’attività democratica, il Pnm ripudia gli ideali della monarchia costituzionale e confessa il suo fondamentale carattere neofascista". Lo stesso Alcide De Gasperi, in un articolo su "Il Popolo", firmato ‘quidam de populo’, addossa ad Achille Lauro la responsabilità del fallimento dell’apparentamento elettorale fra la Dc e il Pnm, affermando che il suo partito "non poteva fare più di quanto ha fatto".
*14 aprile:
*16 aprile: si riuniscono i quattro partiti del cosiddetto «Blocco del 18 aprile» per concordare le intese elettorali. A Roma si dimettono 25 dirigenti del PRI contrari all’intesa con i «clericali» . Dissenso anche da parte della maggioranza dell’ Unione comunale romana del PSDI .
*18 aprile: un autorevole rappresentante vaticano ( l’ipotesi più accreditata è che si tratti di mons. Micara ) s’incontra con [[Guido Gonella]] e gli rappresenta la volontà di [[Pio XII]]: per scongiurare una possibile vittoria dei partiti di sinistra a Roma la DC deve apparentarsi anche con monarchici e missini. L’ipotesi è una lista civica in cui i monarchici e i missini non entreranno come partiti ma forniranno singole personalità, animate dalla volontà di evitare che la città cada nelle mani dei comunisti e degli atei alleati con loro.
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