Locri Epizefiri: differenze tra le versioni

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Innanzitutto riferisce della tradizionale leggenda Locrese riguardo ad una spedizione ufficialmente inviata da Sparta, ai tempi del re Polidoro, per partecipare alla fondazione della colonia, in netto contrasto quindi con l'idea di una fuga di servi.
In secondo luogo, Pausania evidenzia molti punti di contatto tra Locri e Sparta relativi all'aspetto religioso: il culto di Persefone era fondentale nella società Locrese, così come a Sparta; allo stesso modo erano importanti per Locri e Crotone i culti di Achille, Eaco e Tetide, provenienti da Sparta, da cui derivò la genealogia di Locro fratello di Crotone; e, altro importante elemento, la richiesta da parte dei Locresi a Sparta, prima della battaglia della Sagra, di un aiuto militare.
Aiuto che, concretizzatosi in modo pressochèpressoché simbolico con l'invio di un ristretto manipolo di soldati, diede origine al culto dei Dioscuri, i quali si sarebbero materializzati sul campo di battaglia prendendovi parte attiva.
Tutti questi dettagli sembrano quindi invalidare l'idea di Polibio, restituendo valore a quella di Timeo.
<ref>Luigi Pareti, "Storia della regione lucano-bruzzia nell'antichità", pag. 137, Ed. Di storia e letteratura, 1997</ref>
Tra gli studiosi ha preso piede l'idea che questi spostamenti dalla Grecia fossero inizialmente occasionali, da parte di mercanti, esploratori e pirati, in un periodo di "pre-colonizzazione" compreso tra la fine del [[IX]] e l'inizio del [[VIII secolo a.C.]], prima quindi del periodo di vera e propria colonizzazione successiva. <ref>{{cita|Brancaccio|p. 10}}.</ref>
Questo rende, se non plausibile, quantomeno ipotizzabile l'idea della fondazione di Locri da parte di una spedizione di coloni, accompagnati da soldati spartani od addirittura da pirati, assoldati come mercenari da Sparta che a causa della [[prima guerra messenica]], probabilmente avrebbe ritenuto più prudente questa soluzione che non distrarre delle forze militari dalle operazioni in corso.
 
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Per quel che concerne il periodo arcaico va menzionato il santuario di [[Zeus]] che nel corso del tempo ebbe un'articolazione sempre più ricca. In base alla scoperta a metà altezza della ''collina della Mannella'' di un deposito di iscrizioni, così importante per la più tarda amministrazione della città, si è congetturata la presenza dell'''agorà'' ai suoi piedi.<ref>Rubinich, 1996, p. 65; Sabbione, 1996, p. 21.</ref>
 
E sempre all'interno della cinta di mura sulla ''collina della Mannella'' fu apprestato, con ogni probabilità nel [[VI secolo a.C.]], un luogo di culto per un'altra divinità olimpica, [[Atena]].<ref>Costabile, 1996, p. 25.</ref>
Altri luoghi di culto, sorti a mano a mano fuori dalla cinta muraria, come il santuario delle ninfe in ''Contrada Caruso'' o quello di ''Demetra'' in ''Contrada Paparezza'' (cf. ''infra''), oltre a diverse installazioni domestiche vanno a completare e arricchire il quadro di una colonia, dove dalla molteplicità di costumanze religiose ben trapela anche la differenziazione della cultura cittadina.<ref>Per l'ubicazione dei resti rinvenuti su ''Casa Marafioti'' e in generale le rovine del periodo arcaico, Dieter Mertens,''Città e monumenti dei Greci di occidente'', p. 61 (2006).</ref>