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Nacque a Bologna intorno al 1628 ed entrò a far parte dell'[[Ordine francescano]].
 
Le due maggiori opere per le quali è ricordato sono: l'ampliamento della [[Chiesa di Santa Maria della Carità (Bologna)|chiesa di Santa Maria della Carità]] ([[1680]]) e la ricostruzione della [[Santuario di Santa Maria della Vita|chiesa di Santa Maria della Vita]] ([[1687]]-[[1690]])., Ingià quest'ultimaa operatre chenavate.<ref laname capacità="le architettonicamuse">{{cita dellibro Bergonzoni| sicapitolo=Giovanni manifestòBattista pienamente:Bergonzoni al| postotitolo=le dellamuse vecchia| chiesaeditore=De dellaAgostini Beata| Verginecittà=Novara della| Vita,anno=1964 caduta nel [[1686]], egli costruì un tempio a| piantavolume=II centrale che costituisce un modello esemplare nell'ambito dell'architettura [[Barocco|barocca]] bolognese.pp=203-204}}</ref>
 
In quest'ultima opera che la capacità architettonica del Bergonzoni si manifestò pienamente: al posto della vecchia chiesa della Beata Vergine della Vita, caduta nel [[1686]], egli costruì un tempio a pianta centrale che costituisce un modello esemplare nell'ambito dell'architettura [[Barocco|barocca]] bolognese.<ref name=TrecDBI>{{DBI|nome=Bergonzoni, Giovan Battista|nomeurl=giovan-battista-bergonzoni_(Dizionario-Biografico)|accesso=2 giugno 2019}}</ref>
Il progetto del Bergonzoni fu scelto perché giudicato "il più galante et il più a proposito", e fu ispirato a quello [[Borromini|borrominiana]] della [[chiesa di Santa Agnese]] in [[piazza Navona]].
Su una pianta costituita da un rettangolo ad angoli tagliati si realizzò un alzato a croce greca, su cui si costruì una cupola ovale, disegnata da Antonio Bibiena in piena armonia con l'ambiente principale e innalzata da Giuseppe Tubertini nel [[1787]]).
 
Il progetto del Bergonzoni fu scelto perché giudicato "il più galante et il più a proposito",<ref name=TrecDBI /> e fu ispirato a quello [[Francesco Borromini|borrominiana]] della [[chiesa di Sant'Agnese in Agone]] in [[piazza Navona]], sia nell'alzato sia nella pianta.<ref name ="le muse" /> Santa Maria della Vita fu costituita da un rettangolo con gli angoli smussati e alleggeriti da basse cappelle in nicchia,<ref name ="le muse" /> avente i quattro lati sfondati da quattro grandi arconi,<ref name ="le muse" /> e si realizzò un alzato a croce greca coperto da una cupola a base ovale, disegnata da [[Antonio Galli da Bibbiena]] in piena armonia con l'ambiente principale e innalzata da [[Giuseppe Tubertini]] nel [[1787]]).<ref name ="le muse" /><ref name=TrecDBI />
A questo si innesta un coro quadrangolare, secondo uno stile che venne influenzato dal lombardo Ricchini e dalla struttura della [[chiesa di San Giuseppe a Milano]], con la differenza che in Santa Maria della Vita, il coro e la chiesa appaiono in piena armonia grazie all'arco e alle colonne portanti.
 
A questo si innesta un coro quadrangolare, secondo uno stile che venne influenzato dal lombardo Ricchini e dalla struttura della [[Chiesa di San Giuseppe (Milano)|chiesa di San Giuseppe a Milano]], con la differenza che in Santa Maria della Vita, il coro e la chiesa appaiono in piena armonia grazie all'arco e alle colonne portanti.<ref name=TrecDBI />
La qualità scenografica dello spazio immaginato dal Bergonzoni è evidenziata sia da particolari strutturali dovuti allo stesso architetto, come le cappelle e i coretti sia dalla riuscita decorazione [[rococò]] che appare legata alla cupola (gli stucchi di L. Acquisti, gli affreschi di G. Gandolfi e S. Barozzi).
 
La qualità scenografica dello spazio immaginato dal Bergonzoni è evidenziata sia da particolari strutturali dovuti allo stesso architetto, come le cappelle e i coretti sia dalla riuscita decorazione [[rococò]] che appare legata alla cupola (gli stucchiornati diin L.stucco, effettuati ancora più tardi dal [[Forlì|forlivese]] [[Luigi Acquisti]], gli affreschi invece per opera di G.[[Gaetano Gandolfi]] e S. Barozzi).
 
Nella chiesa di Santa Maria della Vita si compongono elementi romani con caratteri dell'Italia settentrionale.<ref name ="le muse" />
 
Qualche anno prima il B. era intervenuto nella chiesa bolognese di S. Maria della Carità (1680), edificio di gusto vignolesco dovuto a P. Fiorini (1583). Il B. costruì la sacrestia, nonché quattro cappelle angolari a pianta quadrata e coperte da cupola. Sulle cupolette delle cappelle si alzano quattro grandi lanterne a struttura cilindrica che conferiscono un carattere assai vivace all'esterno della costruzione.