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In quest'ultima opera che la capacità architettonica del Bergonzoni si manifestò pienamente: al posto della vecchia chiesa della Beata Vergine della Vita, caduta nel [[1686]], egli costruì un tempio a pianta centrale che costituisce un modello esemplare nell'ambito dell'architettura [[Barocco|barocca]] bolognese.<ref name=TrecDBI>{{DBI|nome=Bergonzoni, Giovan Battista|nomeurl=giovan-battista-bergonzoni_(Dizionario-Biografico)|accesso=2 giugno 2019}}</ref>
Il progetto del Bergonzoni fu scelto perché giudicato "il più galante et il più a proposito",<ref name=TrecDBI /> e fu ispirato a quello [[Francesco Borromini|borrominiana]] della [[chiesa di Sant'Agnese in Agone]] in [[piazza Navona]], sia nell'alzato sia nella pianta.<ref name ="le muse" /> Santa Maria della Vita fu costituita da un rettangolo con gli angoli smussati e alleggeriti da basse cappelle in nicchia,<ref name ="le muse" /> avente i quattro lati sfondati da quattro grandi arconi,<ref name ="le muse" /> e si realizzò un alzato a croce greca coperto da una [[cupola]] a base ovale, disegnata da [[Antonio Galli da Bibbiena]] in piena armonia con l'ambiente principale e innalzata da [[Giuseppe Tubertini]] nel [[1787]]).<ref name ="le muse" /><ref name=TrecDBI />
La qualità scenografica dello spazio immaginato dal Bergonzoni è evidenziata sia da particolari strutturali dovuti allo stesso architetto, come le cappelle e i coretti<ref name=TrecDBI /> sia dalla riuscita decorazione [[rococò]] che appare legata alla cupola (gli ornati in stucco, effettuati ancora più tardi dal [[Forlì|forlivese]] [[Luigi Acquisti]], gli affreschi invece per opera di [[Gaetano Gandolfi]] e S. Barozzi).<ref name=TrecDBI />
Nella chiesa di Santa Maria della Vita si compongono elementi romani con caratteri dell'Italia settentrionale.<ref name ="le muse" />
Qualche anno prima il
== Opere ==
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