Guglielmo II di Germania: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiunti collegamenti Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android |
m Bot: punto fermo alla fine delle note che contengono solo T:Cita e modifiche minori |
||
Riga 51:
Guglielmo nacque nel [[Castello di Berlino|palazzo reale di Berlino]] il 27 gennaio [[1859]] dal [[Federico III di Germania|principe Federico di Prussia]] (futuro imperatore Federico III) e da sua moglie, [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1840-1901)|Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha]], [[principessa reale]] del [[Regno Unito]]. La madre di Guglielmo, Vittoria, era la zia di [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Alice d'Assia]] (futura moglie di [[Nicola II di Russia]]), e sorella del futuro re [[Edoardo VII del Regno Unito]] nonché figlia della regina [[Vittoria del Regno Unito]] che quindi era la nonna materna di Guglielmo. Al momento della sua nascita, il suo prozio [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] era re di Prussia, e suo nonno [[Guglielmo I di Germania|Guglielmo]] ne era il reggente. Dal 1861, Guglielmo si ritrovò secondo in linea di successione al trono di Prussia dopo l'ascesa di suo nonno al trono, e nel 1871 alla creazione dell'[[Impero tedesco]] divenne anche erede del trono imperiale<ref group="N">Come nipote della regina Vittoria, Guglielmo era primo cugino dell'imperatore dell'impero britannico, re [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]], come pure delle regine [[Maria di Romania]], [[Maud del Galles]], [[Vittoria Eugenia di Battenberg|Vittoria Eugenia di Spagna]] e [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Alessandra di Russia]]. Nel 1889, la sorella minore di Guglielmo, [[Sofia di Prussia|Sofia]], sposò il futuro [[Costantino I di Grecia]]. Guglielmo, infuriato per la conversione della sorella alla religione greca ortodossa tentò di bandirla dall'impero tedesco. Le relazioni più difficili per Guglielmo ad ogni modo furono quelle con gli inglesi, pur venerando sua nonna, la regina Vittoria ed il resto della sua famiglia. La regina Vittoria lo trattava con cortesia e tatto, ma gli altri membri della famiglia reale inglese lo ritenevano generalmente un arrogante e perlopiù tendevano ad evitarlo. Ebbe relazioni particolarmente pessime con suo zio, il futuro re Edoardo VII. Tra il 1888 ed il 1901 Guglielmo ebbe più volte modo di risentirsi con suo zio che, pur essendo solamente l'erede al trono inglese, tendeva a non considerarlo come imperatore di Germania, ma solamente come un altro dei suoi nipoti. Per suo conto, Guglielmo spesso snobbava suo zio, riferendosi a lui con espressioni come "il vecchio pavone", facendogli pesare la sua condizione di sovrano al trono. All'inizio degli anni '90 dell'Ottocento, Guglielmo si recò in visita in Inghilterra a Cowes Week, sull'[[Isola di Wight]], competendo con suo zio ad una gara di yacht. La moglie di Edoardo, la danese [[Alessandra di Danimarca]], dapprima come principessa di Galles e poi come regina, ebbe anch'ella rapporti pessimi con Guglielmo, in particolare dopo che i prussiani aveva privato la [[Danimarca]] dello [[Schleswig-Holstein]] negli anni '60 dell'Ottocento, come pure per l'irriconoscenza che Guglielmo mostrava nei confronti di sua madre. Malgrado le sue relazioni con i parenti inglesi, quando seppe che la regina Vittoria stava morendo a [[Osborne House]] nel gennaio del 1901, Guglielmo si portò subito in Inghilterra per presenziare al suo letto di morte ed ivi rimase per il successivo funerale. Presenziò anche al funerale di Edoardo VII nel 1910. Nel 1913, quando Guglielmo tenne il ricevimento per il matrimonio di sua figlia [[Vittoria Luisa di Prussia|Vittoria Luisa]], tra gli invitati figurava anche lo zar [[Nicola II di Russia]], re [[Giorgio V del Regno Unito]] e sua moglie [[Maria di Teck]], i quali erano notoriamente invisi al ''kaiser''. Vedi King, Greg, ''Twilight of Splendor: The Court of Queen Victoria During Her Diamond Jubilee Year'' (Wiley & Sons, 2007), p. 52; Magnus, Philip, ''King Edward the Seventh'' (E. P. Dutton & Co, Inc., 1964), p. 204; Battiscombe, Georgiana, ''Queen Alexandra'' (Constable, 1960), p. 174</ref>.
Quando Guglielmo venne alla luce, il parto traumatico di sua madre lo danneggiò fisicamente, portandolo ad avere il braccio sinistro atrofizzato a causa di una paralisi<ref>{{EI}}</ref>. Nonostante molti esercizi e cure dolorose, l'arto non guarì mai<ref group="N">Molte fotografie e ritratti lo mostrano spesso nella postura di celare la differente lunghezza tra le due braccia. In realtà il suo braccio sinistro era lungo 15 centimetri in meno di quello destro. Alcuni storici hanno suggerito che questa disabilità abbia potuto intaccare lo
Una certa influenza sul giovane principe fu esercitata dal [[1866]] dal precettore Georg Ernst Hinzpeter (1827-1907). Questi riteneva che l'imposizione fosse il miglior modo per insegnare la tolleranza e la compassione<ref>{{Cita|Balfour|p. 108}}.</ref>.
Ancora minorenne, come futuro imperatore di [[Impero tedesco|Germania]], Guglielmo ottenne onorificenze russe, austriache e italiane (il 24 settembre 1873 fu insignito dell'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata|Ordine dell'Annunziata]]) e appena maggiorenne, nel [[1877]], ottenne l'[[Ordine della Giarrettiera]] britannico<ref>{{Cita|Balfour|p. 111}}.</ref><ref>''[[Calendario reale]] per l'anno 1910'', Unione Cooperativa, Roma, 1910, p. 181.</ref>.
Il giovane Guglielmo imparò il francese e l'inglese ed ebbe anche un'infarinatura di italiano e russo. Frequentò, insieme con il fratello [[Enrico di Prussia|Enrico]], il ''Friedrichsgymnasium'' (Liceo Federico) a [[Kassel]] e dal 1877 frequentò per quattro sessioni l'[[Università di Bonn]]. Nel [[1878]] andò a [[Parigi]] (città nella quale non tornò più) e visitò più volte la [[Regno Unito|Gran Bretagna]] (nel 1877 e nel 1878)<ref>{{Cita|Balfour|pp. 108-109, 111-112}}.</ref>. Negli ultimi tempi del suo soggiorno a Bonn, i sintomi di insofferenza di Guglielmo per l'autorità cominciarono a destare preoccupazione; né la madre, donna decisa e autoritaria, riuscì a influenzarne il carattere<ref>{{Cita|Balfour|pp. 113, 115}}.</ref>.
Nel febbraio [[1880]], Guglielmo si fidanzò con [[Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg]], familiarmente chiamata Dona. I due si sposarono un anno dopo, il 27 febbraio [[1881]]. La consorte si rivelò poi un'ancora di stabilità nell'irrequieta vita dell'Imperatore.
Nel [[1884]] Guglielmo fu inviato in visita in Russia, in rappresentanza del nonno imperatore [[Guglielmo I di Germania|Guglielmo I]], ai festeggiamenti per il compimento della maggiore età del principe ereditario [[Nicola II di Russia|Nicola]], con il quale strinse una duratura amicizia<ref>{{Cita|Balfour|pp. 132-133}}.</ref>.
== L'ascesa e lo scontro con Bismarck (1888-1890) ==
Riga 69:
Il 9 marzo [[1888]], all'età di 91 anni, moriva l'Imperatore di Germania Guglielmo I. Il figlio, il principe ereditario e padre di Guglielmo, salì al trono assumendo il nome di [[Federico III di Germania|Federico III]]. Questi a sua volta, dopo soltanto tre mesi di regno, il 15 giugno 1888, morì a seguito di un cancro alla [[laringe]] e Guglielmo, all'età di 29 anni, divenne il nuovo imperatore di Germania.
Non erano trascorsi neanche due mesi dall'ascesa al trono che Guglielmo II si recò in visita di stato in Russia, la prima di una lunga serie. Tre mesi dopo ottenne un appannaggio annuale di 6 milioni di marchi e al viaggio a [[San Pietroburgo]] ne seguirono altri a [[Stoccolma]], [[Copenaghen]], [[Vienna]] e [[Roma]]. Queste ultime due erano le capitali delle altre due nazioni: [[Impero austro-ungarico|Austria]] e [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], che assieme alla Germania dal 1882 costituivano la [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]. Venne commissionato un nuovo treno imperiale con dodici carrozze e un nuovo panfilo<ref>{{Cita|Balfour|pp. 163, 167}}.</ref>.
Ben presto, però, il carattere di Guglielmo e le sue idee si dovettero scontrare con quelle del [[Cancelliere del Reich|Cancelliere]] allora in carica, [[Otto von Bismarck]].
Riga 77:
Nonostante ciò il Kaiser si trovò in forte contrasto con il suo cancelliere, Bismarck, che auspicava una linea dura nei confronti del movimento operaio. Guglielmo credeva, invece, nella necessità di una conciliazione nazionale<ref>Stürmer, ''L'Impero inquieto'', Bologna, 1993, pp. 185, 327.</ref>.
Nel corso della controversia si tennero le elezioni al [[Reichstag (istituzione)|Parlamento tedesco]], che determinarono la vittoria dei [[Socialismo democratico|Socialisti democratici]]. Vistosi in minoranza, Bismarck sollevò una questione costituzionale. Secondo un vecchio decreto prussiano del [[1852]] i ministri erano tenuti a consultare il capo del governo prima di consultare il re; cosa che avrebbe impedito al Kaiser di avere rapporti diretti con i ministri. Guglielmo II ordinò allora che venisse emesso un nuovo decreto per revocare quello del 1852 e il 18 marzo [[1890]] Bismarck, piuttosto che eseguire l'ordine, diede le dimissioni<ref>{{Cita|Balfour|pp. 173-174}}.</ref>. Da questo evento si fa tradizionalmente iniziare l'era del [[Guglielminismo]].
== I cancellierati Caprivi e Hohenlohe (1890-1900) ==
[[File:Wilhelm II, Emperor of Germany - Cope 1895.jpg|left|thumb|upright=0.8|Guglielmo II]]
Guglielmo II incaricò alla successione [[Leo von Caprivi]], un onesto militare che non si voleva inoltrare nei labirinti della politica bismarckiana. Entrambi agirono, infatti, demolendo uno dei capisaldi di Bismarck: il [[trattato di controassicurazione]] con la Russia, evento che portò a un avvicinamento di quest'ultima alla Francia. Guglielmo in questa decisione si lasciò influenzare dai suoi consiglieri, che ritenevano il trattato incompatibile con le altre intese sottoscritte dalla Germania e, probabilmente, anche dai militari che diffidavano della Russia<ref>{{Cita|Balfour|pp. 179, 181}}.</ref>.
Ben presto, tuttavia, Guglielmo trovò Caprivi incompatibile con i suoi "più vasti disegni", specie dopo che il Cancelliere si era creato nemici in diversi ambienti<ref>{{Cita|Balfour|p. 245}}.</ref>.
Il risultato fu che nel [[1894]] Caprivi fu spinto alle dimissioni dall'"eminenza grigia" del governo, [[Friedrich August von Holstein]], il quale aveva intenzione di educare Guglielmo attraverso il moderato [[Chlodwig zu Hohenlohe-Schillingsfürst]] suo candidato alla Cancelleria. Fu infatti quest'ultimo a essere scelto dal Kaiser quale successore di Caprivi<ref>{{Cita|Balfour|p. 248}}.</ref>.
=== Il telegramma a Kruger ===
Riga 93:
In quei giorni la Repubblica [[Boeri|boera]] del [[Repubblica del Transvaal|Transvaal]], dove ingenti risorse umane ed economiche tedesche erano state investite nelle miniere d'oro, aveva respinto un [[Jameson Raid|attacco]] dal [[Sudafrica]]. L'aggressione era stata ispirata da Londra per provocare una sollevazione e riportare all'[[Impero britannico]] la repubblica boera. La stampa nazionalista tedesca protestò contro la Gran Bretagna che da potenziale alleata divenne rivale.
Guglielmo assicurò allo zar [[Nicola II di Russia|Nicola II]]: «qualunque cosa succeda, non permetterò mai agli inglesi di mettere le mani sul Transvaal». Con tre ammiragli e Hohenlohe, il Kaiser, il 3 gennaio, dopo una riunione in cui furono prospettati vari scenari, decise che la cosa più giusta da fare fosse mandare un telegramma di solidarietà al presidente del Transvaal [[Paul Kruger]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 260}}.</ref>.
Gli inglesi protestarono per l'atto che considerarono l'interferenza di un monarca da cui, come nipote della loro regina, si aspettavano invece solidarietà'<ref>{{Cita|Balfour|p. 261}}.</ref>. In seguito Guglielmo nelle sue memorie sostenne di essere stato forzato da Hohenlohe a inviare il messaggio<ref>Guglielmo II, ''Memorie'', Milano 1930, p. 73.</ref>. Fatto sta che dopo l'episodio, che alimentò cocenti polemiche anche fra i giornali e l'opinione pubblica dei due Paesi, Guglielmo parlò di vasti stanziamenti per la flotta militare, rendendo lo scenario diplomatico tra i due imperi ancora più cupo.
=== La Cina ===
Riga 101:
[[File:China imperialism cartoon.jpg|thumb|upright=0.8|In una vignetta francese del 1898, la [[Regina Vittoria]], suo nipote Guglielmo II, lo zar [[Nicola II di Russia|Nicola II]] assistito dall'alleata [[Marianne (allegoria)|Marianna]] e l'Imperatore del Giappone [[Meiji]] si dividono la torta della Cina.]]
Nell'agosto [[1897]] Guglielmo, mirando ora a una politica mondiale, dimostrò l'utilità che avrebbe avuto una grande flotta. A San Pietroburgo convinse, infatti, Nicola II a confermare che la Russia non si sarebbe opposta all'eventuale occupazione tedesca del porto cinese di [[Kiautschou]]; e due mesi dopo, cogliendo l'occasione dell'uccisione di due missionari tedeschi, fece occupare la base cinese, ignorando le obiezioni dei suoi consiglieri che temevano un conflitto<ref name=Balfour-278>{{Cita|Balfour|p. 278}}.</ref>.
In risposta, la Russia occupò Port Arthur ([[Lüshunkou]]) e il Kaiser in una lettera a San Pietroburgo scrisse: «Russia e Germania all'ingresso del [[Mar Giallo]] possono essere considerate come [[San Giorgio]] e [[San Michele]] che proteggono la Sacra Croce nell'Estremo Oriente e custodiscono le porte del continente asiatico». Quando, tuttavia, la Gran Bretagna occupò a sua volta [[Weihai]], nello [[Shandong]], le reazioni di Guglielmo II furono meno entusiastiche<ref name=Balfour-278/>.
Riga 109:
=== Il viaggio in Palestina ===
L'attivismo del Kaiser non risparmiò il Mediterraneo. Accompagnato dalla consorte, dal ministro degli Esteri [[Bernhard von Bülow]] e dall'amico [[Philipp zu Eulenburg]], all'epoca ambasciatore a Vienna, Guglielmo partì nel [[1898]] per la [[Palestina]], territorio dell'[[Impero ottomano]]. Il viaggio conseguì il duplice effetto di aumentare l'interesse dell'Imperatore per la [[Impero ottomano|Turchia]] e nello stesso tempo di incoraggiare l'inquietudine dei francesi, dei russi e in particolare degli inglesi, che si vedevano minacciati nelle loro linee di navigazione marittime principali. Né i timori si placarono quando, due mesi dopo, i turchi concessero ai tedeschi la costruzione di un porto e di una linea ferroviaria sulla costa orientale del [[Bosforo]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 286}}.</ref>.
== Il cancellierato Bülow (1900-1909) ==
Riga 135:
Quest'ultima clausola dell'accordo, che doveva essere ratificato dai rispettivi governi, fece trasecolare Bülow. In caso di una guerra anglo-tedesca, infatti, la Germania, con una flotta insufficiente a proteggere le sue colonie e le sue coste si sarebbe trovata esposta alle azioni della ben più potente [[Royal Navy|flotta inglese]]. Nello stesso tempo la Russia non avrebbe potuto (con una piccola flotta e con un esercito inservibile contro l'Inghilterra) difendere la Germania. Inoltre, grazie a quella clausola che limitava il teatro dell'alleanza all'Europa, la Russia avrebbe potuto rifiutarsi di attaccare l'[[Impero britannico]] in Asia, e infine, sosteneva Bülow, l'accordo avrebbe peggiorato i rapporti fra Germania e Gran Bretagna, istigando quest'ultima a pericolose contromisure<ref>Bülow, ''Memorie'', Milano 1931, Vol II, pp. 141-142.</ref>.
Guglielmo II insistette per far ratificare l'accordo a cui teneva moltissimo, ma Bülow minacciò di dare le dimissioni. Guglielmo scrisse allora al Cancelliere una lettera accorata in cui dichiarava di essere prostrato e di non capire l'atteggiamento del suo migliore e più intimo amico: «il giorno dopo l'arrivo delle sue dimissioni, il Kaiser non sarebbe più in vita» scrisse. Lettera di fronte alla quale Bülow decise di rimanere<ref>{{Cita|Balfour|pp. 339-342}}.</ref>.
Anche in Russia, tuttavia, si sollevarono problemi sul testo del trattato che non risultò compatibile con l'[[alleanza franco-russa]]. Il patto rimase, così, un accordo di massima fra due monarchi, praticamente privo di qualsiasi valore legale<ref>{{Cita|Balfour|p. 342}}.</ref>.
Due anni dopo, nel [[1907]], l'[[Accordo anglo-russo per l'Asia|Accordo anglo-russo]] sulla spartizione delle sfere d'influenza in Asia fra Londra e San Pietroburgo eliminava qualsiasi motivo di attrito fra le due potenze, e anche ogni speranza a Guglielmo II di chiudere un'intesa con la Russia.
Riga 155:
Guglielmo II sostituì Bülow con [[Theobald von Bethmann-Hollweg]], un amico di vecchia data e un amministratore più che un uomo d'azione. Una persona tranquilla che assecondasse l'Imperatore il quale, vista l'avversione generale alle sue idee, cominciava a disinteressarsi della politica.
Nel [[1910]] Guglielmo II promosse la scienza naturale moderna con garanzie finanziarie statali<ref>Stürmer, ''L'Impero inquieto'', Bologna, 1993, pp. 180, 181.</ref>, mentre, sul piano culturale, si dedicò presso la sua villa a [[Corfù]] (l'[[Achilleion]]) agli scavi archeologici, che nella primavera del [[1911]] portarono al rinvenimento di una testa di [[Gorgone]] in marmo del VII secolo a.C.<ref>{{Cita|Balfour|pp. 406-407}}.</ref>.
=== La Crisi di Agadir ===
Riga 164:
=== Tensione sulla flotta ===
A questo punto risultava determinante per Guglielmo che la Germania possedesse una flotta tale da avere più peso in situazioni come quella di Agadir e, quando la Gran Bretagna, nel [[1912]], decise di spostare delle navi dal Mediterraneo al [[Mare del Nord]], il Kaiser appoggiò l'ammiraglio [[Alfred von Tirpitz|Tirpitz]] affinché nelle sedi opportune passasse il progetto della quarta legge navale. Bethmann, però, si oppose impuntandosi, considerando più utile negoziare con Londra. Si creò così una situazione di stallo, fin quando Bethmann, probabilmente grazie anche all'intervento della consorte di Guglielmo, dovette cedere; così che l'imperatore conservò la legge navale e il suo Cancelliere<ref>{{Cita|Balfour|pp. 424-425}}.</ref>.
=== Verso la prima guerra mondiale ===
Riga 170:
[[File:Bundesarchiv Bild 136-B0435, Kaiser Wilhelm II. und Erzherzog Franz Ferdinand.jpg|thumb|Guglielmo II (a sinistra) in auto con [[Francesco Ferdinando]] nel 1912.]]
Verso l'inizio del [[1913]], l'anno del suo giubileo d'argento (a 25 anni dalla salita al trono), la sensazione che un conflitto europeo fosse ormai inevitabile cominciò ad assillare Guglielmo II. Tale convinzione fu probabilmente la ragione che lo indusse ad abbandonare i suoi propositi di trattenere l'[[Impero austro-ungarico|Austria]] sulla questione dei [[Penisola balcanica|Balcani]]. Al ministro degli Esteri di Vienna [[Leopold Berchtold]] disse: «Potete confidare che io starò dietro di voi, e che sono pronto a sfoderare la spada ogni volta che la via da voi intrapresa lo renderà necessario»<ref>{{Cita|Balfour|pp. 441-442}}.</ref>.
Quando domenica 28 giugno [[1914]] fu [[Attentato di Sarajevo|assassinato]] l'erede al trono d'Austria [[Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este|Francesco Ferdinando]], Guglielmo era a [[Kiel]] per delle regate con il suo yacht ''Meteor''; il capo di stato maggiore dell'esercito, [[Helmuth Johann Ludwig von Moltke|Moltke]], era alle terme a [[Karlovy Vary|Karlsbad]] e il capo della Marina, Tirpitz, in vacanza in [[Engadina]] ([[Svizzera]]). Assenti le più alte cariche militari, in quei primi giorni di luglio, a Berlino e [[Potsdam]] il Kaiser sottovalutò la forza e la volontà bellica dei potenziali nemici. Disse che [[Nicola II di Russia|Nicola II]] difficilmente avrebbe protetto dei regicidi, che la Russia non era in grado di entrare in guerra e che la Francia era in piena crisi finanziaria e mancava di artiglieria pesante. Fatte queste osservazioni, partì per la consueta crociera estiva in [[Norvegia]]<ref>{{Cita|Balfour|pp. 445, 448-449}}.</ref>.
Il 19 luglio, tuttavia, Guglielmo II avvertì in via confidenziale le due grandi compagnie navali tedesche che gli avvenimenti sarebbero potuti precipitare dopo l'imminente [[ultimatum]] austriaco alla [[Regno di Serbia|Serbia]] (che fu inviato il 23), e il giorno seguente dette disposizioni per il rientro della flotta a Kiel. Il 27 approvò l'azione di Bethmann che aveva respinto la proposta britannica di una conferenza e il mattino dopo prese visione della risposta serba all'ultimatum austriaco. In considerazione del fatto che il governo di [[Belgrado]] aveva accettato quasi tutte le richieste austriache, il Kaiser disse: «Un brillante risultato [...] Una grande vittoria morale per Vienna, che però elimina ogni ragione di guerra». Ciononostante consigliò all'Austria di occupare provvisoriamente la [[Belgrado|capitale serba]] (poco dopo il confine), così da poter lui stesso cominciare una mediazione<ref>{{Cita|Balfour|pp. 451-452}}.</ref>.
=== Mobilitazione e guerra ===
{{vedi anche|Crisi di luglio}}
La notizia del bombardamento austriaco di Belgrado determinò la decisione russa di [[Mobilitazione|mobilitare]] l'esercito ma, prima che fossero diramati gli ordini relativi, un messaggio dell'ignaro Guglielmo II indusse lo zar Nicola II a limitare la mobilitazione ai quattro distretti militari lungo la frontiera austriaca, escludendo i tre sul confine tedesco<ref>{{Cita|Balfour|p. 452}}.</ref>.
Il mattino del 30 luglio 1914, Guglielmo ricevette la notizia della mobilitazione (seppure parziale) russa e scrisse a margine del messaggio: «Dunque, anch'io devo mobilitare». Alla richiesta della Germania alla Russia di revocare la mobilitazione, la Russia rispose che sarebbe stato impossibile<ref>{{Cita|Balfour|pp. 453-454}}.</ref>.
A questo punto Guglielmo, nell'eccitazione del momento, diede sfogo ai suoi sentimenti nelle annotazioni scritte a margine della risposta russa:
{{Citazione|[...] Io non ho più alcun dubbio che Inghilterra, Russia e Francia si siano messe d'accordo [...] per servirsi del conflitto austro-serbo come pretesto per intraprendere una guerra di annientamento contro di noi. [...] La stupidità e l'inettitudine del nostro alleato [austriaco] sono serviti da trappola. Ecco che il famoso accerchiamento della Germania è finalmente divenuto un fatto compiuto, nonostante tutti gli sforzi dei nostri uomini politici per impedirlo. [...] Il nostro dilemma di tener fede al vecchio venerando imperatore [austriaco] è stato sfruttato per creare una situazione che offre all'Inghilterra il pretesto che ha sempre cercato per annientarci con fittizia apparenza di giustizia, con la scusa di aiutare la Francia [...] In Turchia e in India bisogna che i nostri consoli, rappresentanti e via dicendo sollevino il mondo maomettano contro questo disonesto e odioso popolo di bottegai senza scrupoli, poiché se a noi toccherà dissanguarci, l'Inghilterra deve almeno perdere l'India.|Appunti di Guglielmo II presumibilmente della notte fra il 30 e il 31 luglio 1914, da {{Cita|Balfour|pp. 454-455}}.}}
I piani militari tedeschi, senza dubbio aggressivi, prevedevano che alla mobilitazione seguisse immediatamente lo sconfinamento verso i potenziali nemici e quindi lo stato di guerra. Di fronte al rifiuto della Russia di revocare la mobilitazione, Bethmann sottopose a Guglielmo II l'ordine per la mobilitazione generale; ordine che venne firmato dall'Imperatore alle 17 del 1º agosto 1914. Poco dopo, l'ambasciatore tedesco a San Pietroburgo consegnava la dichiarazione di guerra, facendo scattare, così facendo, l'[[alleanza franco-russa]] e la discesa in campo di Parigi<ref>{{Cita|Balfour|p. 456}}.</ref>.
=== Il conflitto ===
Riga 193:
Per la maggior parte della durata della guerra le condizioni psicofisiche di Guglielmo II furono abbastanza precarie. Le opinioni espresse dall'Imperatore prima dello scoppio del conflitto dimostrano che non nutriva grande fiducia nella vittoria finale<ref>Balfour, ''Guglielmo II e i suoi tempi'', Milano, 1968, p. 470.</ref>.
Dopo essersi opposto ai bombardamenti aerei su Londra, li consentì nella convinzione che venissero colpiti solo obiettivi militari ma, in riferimento al fronte, frasi come «Non fare prigionieri» erano spesso sulle sue labbra<ref>{{Cita|Balfour|p. 472}}.</ref>.
Il 14 settembre 1914, dopo la [[Prima battaglia della Marna|sconfitta della Marna]], il Kaiser destituì di propria iniziativa il capo dell'esercito [[Helmuth Johann Ludwig von Moltke|Moltke]] e nominò al suo posto [[Erich von Falkenhayn]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 474}}.</ref>. Successivamente, all'inizio del [[1915]], Guglielmo II fu chiamato a decidere fra "orientalisti" e "occidentalisti". Fra i primi vi era il capo di stato maggiore austriaco [[Franz Conrad von Hötzendorf]] che aveva chiesto delle divisioni tedesche in previsione di un'offensiva contro i russi, fra i secondi vi era Falkenhayn che gliele rifiutò. Guglielmo II confermò la decisione del suo comandante, contribuendo con la sua risoluzione ad alcune importanti sconfitte dell'Austria<ref>{{Cita|Balfour|pp. 478-479}}.</ref>.
==== La guerra sottomarina ====
Lo stesso anno, dopo l'affondamento del transatlantico britannico ''[[RMS Lusitania|Lusitania]]'' che trasportava numerosi passeggeri americani, Guglielmo II, nel timore di un intervento degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a fianco dell'[[Triplice Intesa|Intesa]], diede il consenso a Bethmann di ordinare ai sommergibili di non silurare i transatlantici. Inoltre, quando questa misura si dimostrò inefficace, ordinò di sospendere tutta l'offensiva sottomarina. Il Grande ammiraglio Tirpitz rassegnò le dimissioni ma il Kaiser non le accettò<ref>{{Cita|Balfour|pp. 480-481}}.</ref>.
Verso la fine di dicembre del [[1916]], il capo di stato maggiore tedesco e il suo vice, i generali [[Paul von Hindenburg]] e [[Erich Ludendorff]], dichiararono di non poter più assumersi la responsabilità delle operazioni militari se, entro un mese, non fosse stata ripresa la [[guerra sottomarina indiscriminata]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 486}}.</ref>.
Bethmann si oppose ma Guglielmo II, il 9 gennaio [[1917]], decise di riprendere le azioni dei sommergibili. La notizia fu accolta con entusiasmo in Germania e anche la Borsa inviò un telegramma di congratulazioni al Kaiser. La risposta degli Stati Uniti fu la rottura delle relazioni diplomatiche, il 3 febbraio, e la dichiarazione di guerra il 6 aprile 1917<ref>{{Cita|Balfour|pp. 486-487}}.</ref>.
Compromessa ogni speranza di vittoria netta, il 12 luglio 1917 Bethmann, facendosi portavoce del [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]], ebbe un incontro con Guglielmo II per sottoporgli una risoluzione di pace che il Kaiser trovò ragionevole. Una comunicazione telefonica annunciò, invece, che tutto lo stato maggiore si trovava nell'impossibilità di continuare a collaborare con Bethmann. Guglielmo a difesa del suo cancelliere minacciò l'abdicazione e questi, per evitare uno scontro fra la corona e l'esercito, il giorno dopo si dimise<ref>{{Cita|Balfour|pp. 494-495}}.</ref>.
== La sconfitta e l'esilio (1918-1941) ==
Riga 212:
Il sovrano lasciò così l'esercito nelle mani dei due principali comandanti, Hindenburg e Ludendorff, i quali verso la fine della guerra riuscirono a influenzare l'apparato politico creando le basi per un regime militare. La rivendicazione del potere da parte dell'esercito non danneggiò tanto il Reichstag, quanto piuttosto il Kaiser. Questi diventava sempre più logorroico, andava a passeggio nei boschi, litigava con l'imperatrice e si lamentava della scarsa considerazione in cui veniva tenuto. Di conseguenza, agli occhi del popolo, il vero leader divenne Hindenburg<ref>Hew Strachan, ''La prima guerra mondiale'', Milano, 2012, pp. 257-258.</ref>. Il nuovo Cancelliere [[Georg Michaelis]] era infatti un'emanazione del potere militare.
Il 26 ottobre [[1918]], di fronte all'impossibilità di proseguire la guerra, Guglielmo II convocò i due comandanti e parlò a Ludendorff in modo tale da costringerlo a dimettersi. Le dimissioni presentate da Hindenburg furono, invece, respinte. Il giorno dopo, il nuovo imperatore austriaco, [[Carlo I d'Austria|Carlo d'Asburgo]], comunicò a Guglielmo II che aveva deciso di concludere la pace. La notizia indusse il governo tedesco, guidato ora da [[Massimiliano di Baden]], a decidere se accettare le richieste di principio che avevano offerto gli Stati Uniti: il Kaiser decise di accoglierle<ref>{{Cita|Balfour|pp. 518-519}}.</ref>.
A questo punto, sulla strada dell'armistizio, la sola speranza per il trono sembrava l'abdicazione, ma i socialisti erano per la repubblica. Risentito del fatto che il Cancelliere si era rifiutato di pubblicare una lettera e un proclama nei quali assicurava il suo appoggio al governo e alle modifiche istituzionali, nella notte del 29 ottobre, Guglielmo II lasciò Berlino per [[Spa (Belgio)|Spa]], in [[Belgio]], sede del quartier generale dell'esercito. Qui, fra i suoi generali, fu raggiunto il 1º novembre dal ministro degli Interni prussiano Bill Drews (1870-1938) che gli comunicò delle sempre più numerose richieste per la sua abdicazione. Guglielmo II rispose: «Come può lei, un funzionario prussiano, uno dei miei sudditi che mi ha giurato fedeltà, avere l'insolenza e la sfrontatezza di sottopormi una richiesta del genere?»<ref>{{Cita|Balfour|pp. 520-521}}.</ref>.
=== L'abdicazione ===
[[File:Keisari vihelm II.jpg|thumb|left|upright=0.8|Guglielmo II durante la prima guerra mondiale.]]
Il 4 novembre 1918, come risposta all'ordine di far salpare la flotta per una disperata e inutile battaglia sul mare, i marinai ammutinati occuparono la città di [[Kiel]] e nei giorni seguenti la rivolta si diffuse agli altri porti della Germania estendendosi all'interno del Paese. Era scoppiata la [[Rivoluzione di novembre]]. Il 7 i ministri socialisti reclamarono ancora l'abdicazione dell'Imperatore che rifiutò ordinando che venisse preparato un piano per marciare in Germania alla testa dell'esercito e restaurare l'ordine<ref>{{Cita|Balfour|pp. 522-523}}.</ref>.
A Berlino la maggioranza socialista al Reichstag chiese l'abdicazione del Kaiser. Quando questi rifiutò, i deputati si dimisero in blocco dal Parlamento e indissero uno sciopero generale. A [[Colonia (Germania)|Colonia]] i marinai rivoluzionari presero la città, come già era accaduto a Kiel. Guglielmo II si trovò allora di fronte al collasso del Paese e quando il principe [[Massimiliano di Baden]] lo pregò per telefono di abdicare, gli urlò il suo "no" al ricevitore. La sera dell'8 novembre l'ammiraglio [[Paul von Hintze]] raggiunse a Spa Guglielmo e gli comunicò che la [[Kaiserliche Marine|Marina]] era ormai fuori controllo<ref>Martin Gilbert, ''La grande storia della prima guerra mondiale'', Milano, 2010, p. 599.</ref>.
Il giorno dopo, il 9, scoppiò la rivoluzione a Berlino e Guglielmo fu ancora sollecitato ad abbandonare il trono: a Spa, il Kaiser, che nutriva speranze di potersi mettere a capo dell'esercito assieme a Hindenburg e sedare le rivolte, chiese al generale [[Wilhelm Groener|Groener]] cosa ne pensasse. Questi rispose che non c'era operazione militare che potesse avere successo. I rivoluzionari avevano in mano i principali nodi ferroviari e molti soldati avevano abbracciato la causa della rivoluzione. Alle 11 di mattina arrivò un telegramma che annunciava la ribellione dei soldati della piazza di Berlino<ref>Martin Gilbert, La ''grande storia della prima guerra mondiale'', Milano, 2010, pp. 600-601.</ref>. A quel punto Guglielmo parve cedere e decise di abdicare, ma solo come imperatore: egli avrebbe comunque conservato il titolo di re di [[Regno di Prussia|Prussia]] e sarebbe rimasto con il suo esercito<ref>{{Cita|Balfour|pp. 527-528}}.</ref>.
Quando per telefono furono trasmesse le sue decisioni a Berlino, Baden per guadagnare tempo aveva già proclamato l'abdicazione del Kaiser e del [[Guglielmo di Prussia (1882-1951)|principe ereditario]]. Dopo di che il Cancelliere passò il potere al socialista [[Friedrich Ebert (padre)|Friedrich Ebert]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 529}}.</ref>.
Guglielmo s'infuriò per come erano andate le cose, ma, ormai, tutto era perduto. La strada per la Germania era chiusa dalla rivoluzione e poiché i fermenti minacciavano di estendersi anche tra i soldati stanziati a Spa, il 10 novembre 1918 l'ex imperatore varcò il confine con i [[Paesi Bassi]]<ref>Martin Gilbert, ''La grande storia della prima guerra mondiale'', pp. 600-601.</ref>. Il giorno dopo la Germania firmava l'armistizio<ref>{{Cita|Balfour|pp. 529, 531}}.</ref>.
Il 28 novembre la [[Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg|consorte di Guglielmo II]] raggiunse il marito nei Paesi Bassi, al castello di [[Amerongen]] (presso [[Utrecht]]). Lo stesso giorno Guglielmo regolarizzò la propria posizione firmando un formale atto di abdicazione che liberava tutti i suoi funzionari dal giuramento di obbedienza. Il [[Guglielmo di Prussia (1882-1951)|principe ereditario]] rinunciò analogamente ai suoi diritti.
Riga 235:
[[File:Bundesarchiv Bild 102-11383, Doorn, Kaiser Wilhelm II. mit Gattin und Tochter.jpg|thumb|upright=1.4|Guglielmo II con la seconda moglie [[Erminia di Reuss-Greiz|Erminia]] e la figlia di lei Henriette nel parco di Doorn nel marzo 1931.]]
Con l'articolo 227 del [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] Guglielmo fu accusato di «suprema offesa alle convenzioni internazionali e alla santità dei trattati». Il 4 giugno [[1919]], a Parigi, il Consiglio supremo decretava che doveva essere processato. Nel gennaio dell'anno successivo fu chiesta l'[[estradizione]] al governo olandese che però si rifiutò ripetutamente di concederla, limitandosi a farsi dare dall'ex imperatore la promessa, poi mantenuta, di astenersi da qualsiasi attività politica<ref>{{Cita|Balfour|p. 540}}.</ref>.
Nella primavera del [[1920]] Guglielmo acquistò il palazzo di [[Doorn]] dove si stabilì facendosi spedire dalla [[Repubblica di Weimar|Germania]] mobili, libri e ritratti dei suoi antenati, e qui trascorse i restanti ventun anni della sua vita come un nobile di campagna a riposo<ref>{{Cita|Balfour|p. 541}}.</ref>.
==== I rapporti con il nazismo ====
Nel [[1931]], prima dell'ascesa del [[Nazionalsocialismo]], Guglielmo si confidò con il nipote Luigi Ferdinando affermando che [[Adolf Hitler]] era il capo di un forte movimento che rappresentava tutta l'energia della nazione tedesca<ref>{{Cita|Balfour|p. 545}}.</ref>.
Due anni dopo, al momento della presa del potere nazista, venne firmato un accordo con [[Hermann Göring]] con il quale veniva concesso a Guglielmo e ai suoi figli un appannaggio a condizione che si astenessero dal criticare il [[Terzo Reich]]. Tuttavia, di fronte alle [[Politica razziale nella Germania nazista|persecuzioni agli ebrei del 1938]], Guglielmo affermò: «Per la prima volta mi vergogno di essere tedesco». Ciononostante, nel [[1940]], inviò le congratulazioni a Hitler per la sua vittoria nella [[Campagna di Francia]]<ref>{{Cita|Balfour|pp. 546-547}}.</ref>.
=== La fine e i funerali ===
Ormai anziano, l'anno dopo, il 4 giugno [[1941]], Guglielmo II morì per [[Embolia polmonare|complicazioni polmonari]]. Hitler offrì la traslazione della salma in Germania con l'intento di tenere grandi [[Funerali di Stato|funerali di stato]]<ref>{{Cita|Balfour|p. 547}}.</ref> poiché l'ex Kaiser rimaneva il simbolo della Germania e dei tedeschi durante [[Prima guerra mondiale|la precedente guerra mondiale]]. Ciò nonostante, come da disposizioni e volontà di Guglielmo II di non tornare mai in Germania fino a quando non sarebbe stata restaurata la [[monarchia]], la salma rimase in Olanda e le autorità di occupazione nazista si organizzarono per un funerale militare in forma ristretta, con alcune centinaia di persone presenti. Tra le persone a lutto c'erano il feldmaresciallo [[August von Mackensen]], che decise di indossare la sua vecchia uniforme imperiale degli [[Ussaro|Ussari]], l'ammiraglio [[Wilhelm Canaris]] e il [[Reichskommissariat Niederlande|reichskommissar per l'Olanda]] [[Arthur Seyss-Inquart]], insieme ad alcuni altri consiglieri militari. Tuttavia, la richiesta del decaduto Kaiser di non mostrare la [[svastica]] e le altre [[Bandiere della Germania nazista|insegne naziste]] al suo funerale venne ignorata, come attestato dalle fotografie dell'evento scattate da un fotografo olandese<ref>{{Cita libro|autore=Giles Macdonogh|titolo=The Last Kaiser: William the Impetuous|anno=2001|editore=Weidenfeld & Nicolson|città=Londra|p=459|ISBN=978-1-84212-478-9.}}</ref>.
Guglielmo II fu quindi sepolto nel mausoleo di Doorn, che da allora è diventato un luogo di pellegrinaggio per i monarchici tedeschi; piccoli ma entusiasti e fedeli gruppi di loro si riuniscono ogni anno in occasione dell'anniversario della sua morte per rendere omaggio all'ultimo imperatore tedesco<ref>{{Cita web|url=http://www.greatwar.nl/frames/default-kaiser.html|titolo=How A German Soldier Still Loves His Dead Kaiser}}</ref>.
Riga 263:
== Promotore delle arti e delle scienze ==
Guglielmo fu un entusiasta promotore delle arti e delle scienze, come del resto dell'educazione pubblica e del welfare sociale. Egli in persona sponsorizzò la [[Società Kaiser Wilhelm]] per la promozione della ricerca scientifica; essa era finanziata con contributi di privati e dallo stato e comprendeva un gran numero di istituti di ricerca di scienza pura ed applicata. L'[[Accademia Prussiana delle Scienze]], invece, non poté evitare le pressioni del Kaiser e perdette sotto il regno di Guglielmo II parte della propria autonomia quando venne costretta ad incorporare programmi di ingegneria<ref>{{Cita|König|pp = 359–377}}.</ref>.
{{Chiarimento|Il Kaiser Guglielmo II intese riformare la scuola portando la lingua inglese a scapito di quella greca e latina. “Non voglio Greci e Romani, voglio Tedeschi”, diceva.
Si legga a tal proposito il libro “1914” di Luciano Canfora, Sellerio edizioni.|specificare la pagina della fonte}}
Guglielmo supportò i modernizzatori quando tentarono di riformare il sistema di educazione secondaria prussiana, che era ancora tradizionalmente rigida, elitaria, politicamente autoritaria ed immutata nel progresso delle scienze naturali. Come protettore ereditario dell'[[Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo]], incoraggiò i tentativi dell'Ordine di portare la Germania all'avanguardia delle pratiche medicinali moderne, attraverso gli ospedali e le scuole di medicina dell'Ordine in Germania. Guglielmo mantenne quest'ultima posizione anche dopo il 1918 in quanto essa era collegata al capo di casa Hohenzollern e non alla carica di imperatore tedesco<ref>{{Cita|Clark|pp. 38–40, 44}}.</ref><ref>{{Cita|Sainty|p. 91}}.</ref>.
== Albero genealogico ==
|