Giuliano Poletti: differenze tra le versioni
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Nato a Spazzate Sassatelli (frazione di [[Imola]]), in una famiglia di contadini,<ref>{{cita web|url=http://www.ilfoglio.it/soloqui/22411|titolo=Poletti, l’uomo cooperativo di Romagna alla guerra del Jobs Act|accesso=21 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140320164856/http://www.ilfoglio.it/soloqui/22411|dataarchivio=20 marzo 2014}}</ref> si diploma all'istituto tecnico agrario [[Giuseppe Scarabelli|G. Scarabelli]] a Imola come [[agrotecnico]].
Iscritto al [[Partito Comunista Italiano]], è stato assessore comunale all'Agricoltura e alle Attività Produttive di [[Imola]] dal [[1976]] al [[1979]]. All'impegno politico-amministrativo ha affiancato quello professionale, esercitando, in qualità di presidente dell'ESAVE, (Studi e promozione della viticoltura e dell'enologia per l'Emilia-Romagna), un’intensa attività volta al rilancio del settore vitivinicolo in regione, dopo lo scandalo del vino al metanolo scoppiato nel 1986.<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://argomenti.ilsole24ore.com/giuliano-poletti.html|titolo=Giuliano Poletti - Ultime notizie su Giuliano Poletti -
Dal [[1982]] al [[1989]] è stato segretario imolese del PCI. Successivamente è entrato nel Consiglio della [[Provincia di Bologna]] per il [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]].<ref>[http://books.google.it/books?id=GLegMbGFuFsC&pg=PA159&lpg=PA159&dq=pds+giuliano+poletti&source=bl&ots=KftVNdnT0M&sig=f4DCA81EdpVYAUSox9BXI31Z4cU&hl=it&sa=X&ei=BhYJU-ygHYS9ygO53YHADA&ved=0CDgQ6AEwATgK#v=onepage&q=pds%20giuliano%20poletti&f=false Bernardo Caprotti, ''Falce e carrello'', 2007, Marsilio, pagina 159]</ref> Dal 2007 è iscritto al [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], dove tuttora milita. Dal [[1992]] al [[2000]] è stato presidente di Efeso, ente di formazione della [[Legacoop]] Emilia-Romagna, quindi, fino al settembre [[2000]], presidente della Legacoop di Imola, poi presidente della Legacoop Regionale Emilia-Romagna e vicepresidente Legacoop Nazionale. Dal [[2002]] al 2014 è stato presidente di Legacoop Nazionale. Nel febbraio 2013 diviene presidente dell'[[Alleanza delle Cooperative Italiane]].<ref>{{cita web|url=http://www.imola.legacoop.it/web/index.php?option=com_content&task=view&id=605&Itemid=1|titolo=Poletti Giuliano nuovo presidente Alleanza delle Cooperative italiane|accesso=21 marzo 2013}}</ref>
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Tra le attività e le iniziative legislative portate a compimento nel corso del suo incarico, quella più famosa e discussa è stata la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto “Jobs Act” (Legge delega 10 dicembre 2014, nº 183, e otto successivi decreti legislativi attuativi)<ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/jobs-act-traguardo-governo-chiedera-oggi-fiducia-senato-103153_PRN.shtml|titolo=Il Jobs act è legge: ok del Senato alla fiducia. Renzi: l’Italia cambia davvero - Il Sole 24 ORE|sito=www.ilsole24ore.com|accesso=2018-04-26}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx|titolo=Jobs Act|autore=Ministero del Lavoro|sito=www.jobsact.lavoro.gov.it|lingua=it|accesso=2018-04-26}}</ref> con il quale è stato riordinato e semplificato l’impianto complessivo delle relazioni contrattuali con l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, più moderno e in linea con l’Europa, e l’eliminazione di forme particolarmente precarizzanti come le collaborazioni a progetto e l’associazione in partecipazione, procedendo, al contempo, ad una importante ridefinizione delle caratteristiche del lavoro subordinato e del lavoro autonomo. Altri effetti della riforma sono la semplificazione delle procedure e degli adempimenti connessi alla costituzione e alla gestione dei rapporti di lavoro; l’estensione del diritto all’indennità di maternità a tutte le lavoratrici e il rafforzamento della strumentazione per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; la razionalizzazione del sistema dei controlli e delle ispezioni; il divieto della pratica delle “dimissioni in bianco”. Sono inoltre stati modificati gli ammortizzatori sociali, ampliando le coperture ed estendendole anche ai lavoratori delle imprese di minori dimensioni e distinguendo con maggiore precisione le situazioni di disoccupazione involontaria da quelle di effettiva continuità dei rapporti di lavoro. Infine, è stato riformato il sistema delle politiche attive, con l’obiettivo di realizzare un modello di sostegno e di accompagnamento dei lavoratori più efficace e coerente con il costante processo di cambiamento legato alla digitalizzazione e all’automazione.
La riforma ha toccato alla radice i nodi storici della flessibilità, della produttività (bassa) e delle tutele (elevate) che tutte le istituzioni nazionali e internazionali consideravano “troppo rigidi” nel nostro paese, tali da scoraggiare investimenti e sviluppo economico. Dalla sua introduzione (febbraio 2014) il numero di occupati è cresciuto di 1 milione e 29mila unità (dato ufficiale di novembre 2017), rimettendo di fatto in moto il mercato del lavoro in Italia.<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-10/jobs-act-mirino-campagna-elettorale-ma-piu-che-smontarlo-va-completato--113601.shtml?uuid=AEZNpDf|titolo=Fact-checking al Jobs act: cosa ha prodotto e come va completato|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=2018-04-26}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-09-12/istat-poletti-il-jobs-act-funziona-confermata-crescita-occupazione-112242.shtml?uuid=ADeJFxIB|titolo=Istat,
Diverse sono le opinioni positive sulla riforma da parte di economisti, professori universitari e giuslavoristi italiani, tra i quali Pietro Ichino, Tommaso Nannicini, Stefano Sacchi e Carlo Dell'Aringa.<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsussidiario.net/News/Lavoro/2017/10/17/LAVORO-Ichino-il-Jobs-Act-ha-funzionato-ma-sulle-politiche-attive-bisogna-accelerare/787729/}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=https://www.partitodemocratico.it/economia-e-lavoro/nannicini-sacchi-jobs-act/}}</ref>
<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.proversi.it/multimedia/dettaglio/34}}</ref>
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In questi anni, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha anche svolto un ruolo di primo piano nella definizione e nella realizzazione di interventi in materia previdenziale.
Da ricordare, in riferimento alla necessità di porre rimedio ad alcuni problemi originati dalla riforma Fornero, l’azione a tutela dei cosiddetti “esodati” (8 salvaguardie, per un totale di circa 170mila persone tutelate). Accanto a questo, da segnalare l’introduzione, attraverso un rapporto di collaborazione e dialogo con i sindacati che ha portato ad un accordo siglato a settembre 2016<ref>{{Cita web|url=http://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/Interviste/Documents/2016/Ottobre/20161009.pdf|titolo=Intervista Corriere della Sera ottobre 2016|accesso=26 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180427044339/http://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/Interviste/Documents/2016/Ottobre/20161009.pdf|dataarchivio=27 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>, di elementi di flessibilità in uscita, sostenuti da un impegno finanziario cospicuo (nella legge di bilancio approvata a fine 2016, sono stati stanziati 7 miliardi per il triennio 2017-2019). Una flessibilità delineata con un’attenzione particolare alle persone in condizioni di maggiore difficoltà ed impegnate in attività più gravose (ape sociale; uscita anticipata per lavoratori precoci: eliminazione delle penalizzazioni prima dei 62 anni e fissazione requisito di 41 anni di contributi per i precoci disoccupati, o che svolgono lavori pesanti o attività usuranti, o con disabilità propria o con esigenze di cura per parenti di 1º grado).<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-09-07/ape-social-poletti-due-anni-meno-contributi-donne-figli-174919.shtml?uuid=AEka65OC|titolo=Ape social,
Per quanto riguarda i lavori usuranti, è stato previsto il pensionamento anticipato di 12/18 mesi (dipendenti/autonomi), mediante eliminazione delle finestre di accesso, insieme con l’eliminazione dell’adeguamento alla speranza di vita (dal 2019) e con requisiti soggettivi “semplificati” per tutti.
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