Gas nervino: differenze tra le versioni

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Negli anni '70, si pensò di affondare i fusti contenenti tossici pericolosissimi (nervini sequestrati alla [[Germania nazista]]) nelle [[fossa oceanica|fosse oceaniche]], trascurando il fatto che l'acqua corroderà inevitabilmente i contenitori, e che tali tossici si inattiveranno molto lentamente in acqua, con le conseguenze che si possono ben immaginare. Le operazioni che si eseguono per risanare il terreno, i locali, i centri abitati, i materiali e i nodi strategici contaminati da aggressivi chimici sono complesse, dispendiose, e non sempre perfettamente ottenibili. Si mettono in opera solamente per gli aggressivi persistenti e per quelli semipersistenti, mediante processi fisici ([[calore]]), meccanici (asportazione o copertura con terra, sabbia, ecc. del terreno contaminato), chimici (con sostanze, cioè, che reagiscono chimicamente con l'aggressivo, rendendolo inerte, come la [[calce viva]]).
 
Oggigiorno, le armi chimiche sono ormai divenute troppo poco efficaci contro un esercito tecnologicamente attrezzato, e presentano, inoltre, eccessivi inconvenienti di ordine tattico: possono ritorcersi contro chi le usa (scarsa selettività); inoltre rendono il terreno attaccato difficilmente occupabile in tempi ravvicinati. In breve, l'impiego delle armi chimiche risulta troppo poco specifico, in quanto sembra non presentare controindicazioni soltanto come mezzo di sterminio di massa nei riguardi di popolazioni inermi (sterminio dei [[Curdi]] a [[HalaibaHalabja]], Iraq settentrionale, 1988). Infatti, benché la maggior parte degli arsenali chimici sia in possesso degli [[Stati Uniti]] e dei paesi appartenenti alla disciolta [[Unione Sovietica]], si ritiene che vi siano almeno 15 Paesi nel mondo attualmente impegnati in programmi militari che prevedono l'utilizzo di queste armi. Altri Paesi si trovano ad affrontare seri problemi per la presenza, sul loro territorio, di residuati inesplosi risalenti alle innumerevoli guerre di questo secolo (si calcola che, nella sola [[Cina]], siano disperse 500.000 - 1.000.000 munizioni chimiche) e molti terreni impregnati di aggressivi chimici risultano tuttora inadatti alle colture (anche a settant'anni di distanza, come a [[Verdun (Mosa)|Verdun]], in [[Francia]]).
 
L'eventuale smaltimento delle scorte di aggressivi chimici presenta principalmente problemi d'ordine tecnico. Se tali armi possono essere realizzate anche con tecnologie relativamente semplici, quando qualunque Paese sia dotato di un minimo di [[industria chimica]] se ne può facilmente approvvigionare, non altrettanto semplici sono le tecnologie necessarie per distruggerle in condizioni di assoluta sicurezza per gli operatori, per le popolazioni, e per l'ambiente. Si ha spesso a che fare con imponenti quantitativi di testate chimiche affondate negli abissi oceanici, o collocate in non meglio precisate "discariche", che devono, per prima cosa, essere localizzate, e, quindi, recuperate le testate, prima che vengano [[corrosione|corrose]]. Né si può riciclare a fini pacifici una testata chimica, a differenza di quella nucleare.