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Nato nel 1955, a [[Genova]], mia madre mi piazza sul pianoforte a cinque anni, per evitare che le facessi esplodere la testa continuando a sbattere tra loro pentole e coperchi: mi facevo sentire, e i miei hanno pensato bene di sostituire i "suoni" delle pentole con il pianoforte., almeno ha instradato la mia voglia di creare e ascoltare rumori = suoni.
A 13 anni il secondo (non ho mai dato l'esame finale per incompatibilità caratteriale con i docenti, oggi il conservatorio Niccolò Paganini è meno "dogmatico" grazie a Dio. [http://www.conservatoriopaganini.org/ conservatorio [[Niccolò Paganini]]]. Mi dedico all'ascolto della musica, alle figure armoniche, epoca dodecafonia. Studio dell'[[armonia]] e [[composizione]], che non è altro che matematica, mentre giungo gradatamente a vedere che, per me, era importante ricercare l'intento, vivo nel silenzio, e suonare fluidamente senza restare agganciato a niente che rendesse troppo articolato ed astruso il sound, fino a fare mancare, a far perdere di vista che di fatto si suona sì per sè, ma nel mondo e per le altre persone di ogni tipo e razza. Oggi continuo questo lavoro. Ero sicuramente un "bimbetto", anche se abbastanza sviluppato, e mi piaceva muovermi tra gente di 10 anni circa più anziana di me.(Il Chrysties in cima a salita della Tosse, San Vincenzo, significato qualcosa per me. Ci vivevo, mangiavo, facevo joga, canne e dormivo.)
<br/>In seguito ad un periodo trascorso a Roma, quartiere [[Testaccio]], dove ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con uno dei pochi autori italiani di libri didattici - in italiano - "Piano Jazz", ovvero [[Nino De Rose]] che, anche se discusso, è di fatto l'unico in Italia che ha riassunto in maniera coerente il metodo per padroneggiare il pianoforte, l'armonia, secondo la propria percezione d'essa, e la tecnica di improvviso, ma su base Jazz. Misi a punto svariati metodi di insegnamento, individuali e di gruppo; De Rose resta comunque un precursore dell'insegnamento jazzistico in Italia, in quanto all'epoca il suo era l'unico libro che affrontava in maniera diretta l'aspetto creativo dell'improvvisazione, e lo faceva, al contempo, "nel rispetto" dei canoni conservatori vigenti ...in seguito le cose, seppur lentamente, sono progredite.
Il termine che nacque per descrivere a chi usciva dal conservatorio la "magia profonda" dell'[[Improvvisazione (jazz)]], e che tutt'ora amo e trovo estremamente attuale e concreto, perchè realmente esaustivo, è "'''Composizione in tempo reale'''".