Sottomarino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
Riga 223:
[[File:USS Greeneville (SSN 772) - dry dock Pearl Harbor (1).jpg|thumb|USS San Francisco unità della [[Classe Los Angeles]], si noti lo scafo a forma di cilindro]]
Soluzione tecnica che aumentò invece decisamente il livello di sicurezza dei sottomarini fu l'introduzione del doppio scafo che era composto da due scafi indipendenti entrambi stagni e capaci di resistere alla pressione esterna anche in caso di cedimento di uno dei due<ref>{{cita | Miller, Moderne Kriegschiffe | pag. 34}}</ref>. Tale soluzione però comporta notevoli problemi tecnici, primo tra tutti l'elevato peso e gli ancora più elevati costi di costruzione. A causa di questi inconvenienti le unità di concezione moderna applicano una soluzione ibrida tra il doppio scafo e lo scafo semplice, in modo da offrire maggiore protezione alle parti più sensibili dello scafo e allo stesso tempo ridurre peso e costi. Un'importante innovazione nella costruzione degli scafi per sottomarini fu l'adozione di linee e forme idrodinamiche che oltre a ridurre il consumo energetico in immersione riducono sensibilmente i fruscii causati dalle [[turbolenza|turbolenze]] del liquido. Pietra miliare nella costruzione degli scafi è certamente rappresentata dal USS Albacore<ref>{{Cita web| url=http://tps.cr.nps.gov/nhl/detail.cfm?ResourceId=2051&ResourceType=Structure| titolo=ALBACORE| data=| editore=cr.nps.gov| accesso=10 aprile 2009| urlmorto=sì| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110514044519/http://tps.cr.nps.gov/nhl/detail.cfm?ResourceId=2051&ResourceType=Structure| dataarchivio=14 maggio 2011}}</ref>, primo sottomarino ad essere dotato di uno scafo cilindrico<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pagg. 38-39}}</ref>.
Nonostante sia intuitivo che la forma cilindrica sia quella idrodinamicamente più vantaggiosa per uno scafo di un sottomarino, per lungo tempo si ritenne che essa fosse soggetta in immersione ad un forte rollio che in casi estremi avrebbe potuto anche causare il rovesciamento dello scafo. Tali timori risultarono però infondati e l'esperienza dell'Albacore dimostrò che [[Timone|Timoni]] verticali ed orizzontali erano sufficienti a scongiurare un evento del genere. Le lamiere dello scafo ai fini della corretta tenuta venivano uniti tramite saldature interne, grande innovazione per quell'epoca.
 
Altro aspetto importante che ha visto nel corso dei decenni grandi innovazioni fu la resistenza degli scafi stessi, che con il progredire della tecnica fu decisamente migliorata, permettendo di aumentare in modo considerevole le profondità massime di immersione delle unità. Unità di ultima generazione concepite per scopi bellici possono raggiungere anche profondità di 600 metri<ref>Il record è rappresentato dal sottomarino sovietico [[K-278 Komsomolets]], che aveva una profondità operativa di oltre 1.000 metri. Anche se probabilmente era solo un battello sperimentale, svolse normale attività con la [[Flotta del Nord]].{{cita web|url=http://www.fas.org/man/dod-101/sys/ship/row/rus/685.htm|titolo=La classe Mike su fas.org|accesso=16 aprile 2009|lingua=en|data=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090517113608/http://www.fas.org/man/dod-101/sys/ship/row/rus/685.htm|dataarchivio=17 maggio 2009}}</ref> mentre batiscafi e sottomarini utilizzati per scopi scientifici sono in grado di immergersi a profondità che vanno ben oltre i 2000 metri.<ref>{{cita | Miller, Moderne Kriegschiffe | pag. 33}}</ref><ref>{{Cita web| url=http://www.whoi.edu/page.do?pid=8422| titolo=Human Occupied Vehicle Alvin|data=| editore=whoi.edu| accesso=10 aprile 2009}}</ref>.