Utente:Fonte Gaia/Sandbox2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
testo aggiunto
Riga 57:
Dopo l'[[8 settembre 1943]] rientrò a Perugia e decise di aderire alla [[Repubblica sociale italiana]]. Seguì quindi l'addestramento a [[Münsingen (Germania)|Münsingen]] della 4ª Divisione alpina "Monterosa", la divisione inviata in Germania per sei mesi per essere addestrata da istruttori tedeschi ed essere armata con materiale della [[Wehrmacht]]. Rientrò in Italia inquadrato nel [[Battaglione Vestone]] di questa divisione. Fu assegnato al fronte della [[Garfagnana]], ottenendo una [[medaglia d'argento al valor militare]], decorazione non riconosciuta dalla Repubblica italiana, e una [[Croce di Ferro|Croce di Ferro tedesca di II classe]]<ref>Liliana Peirano, ''op. cit.,'' p. 261</ref>. In seguito fu trasferito in Liguria a [[Torriglia]] a presidio delle colline genovesi, dove operò in azioni di [[controbanda]] come nello scontro del 23 ottobre sulle rive del Trebbia. In questa circostanza il tenente Adami vietò<ref name="autogenerato5">Si veda, Franco Gimelli e Paolo Battifora (a cura di), ''Dizionario della Resistenza in Liguria'', Genova, De Ferrari, 2008, p. 71 e Antonio Testa, ''Partigiani in Val Trebbia'', Genova, Stampa AGA, p. 15. Quest'ultimo sottolinea: C''omandante del pattuglione appostato di là dal fiume,'' [Adriano Adami] ''diede prova di una di quelle prodezze cui indulgevano spesso i fascisti più tristemente noti. A combattimento ormai terminato si recò sul luogo dello scontro e pestò con gli scarponi chiodati la testa dei partigiani caduti, vantandosene poi con i suoi soldati e con la gente del paese che ascoltava esterrefatta.''</ref> al parroco di Loco di comporre le salme di quattro partigiani caduti in combattimento.
 
A Torriglia, in seguito alla defezione di due compagnie passate con i partigiani del cattolico [[Aldo Gastaldi]] detto "Bisagno", il battaglione Vestone del maggiore Paroldo, già sotto organico, si sciolse. Adami, preso prigioniero, si rifiutò di cambiare schieramento e il 4 novembre [[1944]] insieme con altri ufficiali e a circa 120 alpini <big>f<u>u liberato dal maggiore Paroldo</u></big> e poté raggiungere [[Genova]] per dare l'allarme<ref name="autogenerato4">Mario Bocchio'', La guerra civile in Piemonte 1943-1945'', vol I, ''Alla ricerca della verità'', Collegno, Roberto Chiaramonte editore, 2003, p. 170</ref> .
 
== L'attività di controbanda in Val Varaita ==
 
Adami arrivò in [[Piemonte]] conin ilseguito al trasferimento della 4ª Divisione alpina Monterosa per assicurare le retrovie; il 16 novembre 1944 fu assegnato a questo compito di presidio in [[Val Varaita]], alle dipendenze dirette del maggiore Mario Molinari, comandante del [[battaglione Bassano]]. Alla testa di un'unità esigua e ben equipaggiata, si occupava di un ampio territorio del cuneese comprendente i comuni di [[Sampeyre]], [[Pontechianale]], [[Costigliole Saluzzo]], [[Brossasco]], [[Venasca]] e [[Casteldelfino]] dove ebbe anche la sua sede. Il suo compito era perlustrare ed assicurare le retrovie, sbarrando le azioni dei [[partigiani]] locali; l'attivitàche disi controbandaspingevano fin nei centri abitati. La sua attività consisteva nel cercare principalmente di catturare i capi partigiani<ref>Marco Ruzzi, ''op. cit.'', p. 49; Liliana Peirano, ''op. cit.'', p. 314</ref>. All’inizioattraverso azioni di controbanda: in pratica, soprattutto all'inizio quando ancora non era un viso noto aia partigiani e ai civili, Adami smetteva la divisa ed indossava panni borghesi per cogliere impreparati i partigiani medesimi<ref>si veda Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp . 49-50</ref>. La tecnica risultava remunerativa in quanto non procurava quasi vittime agli attaccanti ma, in compenso, teneva costantemente i partigiani sotto tensione, costretti com'erano a moltiplicare i servizi di guardia e a cambiare spesso le loro posizioni. Da dicembre 1944, atanto caratterizzareche l’operatofurono dianche Adamiobbligati furonoad soprattuttoabbandonare letemporaneamente attivitàla vereVal eVaraita<ref>Si proprieveda diGiorgio controbandaBocca, che''Storia sidell'Italia affiancaronopartigiana'', aiMilano, normaliOscar rastrellamentiMondadori, causando gravi problemi e perdite sia ai partigiani che ai civili fino alla fine delle ostilità1995, comep. avvenne370-371. negliSempre scontri nelle vicinanze della borgata San Mauro di [[Brossasco]]Bocca, nel rastrellamento nellall'areaepoca di [[Lemma (Rossana)|Lemma]],partigiano in quelloVal di [[Rossana (Italia)|Rossana]]Grana e cioèpoi in quasiVal tutteMaira, ledefinisce azionia che ebbero per teatro le valli Maira e Varaitap.<ref>Per una ricostruzione delle prime azioni della "banda"370 Adami contro la resistenza fino a inizio dicembre 1944, si veda Marco Ruzzi, ''op.un cit.'',ufficiale pptanto .feroce 49-58.quanto Perabile lee operazioni nel marzo-aprile 1945, prima dello sbandamento finale delle truppe fasciste, si veda sempre Marco Ruzzi, ''op. citcoraggioso.'', pp. 75-82.</ref>.
 
Le operazioni che coinvolsero Adami iniziarono tra il 18 e il 20 novembre 1944 e si caratterizzarono per un tasso di violenza molto alto sia nei confronti dei partigiani presi prigionieri sia dei civili considerati complici della Resistenza e dei renitenti alla leva. Le azioni di Adami consistettero in numerosi assalti ad automezzi e cariaggi, attività di sminamento dei ponti, rastrellamenti nei territori delle valli Maira e Varaita<ref>Per una ricostruzione delle prime azioni della "banda" Adami contro la Resistenza fino a dicembre 1944, si veda Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp. 49-58. Per le operazioni nel marzo-aprile 1945, prima dello sbandamento finale delle truppe fasciste, si veda sempre Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp. 75-82. Ruzzi afferma anche (''op. cit.'', p. 154) che l''’impianto antipartigiano dell’Adami è efficace, ma il metodo è spregiudicato perché egli non distingue tra partigiani e civili, fra progionieri e ostaggi e no rispetta nessuno: tutti i ‘non fascisti’ sono nemici, compresi alcuni suoi sottoposti, arrestati per sospetta collusione con la Resistenza.''</ref>.
Secondo Giorgio Bocca, Adami era "''un ufficiale tanto feroce quanto abile e coraggioso''"; operava solitamente di notte avvicinandosi di soppiatto ai distaccamenti partigiani, attaccandoli e ritirandosi portando via prigionieri prima che gli avversari potessero accennare una seria reazione[[:File:///C:/Users/febbraro/Desktop/Voce ADAMI senza REV.docx#%20edn6|[vi]]].
Il 27 febbraio catturò un partigiano che rimasto ferito fu portato all'ospedale di Saluzzo ma il giorno seguente fu liberato da altri partigiani che nell'azione catturarono a loro volta l'alpino di guardia Mario Zaborra. Zaborra diciassette giorni dopo la cattura fu fucilato<ref>C. Bertolotti, ''Storia del Battaglione Bassano. Divisione Monterosa. RSI 1943-45'', ed. Lo Scarabeo 2007, e Liliana Peirano, ''Il male assoluto'', RA.RA. edizioni, pagg. 272-273</ref>.
 
[:File:///C:/Users/febbraro/Desktop/Voce ADAMI senza REV.docx#%20edn6 <nowiki>[vi]</nowiki>].
----