Datu Patinggi Ali: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Datu Patinggi Ali era nipote di re Datu Undi, noto anche come Raja Jarom, della nobile casata dei Minangkabau. Era questa la famiglia regnante di Sumatra, la più importante regione del [[sultanato di Aceh]].
Primo di sette figli, Patinggi aveva per madre la figlia di Datu Undi e per padre il principe regnante di Giava. Questo fece di lui l’erede di due regioni, destinato dunque a diventare due volte Raja.
Verso la fine degli anni Venti, tuttavia, un colpo di stato rovesciò la sua famiglia, costringendolo a fuggire con parte del suo popolo in Sarawak, regione del sultanato dei Brunei. Si stabilì con la sua gente sul fiume Samarahan nel 1831, per poi occupare anche la provincia di Sadong negli anni successivi. Lì divenne ufficialmente il capo dei Malesi di Sarawak nonché una delle figure più importanti nel governo della regione stessa. Ottenne la gestione di Sadong e del Samarahan nel 1834, diventando il governatore (Datu) di quelle regioni: la sua autorità rispondeva soltanto a quella del Cheteria, il viceré di Sarawak nominato dai Brunei. Molte cronache dell’epoca si riferiscono a lui come “il capo di Sarawak” o il "secondo uomo di Sarawak", tanta era la sua influenza. <ref>{{Cita web|url=http://sejarahmelayusarawak.blogspot.com/2015/03/datu-patinggi-ali.html|titolo=Sejarah Melayu Sarawak: Datu Patinggi Ali|autore=Unknown|sito=Sejarah Melayu Sarawak|data=2015-03-18|accesso=2019-06-03}}</ref>
Il vero signore della regione, tuttavia, era Raja Pengiran Indera Mahkota, discendente dei sultani di Brunei e [[Sultanato di Sambas|Sambas]] e governatore (Cheteria) di Sarawak. Questi, definito dalle cronache un “tiranno” e un “uomo duro”, amministrava il territorio in modo spietato e feroce, costringendo i nativi a lavori forzati per estrarre l’antimonio dalle miniere, e inoltre rifiutava il pagamento delle tasse al sultanato dei Brunei. Fu questa politica schiavista a far scoppiare, nel 1837-8, la ribellione dei Malesi di Sarawak di Patinggi e dei Daiacchi, che in breve tempo si estese a tal punto da scacciare il sultano dalla Città del Brunei, mettendone in pericolo la leadership.
Una simile espansione fu favorita dal fatto che l'esercito del Brunei era impreparato e pronto ad affrontare la minaccia, e che Mahkota aveva aspettato troppo tempo per intervenire, salvo poi farlo senza successo. Per fronteggiare il pericolo Saifuddin II aveva anche messo in campo di chiedere aiuto al sultanato di Sambas, sotto protettorato olandese, che disponeva di un potente esercito; tuttavia, questo significava cedere Sarawak all'Olanda e dunque avere vicino un potenziale colonizzatore. Si finì così per puntare su un uomo britannico, James Brooke, per sedare la minaccia, ma questi tirò la questione per le lunghe, ritardando di tre anni. <ref>{{Cita web|url=https://www.sarawak.gov.my/web/home/article_view/228/244/|titolo=The Official Portal of the Sarawak Government|sito=www.sarawak.gov.my|accesso=2019-06-03}}</ref>
Patinggi fu favorito nella sua azione non solo dal grande appoggio del popolo e della nobiltà, ma anche dalla mancata azione delle autorità competenti, con Sarawak spaccato in due tra il governo di Raja Indera Mahkota e quello di Raja Muda Hashim, Primo Ministro (Bandahara) ed emissario del sultano.▼
▲Patinggi inoltre fu favorito nella sua azione non solo dal grande appoggio del popolo e della nobiltà, ma anche dalla mancata azione delle autorità competenti, con Sarawak spaccato in due tra il governo di Raja Indera Mahkota e quello di Raja Muda Hashim, Primo Ministro (Bandahara) ed emissario del sultano. Va però specificato che, secondo alcune fonti, erano in corso ribellioni dei Daiacchi fin da prima che Patinggi iniziasse la propria, e dunque il governo del Brunei rischiava di perdere il proprio potere su Sarawak e sugli altri Stati già da metà del 1830.
Alla fine, tuttavia, l’intervento delle forze inglesi e dell’Esercito Britannico Cinese sotto il comando di James Brooke (il celebre avventuriero anglo-indiano) ebbero la meglio sugli insorti, e Patinggi dovette arrendersi a Belidah nel 1840. L’anno seguente anche gli ultimi focolai di rivolta furono spenti.
Quando il 24 settembre 1841 Brooke costrinse Indera Mahkota a cedergli il titolo di Governatore (cosa che il Pengiran accettò sia per le minacce di morte sia per evitare ulteriori carneficine), Patinggi accettò di unirsi al nuovo Raja, di cui condivideva lo spirito di avventura e gli ideali. Brooke concesse ai Malesi di Sarawak di continuare a risiedere pacificamente nella regione senza essere schiavizzati nelle miniere d’oro e di riconoscere ancora Patinggi come il loro capo; inoltre, i Pengiran del Brunei non li avrebbero più perseguitati. Patinggi, insieme agli altri Datus che si erano opposti a Mahkota, fu ben accolto e integrato nel nuovo regno.
Patinggi servì Sarawak da guerriero per tre anni, in particolare comandò per conto di Raja Brooke una spedizione sul fiume Batang Lupar, incontrando però l’opposizione dei popoli locali. In un agguato, perse la vita insieme a ventinove seguaci dopo aver conquistato sette navi nemiche. La zona fu poi assoggettata da un nuovo contingente ma solo nel 1847, poiché nel frattempo Brooke era impegnato a restaurare la posizione del suo alleato Raja Muda Hashim in Brunei (poi assassinato nel 1846).
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