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=== La massa elettromagnetica dell'elettrone (1881-1906) ===
Nei primi anni del XX secolo molti fisici aderirono ad una ''teoria elettromagnetica della natura'', che riteneva le leggi dell'elettromagnetismo di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] più fondamentali di quelle meccaniche di [[Isaac Newton|Newton]].<ref>{{cita libro | nome= C. | cognome= Tarsitani | titolo= Il dilemma onda-corpuscolo da Maxwell a Planck e Einstein | anno= 1983 | editore= Loescher | città= Torino |pp=173-178}}</ref> In questo contesto vennero svolte ricerche per attribuire ad effetti elettromagnetici
Oggetti [[carica elettrica|carichi]] possiedono una [[inerzia]] maggiore rispetto agli stessi corpi scarichi. Ciò si spiega con una interazione delle cariche elettriche in moto con il campo da esse stesse generato, detta ''reazione di campo''; l'effetto è interpretabile come un aumento della massa inerziale del [[corpo (fisica)|corpo]] ed è ricavabile dalle [[equazioni di Maxwell]].
Nel 1881 [[Joseph John Thomson]], che nel 1896 scoprirà l'[[elettrone]], fece un primo tentativo di calcolare il contributo
::<math>m_{\rm em} = \frac{4}{3} \, \frac{E_{\rm em}}{c^2}</math>,
dove <math>E_{\rm em}</math> è l'energia del campo elettrico della sfera. Chiaramente questo risultato si applica solo ad oggetti carichi e in movimento, quindi non ad ogni corpo dotato di massa. Fu tuttavia il primo serio tentativo di connettere massa ed energia.<ref name=rothman_1>{{cita web|url=https://www.scientificamerican.com/article/was-einstein-the-first-to-invent-e-mc2/?redirect=1 |titolo= Was Einstein the First to Invent E = mc^2?|lingua= en| accesso=5 giugno 2019}}</ref><ref name=rothman_2>{{cita pubblicazione|cognome= Rothman |nome= T. |titolo= Did Einstein Really Invent E = mc^2? |lingua= en|rivista= Scientific American |volume= 313 |numero= 3 |anno= Settembre 2015}}</ref> Ulteriori lavori, che contribuirono a definire la ''massa elettromagnetica dell'elettrone'' (classicamente visto come una piccola sfera carica elettricamente), vennero da [[Joseph John Thomson]] (1893), [[George Frederick Charles Searle]] (1864 - 1954), fisico inglese, (1897),
[[Walter Kaufmann]] (1901), [[Max Abraham]] (1902, 1904 e 1905) ed [[Hendrik Lorentz]] (1892,<ref>{{Cita pubblicazione|autore= H. A. Lorentz |anno=1892 |titolo= La Théorie electromagnétique de Maxwell et son application aux corps mouvants [La teoria elettromagnetica di Maxwell e la sua applicazione ai corpi in movimento]|rivista=Archives Néerlandaises des Sciences Exactes et Naturelles |volume=25 |pp=363–552 |lingua= fr}}</ref> 1899 e 1904).
Nel 1893 [[Joseph John Thomson]] notò che il momento elettromagnetico, l'energia e quindi la massa dei corpi carichi dipendono dalla loro velocità, e che la velocità della luce costituisce una velocità limite: ''«una sfera carica che si muove alla velocità della luce si comporta come se la sua massa fosse infinita [...] in altre parole è impossibile aumentare la velocità di un corpo carico che si muove in un dielettrico oltre quella della luce.»''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=J. J. Thomson |anno=1893 |titolo=Notes on recent researches in electricity and magnetism |editore=Clarendon Press |città=Oxford |pp=21|lingua= en}}</ref> Nel 1897 il fisico inglese [[George Frederick Charles Searle]] (1864 - 1954) fornì una formula per l'energia
::<math> m_L = {\gamma}^3 \, m_{\rm em}, \quad m_T = \gamma \, m_{\rm em} </math>
dove <math>\gamma</math> è il fattore di Lorentz
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Nell'ambito della ''teoria elettromagnetica della natura'', [[Wilhelm Wien]]<ref name=wien>{{Cita pubblicazione|autore= W. Wien |anno=1900 |titolo=Über die Möglichkeit einer elektromagnetischen Begründung der Mechanik [Sulla possibilità di una fondazione elettromagnetica della meccanica] |rivista=Annalen der Physik |volume=310 |numero=7 |pp=501–513 |doi=10.1002/andp.19013100703|title-link=s:de:Über die Möglichkeit einer elektromagnetischen Begründung der Mechanik |lingua= de}}</ref> (noto per i suoi lavori del 1896 sullo [[spettro elettromagnetico|spettro]] del [[corpo nero]]) nel 1900 e [[Max Abraham]]<ref name=abraham/> nel 1902 giunsero indipendentemente alla conclusione che l<nowiki>'</nowiki>''intera massa'' <math>m</math> dei corpi è dovuta ad effetti elettromagnetici, e coincide quindi con la ''massa elettromagnetica'' <math>m_{\rm em}</math>. Nel 1906 [[Henri Poincaré]] sostenne<ref name=poinc>{{Cita pubblicazione|autore= H. Poincaré |anno=1906 |titolo=La fin de la matière [La fine della materia]|rivista=Athenæum |lingua= fr}}</ref> che la massa è un effetto del campo elettrico che agisce nell'[[etere luminifero]], implicando che non esiste realmente alcuna massa. Quindi, siccome la [[materia (fisica)|materia]] è inseparabilmente connessa alla sua [[massa (fisica)|massa,]] secondo Poincaré anche la [[materia (fisica)|materia]] non esiste: gli elettroni sarebbero solamente ''concavità nell'etere''.
Tuttavia ben presto si dovette rinunciare all'idea di una massa puramente
Per risolvere i problemi della teoria dell'elettrone di Lorentz, nel 1905 <ref>{{Cita pubblicazione|autore=H. Poincaré |anno=1905 |titolo=Sur la dynamique de l'électron [Sulla dinamica dell'elettrone]|On the Dynamics of the Electron]] |rivista=Comptes Rendus |volume=140 |pp=1504–1508 |title-link=s:fr:Sur la dynamique de l'électron (juin) |lingua=fr}}}</ref> e nel 1906 <ref>{{Cita pubblicazione|autore= H. Poincaré |anno=1906 |titolo= Sur la dynamique de l'électron [Sulla dinamica dell'elettrone] |title-link=s:fr:Sur la dynamique de l'électron (juillet)|rivista=Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo |volume=21 |pp=129–176 |doi=10.1007/BF03013466|lingua=fr}}</ref> [[Henri Poincaré]] introdusse un termine correttivo ("Poincaré stresses") di natura non
::<math>E_{\rm po} = \frac{1}{3} \, E_{\rm em} = \frac{1}{4} \, E_0</math>.
Lo stress di Poincaré - che risolve il problema dell'instabilità dell'elettrone di Lorentz - resta inalterato per [[Trasformazione di Lorentz|trasformazioni di Lorentz]] (ovvero è Lorentz invariante). Era interpretato come la ragione dinamica della [[contrazione delle lunghezze|contrazione]] di [[Hendrik Lorentz|Lorentz]]-[[George Francis FitzGerald|FitzGerald]] della dimensione longitudinale dell'elettrone.
Restava da capire l'origine del fattore 4/3 che compare nella massa
[[Max Abraham|Abraham]]–[[Hendrik Lorentz|Lorentz]] dell'elettrone. Se si calcola il contributo puramente elettrostatico alla massa
::<math>m_{\rm es} = \frac {E_{\rm em}}{c^2}</math>,
mettendo in luce l'origine dinamica del contributo non
::<math>m_{\rm em} - m_{\rm es} = \frac{4}{3} \,\frac{E_{\rm em}}{c^{2}} - \frac{E_{\rm em}}{c^{2}} = \frac{1}{3} \,\frac{E_{\rm em}}{c^{2}} = \frac{E_{\rm po}}{c^{2}}</math>.
Tenendo conto del termine non
::<math>m_{\rm em} = \frac{4}{3} \, m_{\rm es} = \frac{4}{3} \,\frac{E_{\rm em}}{c^{2}} =
\frac{E_{\rm em} + \frac{E_{\rm em}}{3}}{c^2} = \frac{E_{\rm em} + E_{\rm po}}{c^{2}} =
\frac{E_0}{c^2}</math>.
Quindi il fattore 4/3 compare quando la massa
::<math>m_{\rm em} = \frac{4}{3} \, \frac{E_{\rm em}}{c^{2}} = \frac{E_0}{c^2}</math>
Le formule precedenti - nonostante contengano il termine non
[[Max von Laue]] nel 1911 <ref>{{cita libro | nome= M. | cognome= von Laue | titolo= Das Relativitätsprinzip [Il principio di relatività]| anno= 1911 | editore= Vieweg | città= Braunschweig| lingua= de}} </ref> mostrò che, a causa del fattore 4/3, il [[quadrimpulso]] relativistico non si comporta come un [[quadrivettore]] nello [[spaziotempo di Minkowski]]. Anche von Laue utilizzò lo stress di Poincaré <math>E_{\rm po}</math>, ma dimostrò con un formalismo rigorosamente relativistico che vi sono ulteriori componenti di stress e forze. Per sistemi spazialmente estesi come l'elettrone di Lorentz, in cui si hanno sia energie
::<math>m_{\rm em} = \frac{4}{3} \,\frac{E_{\rm em}}{c^{2}}</math>.
Invece nel sistema complessivo la massa a riposo <math>m_0</math> e l'energia risultano connesse dalla formula di Einstein,<ref name=macklenburg/> il cui fattore è uguale a 1 :
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[[Paul Dirac]] (1938),<ref>{{Cita pubblicazione|autore= P. A. M. Dirac |anno=1938 |titolo=Classical Theory of Radiating Electrons |rivista=Proceedings of the Royal Society of London A |volume=167 |numero=929 |pp=148–169 |url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k56260v/f164 |doi=10.1098/rspa.1938.0124|lingua=en}}</ref> [[Fritz Rohrlich]] (1921 - 2018), fisico americano, (1960),<ref>{{Cita pubblicazione|autore= F. Rohrlich, Fritz |anno=1960 |titolo=Self-Energy and Stability of the Classical Electron
|rivista=American Journal of Physics |volume=28 |numero=7 |pp=639–643 |doi=10.1119/1.1935924|lingua= en}}</ref> [[Julian Schwinger]] (1983).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=J. Schwinger |anno=1983
|titolo=Electromagnetic mass revisited |rivista=Foundations of Physics |volume=13 |numero=3 |pp=373–383 |doi=10.1007/BF01906185|lingua= en}}</ref> Divenne chiaro che la stabilità dell'elettrone e la presenza del fattore 4/3 nella massa
::<math>m_{\rm em} = \frac{E_{\rm em}}{c^2}</math>
e quindi il fattore 4/3 scompare completamente.<ref name=macklenburg/> Ora non solo il ''sistema chiuso'' nella sua totalità, ma ogni parte del sistema si trasforma correttamente come un [[quadrivettore]]. Forze di legame come gli stress di Poincaré sono ancora necessarie per evitare che, per repulsione coulombiana, l'elettrone esploda. Ma si tratta ora di un problema di stabilità dinamica, del tutto distinto dalle formule d'equivalenza massa-energia.
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Nel 1895 [[Hendrik Lorentz]] riconobbe che tali tensioni del campo e.m. si debbono manifestare anche nella teoria dell'[[etere luminifero]] stazionario da lui proposta.<ref>{{Cita pubblicazione|autore= H. A. Lorentz |anno=1895 |titolo=Versuch einer Theorie der electrischen und optischen Erscheinungen in bewegten Körpern [Tentativo di una teoria dei fenomeni elettrici e ottici nei corpi in movimento] |titolotradotto=[[s:en:Translation:Attempt of a Theory of Electrical and Optical Phenomena in Moving Bodies|Attempt of a Theory of Electrical and Optical Phenomena in Moving Bodies]] |città=Leiden |editore=E. J. Brill|title-link=s:de:Versuch einer Theorie der electrischen und optischen Erscheinungen in bewegten Körpern |lingua=de}}</ref> Ma se l'etere è in grado di mettere in moto dei corpi, per il [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]] anche l'etere deve essere messo in moto dai corpi materiali. Tuttavia il moto di parti dell'etere è in contraddizione con la caratteristica fondamentale dell'etere, che deve essere immobile. Quindi, per mantenere l'immobilità dell'etere, Lorentz ammetteva esplicitamente un'eccezione al [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]].
Nel 1900 [[Henri Poincaré]] analizzò il conflitto tra il [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]] e l'etere di Lorentz.<ref>{{Cita testo |autore=H. Poincaré |anno=1900 |titolo=[[s:fr:La théorie de Lorentz et le principe de réaction|La théorie de Lorentz et le principe de réaction]] [La teoria di Lorentz e il principio di reazione] |pubblicazione=Archives Néerlandaises des Sciences Exactes et Naturelles |volume=5 |pp=252–278 |lingua= fr}} Vedi anche la [http://www.physicsinsights.org/poincare-1900.pdf traduzione inglese].</ref> Cercò di capire se il baricentro o [[centro di massa]] (C.d.M.) di un corpo si muova ancora a velocità uniforme quando sono coinvolti campi e.m. e radiazione. Notò che il [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]] non vale per la sola materia, in quanto il campo e.m. ha un sua [[quantità di moto]] (già derivato anche da [[Joseph John Thomson]] nel 1893,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=J. J. Thomson |anno=1893 |titolo= Notes on recent researches in electricity and magnetism |editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=en}}</ref> ma in maniera più complicata). Poicaré concluse che il campo e.m. agisce come un [[fluido]] ''fittizio'' con una [[massa (fisica)|massa]] equivalente a <math>m_{\rm em}=E_{\rm em}/c^2</math>. Se il C.d.M. è definito usando sia la massa ''m'' della materia sia la massa <math>m_{\rm em}</math> del fluido ''fittizio'', e se quest'ultimo non viene né creato né distrutto, allora il moto del C.d.M. risulta uniforme. Ma il fluido e.m. non è indistruttibile, in quanto può essere assorbito dalla materia (per questo motivo Poincaré aveva chiamato il fluido ''fittizio'' anziché ''reale''). Qindi il [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]] verrebbe ancora violato dall'etere di Lorentz. La soluzione al problema (equivalenza [[massa (fisica)|massa]]-[[energia]]) sarà trovata da Einstein col suo articolo<ref name="einstein"/> del 1905: la massa del campo e.m. viene trasferita alla materia nel processo d'assorbimento. Ma Poincaré formulò invece una diversa ipotesi, assumendo che in ogni punto dello spazio esista un fluido immobile d'energia non-e.m., dotato di una massa proporzionale alla sua energia. Quando il fluido fittizio e.m. è emesso o assorbito, la sua massa/energia non è emessa o assorbita dalla materia, ma viene invece trasferita al fluido non-e.m., rimanendo esattamente nella stessa posizione. Con questa improbabile ipotesi, il moto del C.d.M. del sistema (materia + fluido ''fittizio'' e.m. + fluido ''fittizio'' non-e.m.) risulta uniforme.
Tuttavia - siccome solo la materia e la radiazione e.m., ma non il fluido non-e.m., sono direttamente osservabili in un esperimento - quando si considera empiricamente un processo d'emissione o assorbimento, la soluzione proposta da Poicaré viola ancora il [[Principi della dinamica|principio d'azione e reazione]]. Ciò conduce ad esiti paradossali quando si cambia il [[sistema di riferimento]]. Studiando l'emissione di radiazione da un corpo e il rinculo dovuto alla [[quantità di moto]] del fluido ''fittizio'', Poincaré notò che una [[trasformazione di Lorentz]] (al primo ordine in ''v/c'') dal sistema di riferimento del laboratorio al sistema di riferimento del corpo in movimento risulta conservare l'[[energia]], ma non la [[quantità di moto]]. Ciò comporterebbe la possibilità di un [[moto perpetuo]], ovviamente impossibile. Inoltre le leggi di natura sarebbero differenti nei due diversi [[sistema di riferimento|sistemi di riferimento]], ed il principio di relatività sarebbe violato. Concluse quindi che nell'[[etere luminifero|etere]] debba agire un altro sistema di compensazione, diverso da quello dei [[fluidi]] ''fittizi''.<ref name=miller/><ref>{{Cita pubblicazione|autore= O. Darrigol |titolo=The Genesis of the theory of relativity |anno=2005 |rivista=Séminaire Poincaré |volume=1 |pp=1–22 |url=http://www.bourbaphy.fr/darrigol2.pdf |doi=10.1007/3-7643-7436-5_1|isbn=978-3-7643-7435-8 |lingua=en}}</ref>
Poincaré tornò sull'argomento nel 1904,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=H. Poincaré |anno=1904 |capitolo=[[s:The Principles of Mathematical Physics|The Principles of Mathematical Physics]]
|titolo=Congress of arts and science, universal exposition, St. Louis, 1904 |volume=1 |pp=604–622 |editore= Houghton, Mifflin and Co. |città=Boston and New York |lingua=en}}</ref> rifiutando la soluzione da lui proposta nel 1900 che movimenti nell'[[etere luminifero|etere]] possano compensare il moto di corpi materiali, perché simili ipotesi sono sperimentalmente inosservabili e quindi scientificamente inutili. Abbandonò inoltre l'idea di un'equivalenza [[massa (fisica)|massa]]-[[energia]] e a proposito del rinculo dei corpi materiali che emettono radiazione e.m. scrisse: ''«L'apparato rinculerà come se un cannone avesse sparato un proiettile, contraddicendo il principio di [[Isaac Newton|Newton]], poiché il proiettile in questo caso non è [[massa (fisica)|massa]], è [[energia]].»'' === La massa della radiazione di corpo nero: Hasenöhrl (1904-1905) ===
{{S sezione|fisica}}
=== L'articolo di Einstein sull'equivalenza massa-energia (1905) ===
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