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[[Il Cenacolo (di Asola)]]
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== Storia ==
'''''IL CENACOLO DI ASOLA - ESTRATTO ‘’LA CATTEDRALE DI ASOLA’’'''''
 
All’inizio della navata sinistra, tra i due pilastri che definiscono lo spazio della cappella, è posta la grande ancona lignea che in precedenza si addossava alla parete: tale sistemazione ha consentito la scoperta e il restauro degli affreschi sottostanti.
 
I simboli eucaristici raffigurati nella volta e i dipinti parietali rimandano all’originaria dedicazione della cappella al ''Santissimo Sacramento'', la cui devozione era promossa da una confraternita attiva già negli ultimi anni del [[XV secolo|XV secolo.]] Questa collocazione venne criticata da [[Carlo Borromeo]] che ordinò lo spostamento dell’altare del Santissimo nel transetto di destra. La realizzazione del nuovo altare si fece tuttavia attendere per quasi un secolo.
 
In controfacciata troviamo una raffigurazione dell’''[[Ultima Cena]],'' chiaramente ispirata al celebre ''[[Ultima Cena (Leonardo)|Cenacolo]]'' di [[Leonardo da Vinci|Leonardo Da Vinci]]. L’indicazione sul semipilastro, in cui è affrescata l’immagine di ''Santa Rosa da Viterbo'', ci consente di datarlo al [[1516]].
Questa collocazione venne criticata da Carlo Borromeo che ordinò lo spostamento dell’altare del Santissimo nel transetto di destra.
 
L’impaginazione della scena ricalca il modello leonardesco con i [[Apostolo|Dodici Apostoli]] riuniti attorno a [[Cristo]] in quattro gruppi da tre. Al centro il ''Salvatore'', rappresentato con le braccia distese e la testa reclinata, è colto nel momento in cui pronuncia il discorso e compie i suoi gesti in una maestosa solitudine.
La realizzazione del nuovo altare si fece tuttavia attendere per quasi un secolo.
 
E’ indubbio che il nostro pittore abbia avuto modo di conoscere il [[Ultima Cena (Leonardo)|''Cenacolo'' vinciano''Vinciano'']] dipinto solo pochi anni prima e ne ha riprodotto la disposizione e l’atteggiamento di ciascun apostolo, chiudendo però l’architettura della sala con una parete di fondo.
In controfacciata troviamo una raffigurazione dell’''Ultima Cena,'' chiaramente ispirata al celebre ''Cenacolo'' di Leonardo Da Vinci.
 
Una differenza di non poco conto riguarda però lo stile pittorico. Se [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] applica e sviluppa con maestria la tecnica dello sfumato, il nostro rimane legato a un disegno che contorna le figure, incidendolo quasi con durezza.
L’indicazione sul semipilastro, in cui è affrescata l’immagine di ''Santa Rosa da Viterbo'', ci consente di datarlo al 1516.
 
Ben conservato è il [[cartiglio]], posto al centro, sopra il capo di [[Gesù]], con le parole: ''Dominus lesus accepit panem et gratiam agens fregis et dixit: accipit et manducate hoc est corpus meum  ''(Il Signore Gesù prese il pane e rendendo grazia lo spezzò e disse: prendete e mangiate, questo è il mio corpo). Meno leggibile è la frase sottostante: ''Amen dico vobis quia unus vestrum me traditurus est''  (In verità vi dico, uno di voi mi tradirà). E’ dunque questo il preciso momento che l’artista ha voluto fissare, riuscendo a mettere in risalto la tragica solitudine di Gesù, che si offre col gesto sottolineato delle braccia e delle mani distese sul tavolo.
L’impaginazione della scena ricalca il modello leonardesco con i Dodici Apostoli riuniti attorno a Cristo, in quattro gruppi da tre.
 
La sala in cui si sta svolgendo la cena è aperta ai lati e con questo artificio il pittore può rappresentare due scene che si svolgono all’esterno: a destra la preghiera nell’ortonell’[[Getsemani|Orto degli Ulivi]], mentre le lacune di quella di sinistra non ne consentono un’identificazione certa.
Al centro il ''Salvatore'', rappresentato con le braccia distese e la testa reclinata, è colto nel momento in cui pronuncia il discorso e compie i suoi gesti in una maestosa solitudine.
 
Tuttavia una recente ipotesi vede in quest’ultima scena una rappresentazione dell’ingresso trionfale di [[Gesù]] a [[Gerusalemme]], arrivando a interpretare il complesso dell’affresco come una cronologia degli avvenimenti dell’ultima settimana di [[Gesù]]: ingresso[[Ingresso a Gerusalemme]], ultima[[Ultima cenaCena]], preghiera[[Arresto di Gesù|Preghiera del Getsemani]].
E’ indubbio che il nostro pittore abbia avuto modo di conoscere il ''Cenacolo'' vinciano dipinto solo pochi anni prima e ne ha riprodotto la disposizione e l’atteggiamento di ciascun apostolo, chiudendo però l’architettura della sala con una parete di fondo.
 
Una differenza di non poco conto riguarda però lo stile pittorico.
 
Se Leonardo applica e sviluppa con maestria la tecnica dello sfumato, il nostro rimane legato a un disegno che contorna le figure, incidendolo quasi con durezza.
 
Ben conservato è il cartiglio, posto al centro, sopra il capo di Gesù, con le parole: ''Dominus lesus accepit panem et gratiam agens fregis et dixit: accipit et manducate hoc est corpus meum  ''(Il Signore Gesù prese il pane e rendendo grazia lo spezzò e disse: prendete e mangiate, questo è il mio corpo).
 
Meno leggibile è la frase sottostante: ''Amen dico vobis quia unus vestrum me traditurus est''  (In verità vi dico, uno di voi mi tradirà).
 
E’ dunque questo il preciso momento che l’artista ha voluto fissare, riuscendo a mettere in risalto la tragica solitudine di Gesù, che si offre col gesto sottolineato delle braccia e delle mani distese sul tavolo.
 
La sala in cui si sta svolgendo la cena è aperta ai lati e con questo artificio il pittore può rappresentare due scene che si svolgono all’esterno: a destra la preghiera nell’orto degli Ulivi, mentre le lacune di quella di sinistra non ne consentono un’identificazione certa.
 
Tuttavia una recente ipotesi vede in quest’ultima scena una rappresentazione dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, arrivando a interpretare il complesso dell’affresco come una cronologia degli avvenimenti dell’ultima settimana di Gesù: ingresso a Gerusalemme, ultima cena, preghiera del Getsemani.
 
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= BISOGNEREBBE VALORIZZARE IL QUATTROCENTESCO CENACOLO ASOLANO COPIATO DAL LEONARDO Opera del pittore asolano Pietro Vanù (1470.1472) =
'''(Estratto da Bertuzzi Armando - IL CENACOLO DI ASOLA. FU ESEGUITO, COPIATO o RIPRODOTTO DAL LEONARDO? Ediz.2000.'''
 
 
'''''41- DOMANDE AGLI SPECULATORI CHE HANNO TOLTO IL NOSTRO CENACOLO DAGLI ELENCHI DEI CENACOLI PER VALORIZZARE QUELLO DEL PITTORE COPIONE DI LEONARDO E LA CRITICA E TUTTI GLI STUDIOSI CHE STENDONO RELAZIONI SENZA SAPERE LA STORIA.'''''