Carlo Alberto di Savoia: differenze tra le versioni
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Durante il periodo napoleonico visse in [[Primo Impero francese|Francia]] dove acquisì un'educazione liberale. Come [[principe di Carignano]] nel [[1821]] diede e poi ritirò l'appoggio ai congiurati che volevano imporre la costituzione al re di Sardegna [[Vittorio Emanuele I di Savoia|Vittorio Emanuele I]]. Divenne conservatore e partecipò alla [[Spedizione di Spagna|spedizione legittimista]] contro i liberali spagnoli del [[1823]]. Non destinato al trono, diventò re dello Stato sabaudo nel 1831 alla morte dello zio [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]] che non aveva eredi.
Da sovrano, dopo un primo periodo conservatore durante il quale appoggiò vari movimenti legittimisti d'Europa, nel [[1848]] aderì all'idea di un'[[Neoguelfismo|Italia federata guidata dal papa]] e libera dagli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]]. Nello stesso anno concesse lo [[Statuto Albertino|Statuto]], la carta costituzionale che
Guidò le forze che portarono alla [[Prima guerra d'indipendenza italiana|prima guerra di indipendenza]] contro l'[[Impero austriaco|Austria]] ma, abbandonato da [[papa Pio IX]] e dal re [[Ferdinando II delle Due Sicilie]], nel 1849 fu sconfitto e abdicò in favore del figlio [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele]]. Morì in esilio qualche mese dopo nella città portoghese di [[Porto (Portogallo)|Oporto]]. Il suo tentativo di liberare l'[[Italia settentrionale]] dall'Austria rappresentò il primo sforzo dei [[Casa Savoia|Savoia]] di mutare gli equilibri della penisola dettati dal [[Congresso di Vienna]]. L'opera sarà ripresa con successo dal figlio Vittorio Emanuele che diverrà il primo re d'Italia.
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