Archimede: differenze tra le versioni
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Nell'antichità Archimede e le sue invenzioni furono descritte con meraviglia e stupore dagli autori classici greci e latini, come Cicerone, Plutarco e Seneca. Grazie a questi racconti nel tardo medioevo e all'inizio dell'era moderna, un grande interesse mosse la ricerca e il recupero delle opere di Archimede, trasmesse e talvolta perdute durante il medioevo per via manoscritta.<ref name="treccanienc"/> La cultura romana rimase quindi impressionata per lo più dalle macchine di Archimede piuttosto che dai suoi studi matematici e geometrici, al punto che lo storico della matematica [[Carl Benjamin Boyer]] si spinse ad affermare in modo più che pungente che la scoperta della tomba di Archimede da parte di Cicerone è stato il maggior contributo, forse l'unico, dato alla matematica dal mondo romano.<ref>{{cita|Boyer||Boyer}}.</ref>
[[Piero della Francesca]],<ref>{{cita libro|titolo=Archimede by Piero della Francesca|autore=[[Piero della Francesca]]|curatore=James R. Banker, Roberto Manescalchi|editore= Grafica European Center of Fine Arts|isbn=978-88-95450-25-4}}</ref> [[Simone Stevino|Stevino]], Galileo, Keplero, e altri fino Newton, studiarono, ripresero ed estesero in maniera sistematica gli studi scientifici di Archimede, in particolare riguardo al calcolo infinitesimale.<br />
L'introduzione del moderno metodo scientifico di studio e verifica dei risultati ottenuti fu ispirato da [[Galileo Galilei|Galileo]] al metodo con cui Archimede portava avanti e dimostrava le sue intuizioni. Inoltre lo scienziato pisano trovò il modo di applicare i metodi geometrici simili a quelli di Archimede per descrivere il moto accelerato di caduta dei corpi, riuscendo finalmente a superare la descrizione della fisica dei soli corpi statici sviluppata dalla scienziato siracusano.<ref name="galmat">{{cita web|url=http://homepages.ius.edu/kforinas/K/pdf/Galileo.pdf|titolo=Galileo's Mathematical Language of Nature|autore=Kyle Forinash|coautore=William Rumsey e Chris Lang|lingua=en}}</ref> Galileo stesso nei suoi scritti definiva Archimede "il mio maestro", tanta era la venerazione per i suoi lavori e il suo lascito.<ref>{{Cita web|url=https://mostre.museogalileo.it/archimede/sezione/GalileoArchimede.html|titolo=Archimede - Galileo e Archimede|sito=mostre.museogalileo.it|lingua=it|accesso=2017-12-16}}</ref> Lo studio delle opere di Archimede, impegnò perciò a lungo gli studiosi della prima età moderna e costituì un importante stimolo allo sviluppo della scienza come è intesa oggi. L'influenza di Archimede negli ultimi secoli (ad esempio quella sullo sviluppo di un'analisi matematica rigorosa) è oggetto di valutazioni discordi da parte degli studiosi.
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