Castello di Melegnano: differenze tra le versioni
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==Cicli pittorici==
L'intero castello di Melegnano, presenta una serie di cicli pittorici risalenti al Cinquecento, perlopiù di mano ignota, volti a celebrare la famiglia dei Medici di Marignano che ne furono i fondatori ed a lungo proprietari ed in particolare la figura di [[Gian Giacomo Medici]], condottiero e comandante militare tra i più valorosi del suo secolo. Le decorazioni, che rivestono completamente le sale al primo piano del castello, sono una pregevole testimonianza delle diverse scuole artistiche operanti in Lombardia nel XVI secolo, nell'ambito del cosiddetto [[manierismo]] lombardo. Tutte le pitture sono ad affresco con alcune rifiniture a secco. Gli anni di abbandono e di trascuratezza della struttura, però, hanno in parte compromesso alcuni di questi, in particolare quelli posti sulle pareti verso l'esterno dell'edificio e generalmente nella parte inferiore delle stanze a causa dell'umidità.<ref name="LazzaMazzi">P. Lazza e C. Mazzi, Il castello di Melegnano: indagine storica e proposta di riuso, Milano, 1996</ref>
Molti di questi affreschi hanno tema mitologico ed eroico, come pure rimandi ed attinenza alla contemporaneità del Cinquecento. In particolare il salone di [[Ercole]], quello di Enea e quello degli Argonauti, rappresentano tutti le vicende di semidei che dovettero lottare per raggiungere la loro posizione privilegiata tra le divinità dell'Olimpo, il che può essere visto come un rimando alle vicende personali dei Medici di Marignano, di umili origini, che grazie alla forza, all'astuzia ed alla fortuna, riuscirono a raggiungere le più alte vette in campo militare e civile, nonché ecclesiastico con l'elevazione del cardinale Giovanni Angelo al soglio pontificio.<ref name="Amelli">C. Amelli, ''Il castello di Melegnano. La storia e l'arte'', Melegnano 1977</ref>
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