Utente:Michele859/Sandbox15: differenze tra le versioni

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Nel 1969 [[Steven Spielberg]] propose alla [[Universal Studios|Universal]] un soggetto (che lo studio rifiutò considerandolo troppo pessimistico)<ref name="tcm">{{Cita web|url=http://www.tcm.turner.com/tcmdb/title/21194/The-Sugarland-Express/articles.html|titolo=The Sugarland Express - Articles|editore=www.tcm.turner.com|accesso=28 maggio 2019}}</ref> ispirato ad un evento accaduto in [[Texas]] il 2 maggio dello stesso anno, quando l'ex detenuto Robert Dent e la moglie Ila Fae erano fuggiti a bordo di un'auto dopo aver sequestrato l'agente James Kenneth Crone del [[Texas Department of Public Safety]]. Durante la fuga, iniziata da [[Port Arthur (Texas)|Port Arthur]] e terminata nella comunità di Wheelock dove i Dent speravano di ricongiungersi con i figli da cui erano stati separati, si era formata una carovana di oltre 150 auto del DPS e l'inseguimento aveva richiamato folle di curiosi e numerose troupe televisive che lo avevano trasformato in un evento mediatico.<ref name="texas">{{Cita web|url=https://www.texasmonthly.com/articles/the-sugarland-express-gang/|titolo=The "Sugarland Express" Gang|editore=www.texasmonthly.com|accesso=28 maggio 2019}}</ref>
 
In parte ciò che attrasse Spielberg fu l'analogia della vicenda con il film ''[[L'asso nella manica]]'', diretto nel 1951 da [[Billy Wilder]], in cui un reporter senza scrupoli organizza una montatura giornalistica attorno a un uomo rimasto intrappolato in una caverna, attirando una grande folla di curiosi da tutto il Paese. «Mi piaceva l'idea di persone che si radunano davanti a un evento mediatico», ha dichiarato in seguito il regista, «senza sapere chi siano i personaggi o di cosa si tratti, ma solo sostenendoli... e questo accende un bel po' di buon vecchio sentimentalismo americano».<ref name=Spielberg.18>{{Cita|Spielberg (2000)|p. 18}}</ref> Il co-sceneggiatore Hal Barwood ha aggiunto che ''Sugarland Express'' parla di "«come gli americani trovino molto facile confondere la cattiva fama con la celebrità»".<ref name=McBride.220>{{Cita|McBride (2010)|p. 220}}</ref>
 
Come ha suggerito il biografo Joseph McBride, il film può essere letto anche ad un livello più personale e affronta un tema divenuto poi ricorrente in molte delle opere di Spielberg, quello relativo all'impossibilità di rimettere insieme i pezzi di una famiglia distrutta.<ref name=McBride.219-220>{{Cita|McBride (2010)|p. 219-220}}</ref> Il bisogno compulsivo di Lou Jean di raggiungere a tutti i costi suo figlio esprimerebbe infatti il dolore che il regista continuava a provare per il fallimento della sua famiglia, del quale incolpava principalmente sua madre, e nella raffigurazione di Lou Jean come "donna-bambina" si potrebbe vedere il riconoscimento di sua madre come una ragazzina mai cresciuta.<ref name="McBride.219-220"/>