Allo stato attuale della ricerca, la teoria del mito di Gesù è comunemente rifiutata dalla maggioranza degli studiosi di settore, sia cristiani che non cristiani<ref name="Ehrman"/><ref>[[Mauro Pesce|M. Pesce]] in Augias - ''[[Inchiesta su Gesù]]'', Mondadori, 2006, p.235. ''"[...] Sono convinto che i risultati della ricerca storica siano poco noti in Italia. [...] Alcuni ("persone con una scarsa preparazione sull'argomento", ndr) continuano a sostenere la tesi, priva di qualsiasi fondamento, secondo la quale Gesù non sarebbe mai esistito"''. Cfr. anche [[Carlo Ginzburg]]: ''"L'esistenza storica di Gesù è fuori discussione"'', in [http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider.html#!ginzburg/28-01-1998/28-01-1998/NobwRAdghgtgpmAXGAJlALlMAaMAzAJwHsYkwAmADgHoAGARmvoE5nKcx0iyq7GW2YAL7Zw0eGQDWcAJ4B3IgRQd0cAB7oyAcwCWEAF4AjAK4EtwgLpA ''E se Gesù non fosse il Messia?''], "Corriere della Sera", 28 gennaio 1998.</ref>.
In particolare, lo storico M.Michael Grant sostiene che la teoria non regge al moderno metodo critico<ref name="Grant">Grant, Michael (1995) [1997]. ''Jesus: An Historian's Review of the Gospels''. Scribner. ISBN 978-0-684-81867-2.</ref>, mentre i teologi R. Burridge e G. Gould evidenziano come la tesi dell'inesistenza storica di Gesù non sia accettata in ambito accademico<ref name="Burridge">Burridge, R; Gould, G (2004), Jesus Now and Then, Wm. B. Eerdmans</ref>. Lo storico [[Morton Smith]] considera poco credibili alcune posizioni mitiche ed evidenzia come queste non riuscirebbero a fornire alternative convincenti per spiegare l'origine del cristianesimo<ref name="Smith">Smith, Morton "The Historical Jesus" in Jesus in Myth and History (ed. R. Joseph Hoffman and Gerald A. Larue), Buffalo, 1986.</ref>. Per il teologo [[Robert Van Voorst]], studiosi e storici considerano di fatto superata la tesi del mito di Gesù<ref name="vanvoorst">Van Voorst, Robert E. (2000). ''Jesus Outside the New Testament: An Introduction to the Ancient Evidence''. Grand Rapids, MI: Eerdmans. ISBN 0-8028-4368-9.</ref>, e il biblista Graham Stanton afferma che - attualmente - quasi tutti gli storici, cristiani e non, accettano che Gesù sia esistito, e come ci sia un generale accordo sul fatto che, con la possibile eccezione di Paolo, Gesù di Nazareth sia meglio conosciuto di qualsiasi altro predicatore ebreo o pagano vissuto nel primo o nel secondo secolo.<ref name="stanton">Stanton, Graham (2002). ''The Gospels and Jesus'' (2nd ed.). Oxford University Press.</ref> Lo storico Chester G. Starr considera il cristianesimo fondato su avvenimenti storici<ref name="starr">Chester G. Starr, Storia del Mondo Antico. Milano, Editori Riuniti, 1977.</ref> e il teologo James Charlesworth ricorda che praticamente nessun ricercatore oggi nega l'esistenza storica di Gesù<ref name="charlesworth">Charlesworth, James H. (ed.) (2006). Jesus and Archaeology. Grand Rapids: Eerdmans. ISBN 0-8028-4880-X.</ref>. Il teologo [[Ian Howard Marshall]] rileva quanto poco numerosi e autorevoli sarebbero le fonti che sostengono le teorie su Gesù come mito<ref name="marshall">Marshall,I. Howard I Believe in the Historical Jesus Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1977</ref>, mentre un altro teologo, [[Richard T. France]], evidenza i dati archeologici che supporterebbero le testimonianze dei vangeli<ref name="france">France, R.T. The Evidence for Jesus London, 1986.</ref>.
Secondo lo storico P.Pierre Geoltrain la tesi del mito non reggerebbe all'analisi<ref name="geoltrain">Pierre Geoltrain, Encyclopædia Universalis, art. Jésus, 2002.</ref>. Lo storico rileva come nessuno dei primi avversari del cristianesimo metta infatti in discussione l'esistenza di Gesù; sostiene che la crocifissione si presterebbe difficilmente a un'invenzione; come nell'ambito della critica testuale, le incoerenze e le contraddizioni tra i testi del Nuovo Testamento sarebbero a sfavore dell'ipotesi di una creazione letteraria; come nessuna delle teorie alternative avanzate per spiegare l'origine del cristianesimo indipendentemente dall'esistenza di Gesù gli sembri pienamente soddisfacente.
Tra i primi critici dell'ipotesi mitica è possibile ricordare lo storico razionalista [[Charles Guignebert]]<ref name="guignebert">Ch. Guignebert, Jésus, Paris, 1933, 1938. Traduzioni italiane: Gesù, Torino 1943, 1950, 1965, 1972. Vedi [[Gesù (Charles Guignebert)]].</ref> che, pur considerando i vangeli come scritti propagandisti, rifiuta questa tesi. Non si comprende, a suo avviso, perché i primi cristiani avrebbero dovuto rivestire la divinità di una parvenza di umanità, pretendendo oltre tutto di inserirlo in un contesto storico preciso e attuale, anziché allontanarne la leggenda in un passato indeterminato. In particolare, Guignebert non ritiene possibile dubitare della storicità della crocifissione.
Il lavoro di Guignebert, che sarà seguito pochi anni dopo da quello del biblista e storico H.Herbert Wood<ref name="wood">Wood, Herbert Did Christ Really Live? London, 1938.</ref>, è preceduto dagli studi critici di confutazione di questa ipotesi da parte dei teologi e biblisti M. Goguel<ref name=Goguel/>, S. J. Case<ref name="case">Shirley Jackson Case (1911). "The Historicity of Jesus an Estimate of the Negative Argument". The American Journal of Theology 15 (1): 20-42</ref> e F. C. Conybeare<ref name="conybeare">Conybeare Fred C. The Historical Christ London, 1914.</ref>.
Anche il biblista britannico scettico [[Maurice Casey]] è critico verso questa teoria. Secondo Casey, la maggioranza dei sostenitori del mito di Gesù sembrano porre obiezioni alle tesi dei cristiani fondamentalisti, ma non tengono conto che esistono anche forme liberali della cristianità.<ref>Maurice Casey, ''Jesus:Evidence and Arguments or Mythicist Myth?''</ref>
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